di ALESSANDRA FONTANA
Cosa sarebbero i paesi senza le tradizioni? Non esiste nulla di più prezioso, lo sanno molto bene gli abitanti della splendida Villa Cella, frazione piccola, quanto suggestiva, che si trova nel Comune di Rezzoaglio, in Val D’Aveto. Ma c’è qualcosa che accomuna tutti questi borghi: la tenacia. Cascasse il mondo, ogni anno questi paesini mettono anima e cuore (e anche parecchi sforzi) per realizzare la festa del proprio santo patrono. Ore di lavoro, per alcuni anche settimane, per un giorno all’anno. Ma quell’unica giornata è in grado di ripagare tutta la fatica e serve a ricreare l’atmosfera antica, quando tutti ancora vivevano in paese.
Proprio nel segno di questa tradizione domenica 13 agosto Villa Cella renderà omaggio al ‘suo’ San Lorenzo. Ad attaccare i manifesti sgargianti semplici e di impatto è l’instancabile Carla Cella: maestra in pensione che per la sua Villa Cella è pronta a spostare le montagne come è riuscita a dimostrare in passato.
Il programma della festa per San Lorenzo consiste in un pranzo insieme dopo la messa nella chiesetta millenaria alle 11: pranzo con antipasto, polenta, asado e dolce.
Quest’anno i partecipanti potranno godersi il tetto sistemato della chiesa: un traguardo raggiunto con impegno e immensa soddisfazione.
Le spese per la ristrutturazione sono state affrontate dal Comitato di Villa Cella e dalla Curia di Piacenza. Il Comitato però non hai mai dimenticato il grande cuore di chi ha partecipato con le offerte, chi comprando il libro chi invece donando in maniera libera. “Un ringraziamento particolare a Luciano Tasca, Daniele Mareschi, Primo Cella, Silvano Cella, Carla Cella, Roberto Sanguineti, Franco Fulle, Anna Burla, Marco Tincati, Fabio Laneri, Don Colletta, Ornaldo Molinari, Mario Chiappe, Maria Angela Barattini, Rita Barbieri, Cesira, Attilio Brignole, Gitanti (Forcella – Villa Cella) e una signora, un ingegnere e un altro anonimo che hanno donato cifre importanti per la realizzazione del tetto”, ha fatto sapere il Comitato, che ha raccolto oltre 50mila euro.
La storia della Chiesa di Villa Cella, in dialetto Ra Zella, è suggestiva e parecchio lunga: il gruppo di frati Benedettini arrivò intorno all’anno 1000 nella frazione detta allora ‘Pria Martina’. Lungo l’unica strada, all’epoca molto trafficata per lo scambio delle merci tra la Riviera Ligure e la Val d’Aveto, fu costruito un piccolo convento e nelle immediate vicinanze, una semplice ed austera Chiesetta. Posizionata a 1020 metri sul livello del mare, lontana dal caotico mondo moderno è semplice, linda, spoglia, austera, raccolta e dignitosa, ma nello stesso tempo accogliente. Negli ultimi anni, il Comitato rappresentato da Carla Cella si è battuto per non far ‘andare giù’ il tetto della chiesa. Oltre alla preziosa campagna del Fai, nel 2018 Cella partecipò a ‘Italia Sì’, un programma in onda su Rai Uno proprio per lanciare un appello.
“I nostri anziani hanno sempre provveduto al restauro della chiesa, ma in questo momento rifare il tetto richiede una bella cifra, i tempi son quelli che sono, e non ce la facciamo. Per cui dal profondo del mio cuore, a nome degli altri paesani, chiedo a tutti un aiuto”, aveva raccontato ai microfoni della tv di fronte alla trasmissione condotta da Marco Liorni con Rita Dalla Chiesa, Mauro Coruzzi ed Elena Santarelli. Carla viene da Chiavari, ma è nata nel piccolo borgo montano tra gli Appennini liguri. “Io in questa chiesetta sono stata battezzata, ho fatto la comunione, mi ci sono sposata, ho salito i gradini a braccetto di mio papà…”. Questa storia è una fiaba a lieto fine: il tetto di Villa Cella è salvo, l’unione ha fatto davvero la forza.