di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *
Questo scritto costituisce un tentativo di verificare, attraverso il metodo di studio microstorico, il rapporto che si crea tra storia e memoria in una comunità.
L’esperimento si è svolto indagando una funzione pubblica che a suo tempo godeva di una partecipazione eccezionale e che oggi non è assolutamente più praticata, anzi è totalmente cancellata dai riferimenti narrativi del nostro passato comune.
Ho scelto una manifestazione pubblica che coinvolgeva l’intera comunità nei secoli scorsi, una celebrazione di cui possono essere verificate le fonti storiche ed indagati i risvolti interpretativi all’interno della comunità. Per questo studio ho individuato due celebrazioni, il Corpus Domini e, nella settimana successiva, l’Ottava: più di una settimana di totale partecipazione cittadina, in cui la celebrazione dell’Ottava giungeva come una sorta di suggello ad una scadenza calendariale di grande importanza come il Corpus Domini. Questa particolarità arricchisce ulteriormente la ricerca, permettendo di verificare se la storia di tale manifestazione trovi un riscontro nella memoria attuale della collettività.
Indagando nella documentazione storica disponibile per ricostruire l’evento, rileggiamo il diario di un personaggio famoso, un uomo delle istituzioni della Repubblica di Genova: Matteo Vinzoni. Questi, trovandosi in Chiavari il 26 maggio del 1723, assistette al passaggio dell’immensa processione del Corpus Domini: “Si vide una Solenne Processione, essendo portato in Cascia in spalla da Sacerdoti con Stole il Santissimo Sacramento con intervento oltre il Clero e Regolari di tutti i Cittadini con torce, con la sua Croce e tutti con torce, con la salva di 600 e più mortaletti sulla Piazza di Nostra Signora del Orto, e seguito da musica”.
Vediamo adesso di datare l’origine della manifestazione. Questa era stata istituita nel 1264, e fu Papa Urbano IV a volerne la celebrazione per solennizzare il Santissimo Sacramento.
Gli analisti confermano che la celebrazione fu introdotta prima nel territorio della Repubblica di Genova e solo successivamente nel chiavarese. Inoltre, a seguito di un successivo provvedimento papale del 1417 ad opera di Papa Martino V, veniva concessa un’indulgenza a tutti coloro che avessero accompagnato la processione, fatto questo destinato a garantire un’ulteriore successo e altissima partecipazione.
In Chiavari, presso la Chiesa di San Giovanni, sin dalla metà del XIII secolo era attiva una specifica Confraternita del SS. Sacramento, che a partire dalle sue origini promuoveva tale processione. Troviamo un riferimento preciso indagando nella vicina Chiesa di San Marco. Nella parte posteriore al coro fu infatti acquistato da Prospero Ravaschieri un locale da adibire a cappella del Corpus Domini. Nella documentazione studiata dal canonico e professore Luigi Sanguineti, in particolare i legati e le norme che stabilivano le diverse regole della processione, troviamo un decreto emesso dal Senato genovese, il 18 giugno 1538, per regolare “i turni per le aste del Baldacchino del SS. Sacramento”, norme ulteriormente confermate dal Doge David Vaccà e dall’Arcivescovo di Genova Spinola.
Nel libro dei Conti, conservato presso l’Archivio di San Giovanni, è conservato l’ordine della processione nel XVII secolo a Chiavari: “La processione del Corpus Domini si farà in questo modo, cioè prima la Croce con le Casaccie ed Arti, dopo la Compagnia della B.V. di San Marco, appresso il clero secondo il suo ordine. Dopo li Deputati della Compagnia. Segue il Santissimo nella Cassa. Appresso il Magnifico Capitano e il Vicario, il Priore e il Vice Priore”.
Questa descrizione secentesca è confermata dalla memoria di Matteo Vinzoni sopra riportata. Ancora le carte ci confermano lo straordinario successo della funzione, in più occasioni cardinali arcivescovi genovesi diedero la loro adesione alla manifestazione recandosi a Chiavari. In particolare troviamo a conferma le testimonianze del Cardinale Stefano Durazzo e dell’Arcivescovo Giulio Gentile, che dettano anche appositi decreti per garantire una partecipazione di pubblico se possibile ulteriormente accresciuta.
Anche le autorità laiche della Repubblica scendevano in Chiavari ed emanavano decreti per “sventolare le bandiere” e perché “dai baluardi sparassero le artiglierie”. È interessante ricordare come nel 1747, in presenza di tensioni nei confronti delle soldataglie tedesche, si rimandasse la cerimonia al 23 luglio, alla presenza dell’Arcivescovo Giuseppe Saporiti.
Nel 1797 il Corpus Domini era celebrato nelle stesse ore del Governo Provvisorio; con la città ornata dagli Alberi della Libertà giacobini, la processione deviò il suo percorso, ma fu celebrata ugualmente con grande partecipazione. Otto giorni dopo si organizzò la festività dell’Ottava, nell’attuale Piazza Mazzini, con la copertura dell’intera facciata della Cittadella col grande altare celebrativo del SS. Sacramento.
La documentazione raccolta dal Sanguineti ci conferma il grande successo della cerimonia, “che servì a richiamare in Chiavari un numero imponente di forestieri”. Tutte le famiglie ornavano i balconi con i più begli arazzi e lumini; nel percorso erano innalzati diversi altari minori, e tutti i cittadini fornivano arredi, statue, ceramiche e vasi ornamentali per arricchire il grande altare nella piazza. Anche per l’Ottava ritroviamo un ospite illustre: la sera del 9 giugno 1825 sostava presso l’Albergo della Posta monsignor Giovanni Maria Mastai Ferretti, il futuro Papa Pio IX. Delle celebrazioni dell’Ottava egli …”conservò così viva impressione che, ancora parecchi anni dopo, ne rievocava il ricordo quando gli accadeva di trattenersi con qualche chiavarese”.
(* storico e studioso delle tradizioni locali)