Nel numero scorso di ‘Piazza Levante’ abbiamo sostenuto che il caso di via Trieste merita tutto l’impegno giornalistico di cui una testata come la nostra è capace.
Il tema del lavoro giornalistico sul caso è stato innanzitutto la ricerca della verità ed in particolare di chi abbia consentito, e perché, di rianimare un progetto per realizzare imponenti edifici (quasi 3000 mq) morto e sepolto da lunghissimo tempo.
Su questo punto i chiarimenti della Regione e i documenti di provenienza dagli uffici regionali da noi pubblicati chiariscono definitivamente, e senza possibilità di ulteriori infingimenti, cortine fumogene e falsità, che la responsabilità della scelta di cambiare un’area già destinata a parcheggi e servizi (PUC Levaggi) ad un’area fortemente edificata è tutta dell’attuale amministrazione di Palazzo Bianco.
Questa amministrazione, dopo aver a lungo lavorato con Italgas e Regione Liguria per mettere a punto il progetto (quante riunioni vi sono state in Comune? Quanti i politici presenti, amministratori e non, quando queste riunioni dovrebbero essere gestite solo dagli uffici?) è stata investita dalle proteste popolari del Comitato di Via Trieste, che ha raccolto oltre mille adesioni, ed è andata clamorosamente in tilt.
Alla semplice domanda del Comitato: cosa avete intenzione di fare per bloccare il progetto di edificazione? L’amministrazione non sa rispondere. E non sa rispondere semplicemente perché le cose sono andate troppo avanti, e dopo il voto favorevole della Commissione Edilizia è veramente difficile e pericoloso fare un passo indietro.
Ma oltre all’incapacità di reagire e di dare risposte chiare ai cittadini, la difficoltà della situazione provoca anche gravi dissensi in maggioranza e incominciano a volare gli stracci.
Il caso diventa quindi anche politico, ed evidenzia la grande ambiguità, la spregiudicatezza, i piccoli e grandi protagonismi di un’ammucchiata messa insieme soltanto per vincere le elezioni, che oggi mostra tutti i suoi limiti e rischia grosso, soprattutto sull’urbanistica, che come al solito è il campo più scivoloso e difficile (Vittorio Agostino e suo figlio sull’urbanistica e sulle operazioni immobiliari ci sono finiti agli arresti).
Gli stracci iniziano a volare (via Facebook) dopo una inattesa mossa dell’architetto Giardini, membro della maggioranza almeno fino ad oggi.
L’ineffabile architetto Giardini, già scaricato dall’amministrazione Levaggi, già offertosi successivamente al ballottaggio a Di Capua e Segalerba non prima di una negoziazione infruttuosa con Levaggi, è sempre alla ricerca di un ruolo che alla fine non riesce ad avere, in pratica non riesce mai a contare quanto vorrebbe.
Qualche giorno fa Giardini, che (dice la pagina Facebook di Avanti Chiavari) ha partecipato per mesi a tutte le riunioni della lunga predisposizione del progetto in Comune e in Regione, se ne esce a sorpresa con la tesi che il progetto non è fattibile.
Perché lo fa? Difficile dirlo. Ancora volontà di protagonismo? Promesse non mantenute? Insoddisfazione totale per l’esperienza con l’Amministrazione Di Capua? La sua alta consulenza urbanistica non è stata tenuta in sufficiente considerazione?
Nella risposta che lo stesso Giardini dà al post di Avanti Chiavari in cui Segalerba con evidente e marcato sarcasmo gli ricorda di essere stato uno dei protagonisti del rilancio del progetto Italgas (sua la scheda che elimina i servizi e i parcheggi dall’area rendendola edificabile), l’architetto urbanista dice una cosa molto grave che suona come minaccia e ritorsione al tempo stesso: “Tutti i progetti da te [Segalerba, ndr] e da altri proposti per il PUC (Colmata, Corso Lima, Torriglia) sono stati ‘steccati’ [cioè bocciati] dalla Regione. Anche questo per colpa mia? Spiegami perché non sei contento. Anche tu volevi bloccare il progetto. O no?”
Clima brutto, messaggi trasversali e soprattutto la conferma che il PUC di Chiavari è stato terreno di influenza e scambio tra soggetti e parti della maggioranza. Questo lo volevo io, questo lo volevi tu… una caduta di stile e di visione unitaria da brividi. Così come la lottizzazione della Commissione Edilizia, che emerge dal battibecco ‘social’ cui abbiamo assistito in questi giorni: quelli ce li hai messi tu, erano in lista con te… con il rischio di gravi conflitti di interesse che abbiamo già segnalato (uno dei progettisti di Italgas è in Commissione Edilizia).
Per chi si è riempito la bocca di rinnovamento e cambiamento niente male, non è vero Partecipattivi?
Ma veniamo all’altro protagonista degli stracci che volano, l’avvocato Segalerba.
Dopo aver fatto una lunga esperienza, anche come assessore all’urbanistica, nella giunta Agostino, peraltro senza mai accorgersi che su quattro progetti che passavano in Commissione Edilizia tre erano firmati dal figlio del sindaco, e senza mai accorgersi dei gravi tentativi di concussione in materia urbanistica che valsero ad Agostino ed al figlio una dura condanna a sei e quattro anni di reclusione; dopo non aver trovato il tempo, nella passata tornata amministrativa, di fare il consigliere di minoranza, dimostrando scarsa considerazione dei, pochi per la verità, cittadini che lo avevano votato, a questo giro, sempre votato da pochi (poco più di 160), si è fatto nominare Presidente del Consiglio Comunale.
Il Presidente del Consiglio Comunale ricopre un ruolo delicato ed importante. Non può essere leader di una forza politica né operare in amministrazione, per una ragione semplice e chiara. Il suo ruolo è (sarebbe) quello di garantire tutti, regolando con saggezza i lavori dell’aula.
Per Segalerba non è così. Sempre più arrogante e nervoso nella conduzione dell’aula (chi vuol farsene un’idea si guardi il video contenente l’intervista al consigliere Cama pubblicato su questo numero di ‘Piazza Levante’), sempre più attivo in amministrazione (si occupa personalmente di svariate pratiche, ed ora apprendiamo da Giardini che si occupa attivamente anche di pratiche urbanistiche, anche se non sempre gli vanno a buon fine) appare sempre più la guida politica della raffazzonata maggioranza che governa Chiavari. È quasi certamente lui l’amministratore della pagina Facebook di Avanti Chiavari, lui che da questa pagina risponde a Giardini chiamandolo in causa sulla pratica Italgas.
Ma così non va bene. Se Segalerba vuol essere il leader di questa amministrazione, non si nasconda dietro ruoli istituzionali, si assuma le sue responsabilità.
Si faccia nominare vicesindaco e assessore all’urbanistica, in modo che la cittadinanza possa seguire e giudicare, in maniera trasparente, il suo operato, portato avanti alla luce del sole e non nei corridoi e negli uffici di Palazzo Bianco.
Non sarà difficile prendere il posto di vicesindaco della Stanig, che tanto è stata messa lì solo per figura, e per pagare il prezzo dell’appoggio a Di Capua al ballottaggio da parte dei Partecipattivi.
In tutta questa atmosfera di contrasti, di non detti, di messaggi trasversali che ricordano le peggiori esperienze amministrative della nostra città, chi paga il prezzo è il popolo chiavarese, che dopo oltre due anni della nuova amministrazione non ha visto granché e sente puzza di bruciato.
E il sindaco? È spesso assente e non pervenuto. Muto o quasi in consiglio comunale sulla vicenda Italgas. Quasi muto in questa vicenda sulle accuse lanciate da Giardini. Incapace di direzione politica, deve stare attento, perché la delega all’urbanistica ce l’ha lui, ed è lui che corre i rischi maggiori.
Fino a quando sopporterà di apparire (o di essere) un re travicello eterodiretto dal gruppo di potere che oggi governa Chiavari?