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Giovedì, 8 giugno 2023 - Numero 273

Chiavari, depuratore rotto e liquami in mare da tre mesi. Senza che nessuno informi i cittadini: è una vergogna!

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(r.p.l.) Depurazione delle acque a Chiavari? Questa sconosciuta. Non bastano i ritardi relativi alla costruzione del nuovo impianto per la vallata dell’Entella, sulla superficie della Colmata a mare. Non basta lo stop della Regione Liguria alla pratica presentata dal Comune, in quanto non esiste un Piano Urbanistico approvato e pienamente in vigore. Non basta un dibattito tra pro e contro che dura ormai da almeno un paio di anni.

A complicare il tutto, ci si è messo pure l’impianto attuale, quello che sorge sulla piana di Preli, ovvero nella zona di maggior pregio ambientale della città, dove ci sono le spiagge e gli stabilimenti balneari.

Ebbene, questa struttura, già definita da più parti “a fine vita” e dichiarata utilizzabile “solo fino al 2022”, da almeno tre mesi non funziona, è ferma e con le vasche completamente vuote. Risultato? I liquami finiscono direttamente in mare, senza alcun tipo di depurazione. L’impianto di Preli – che serve, oltre a Chiavari, anche i comuni di Leivi e di Zoagli – è, per l’ennesima volta in questi anni, in manutenzione. E, per l’ennesima volta in questi anni, ne consegue che viene contaminata quella porzione di mare più pregiata, dal punto di vista ambientale e turistico. Il tutto senza che nessuno batta ciglio, perché siamo in piena stagione invernale e la notizia, evidentemente tenuta sotto traccia, stava per passare completamente in sordina, se non fosse per la denuncia di qualche cittadino.

Nei giorni scorsi, in particolare, ha suscitato notevoli reazioni un post, comparso sui social network, a firma di Piero Renzullo, chiavarese residente nella zona di Preli e che da sempre si interessa della questione legata al depuratore, essendo anche presidente del comitato ‘Salviamo Preli dal depuratore’. È stato proprio Renzullo a informare dei disservizi, sulla pagina Facebook dei Mugugni del Comune di Chiavari, suscitando, com’era naturale, moltissime reazioni.

Il cittadino scrive: “Da fine ottobre, ancora oggi il depuratore di Chiavari è fermo, e le vasche ancora vuote. Sul fondo della fotografia, si nota un residuo di acqua piovana. Ne consegue che continua a scaricare a mare da ottobre. In primavera, il depuratore è stato fermo tre mesi e ad oggi, da fine ottobre, entriamo nel terzo mese di fermo, e scarica a mare. Il mare e la cittadinanza certamente ringraziano per l’inquinamento”. Poi, Renzullo commenta: “Ovviamente, noi cittadini paghiamo per dodici mesi di depurazione. È proprio un bell’impianto – dice ironicamente – Affidabile e perfettamente funzionante, come continua ad affermare qualcuno che mi auguro menta sapendo di mentire. In caso contrario, per fargli un complimento, è disinformato. E, intanto, i tempi per un nuovo depuratore si allungano ulteriormente”.

Che altro aggiungere? Un quadro più completo non lo si poteva dare. ‘Piazza Levante’ ha cercato conferme, rispetto al post, e le ha trovate nel sindaco Marco Di Capua che, interpellato sull’argomento, ha spiegato come la versione di Renzullo sia vera: “È tutto giusto. L’impianto di depurazione, purtroppo, è fermo. Io sono stato informato da Ireti soltanto poco tempo fa, dopo aver fatto una richiesta ufficiale. Prima di allora, non mi aveva riferito niente nessuno. E, devo ammettere, la cosa mi ha lasciato un po’ perplesso”. Che si debba apprendere di un depuratore rotto da mesi da un cittadino, in effetti, è completamente assurdo. Perché non è stata data comunicazione alcuna da parte del gestore? Perché non è stato informato il Comune di Chiavari, con la raccomandazione di darne opportuna comunicazione? E se una persona volesse fare un bagno, pur fuori stagione, non avrebbe il sacrosanto diritto di sapere in quali acque sta nuotando?

In sostanza, prosegue Di Capua, “i disagi di questi ultimi tempi, come mi ha illustrato Ireti nella risposta, sono iniziati a partire dalla metà di ottobre. Il giorno 15, in zona Preli, c’è stata una tromba d’aria che ha danneggiato parecchi manufatti, tra cui, ad esempio, la tensostruttura del tennis di Chiavari. Alcuni detriti sono finiti dentro le vasche del depuratore, quindi, sempre a quanto sostiene il gestore, si è resa necessaria un’opera di manutenzione, per eliminarli. Sono state svuotate le vasche, al fine di ripulirle. E, durante l’operazione di svuotamento, sono state evidenziate altre disfunzioni, per questo i lavori stanno proseguendo e per questo l’impianto è ancora attualmente fermo”.

Il sindaco di Chiavari ha domandato le tempistiche. Lo scenario che tutti vogliono evitare, infatti, è che si vada troppo in là nel tempo, arrivando all’inizio della stagione balneare con un impianto ancora rotto. “Ireti mi ha risposto – riferisce Di Capua – che tutto sarà sistemato entro la fine del mese di gennaio. Per parte nostra, adesso intensificheremo i controlli e i monitoraggi, proprio per evitare ai chiavaresi e ai turisti situazioni ancora più spiacevoli”.

Se il problema rientrerà, come tutti sperano, sarà soltanto grazie all’ennesimo ‘tappullo’. Come altro si può definire un intervento di manutenzione su un depuratore già classificato come “a fine vita”? In altre parole, è come dare un’aspirina a un malato terminale.

Tant’è, a Chiavari per il momento non se ne esce. Bisogna far funzionare Preli per il meglio, visto che non esiste alcun altro impianto e, all’oggi, non esiste neppure una prospettiva di altro impianto.

Colpa di chi? Se Ireti ha la sua parte di responsabilità, certamente tutto il dibattito su dove collocare il depuratore di vallata, iniziato ai tempi della campagna elettorale del 2017, non ha giovato a nessuno. Per un Roberto Levaggi che indicava il Lido, c’è stato un Marco Di Capua a controbattere e indicare la Colmata. La storia la sappiamo ormai bene.

Ma è indubbio che il cambio di prospettiva e di collocazione ha comportato un ulteriore allungamento dei tempi, dal momento che si è reso necessario un nuovo voto in Città Metropolitana, per dare il via allo spostamento del progetto dal Lido alla Colmata. Se poi, a tutto questo si aggiunge il fatto di aver presentato in Regione una richiesta di autorizzazione non suffragata da un corrispondente Puc, con conseguente e ovvia bocciatura da parte dell’ente di piazza De Ferrari, ecco che la frittata può dirsi fatta.

Da parte sua, il sindaco Di Capua continua a ribadire: “Ma io conto di far approvare il Piano Urbanistico intorno a marzo, in via definitiva, in modo da poter inviare nuovamente la richiesta di autorizzazione alla Regione per il depuratore e completare l’iter entro la fine del 2020”. Secondo le opposizioni, però, “i tempi non saranno così brevi”. Anche perché saremo ormai ben oltre la metà del mandato e la prospettiva di ripresentarsi agli elettori con i lavori in corso non attira assolutamente nessuno.

Prevarrà il decisionismo o prevarrà la convenienza? La necessità di fare o la tattica politica? L’interrogativo è d’obbligo. Il tutto mentre il dibattito sulla Colmata è ancora pienamente in atto e c’è ancora qualcuno che sostiene come vada mantenuto il depuratore a Preli. Ma con quali costi, e soprattutto quali rischi, visto che si rompe ogni tre per due? E poi, non era intenzione dell’attuale amministrazione restituire a Chiavari l’area più pregiata della città, libera da una servitù così impattante?

L’ultimo a intervenire, in ordine di tempo, è stato il consigliere comunale, ora passato in minoranza, Giovanni Giardini: “Se Di Capua – scrive l’architetto esperto in urbanistica, già consulente in tema del sindaco, prima della clamorosa rottura sul caso di via Trieste – vuole approvare il Puc con il depuratore di vallata in Colmata, le tubazioni di collegamento con la Fontanabuona e Carasco dove pensa di farle passare? Lungo Entella: no. Altri scenari proposti in aree soggette a rischio esondazione: no. Via Parma: no. La morale è solo una: si vuole approvare il Puc per confermare il depuratore di vallata in Colmata, ma diventa un’intenzione solo formale. Si verrà ad avere un contenitore, ma non si sa come portare il contenuto”. E Giardini domanda, a proposito: “Il Puc sarà da riscrivere? Andranno riviste le sue parti più significative: Colmata, Torriglia?”. Anche questi sono interrogativi legittimi.

Il tutto mentre il suo ex collega d’opposizione, ora saldamente (e per certi versi ancora sorprendentemente) in maggioranza, Giorgio Canepa, continua in quella che pare una pura utopia: “Anche l’Amministrazione Di Capua, fin da subito, era favorevole a più depuratori (lo stesso Sindaco ha lasciato a me, durante una trasmissione di Telepace, descrivere la nostra posizione, e come nostra si intende dell’Amministrazione). Ma purtroppo certe logiche politiche non sempre sono gestibili, soprattutto per il fatto che un precedente Sindaco aveva già impegnato Chiavari a ‘ospitare’ il depuratore di vallata, e l’unica alternativa era di trovare una altra soluzione, a Chiavari, il meno impattante per la città”.

Insomma, le chiacchiere stanno a mille, i fatti, ancora una volta a zero. Progetto Colmata fermo, attuale depuratore fermo. Quelle che si muovono sono soltanto le enormi quantità di liquami che, ogni giorno da tre mesi, finiscono in mare.

Come ha osservato il solerte cittadino chiavarese Renzullo, il mare e gli abitanti ringraziano di cuore.

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