(r.p.l.) Il progetto di riqualificazione – attraverso la costruzione di due palazzi alti sette piani – dell’area ex Italgas di via Trieste va avanti. Nonostante tutto e nonostante tutti.
Mentre i residenti della zona si sono ufficialmente costituiti in un comitato, guidato da Maria Rita Alì, a Palazzo Bianco è stato presentato il progetto relativo al nuovo insediamento. È firmato dallo studio di architettura Giugiaro di Torino, che si è occupato, in tutta Italia, di parecchie riqualificazioni legate ad aree di pertinenza di Italgas.
‘Piazza Levante’ ha potuto visionare alcune delle tavole ed è in grado di pubblicare alcuni render. Le palazzine saranno due, suddivise da un corridoio urbano che da via Trieste porterà direttamente all’ingresso del palazzone di quello che sarebbe dovuto essere il nuovo Palazzo di Giustizia e che adesso, con l’accorpamento del Tribunale di Chiavari a quello di Genova, è stato salvato, riadattandolo ad uffici pubblici, tra cui Agenzia delle Entrate, Giudice di Pace, Equitalia e Conservatoria dei Registri Immobiliari.
Ma il ‘corridoio’ sarà, a ben vedere, l’unico elemento della zona a uso pubblico. Tutto il resto, palazzi e giardini annessi, sarà proprietà privata. Una prospettiva molto ben differente da quella di verde pubblico e parcheggi con linee bianche che era stata tracciata nel Piano Urbanistico Comunale portato a un passo dall’approvazione da parte della precedente amministrazione. Un Puc molto tutelante rispetto all’ambiente e molto poco permissivo, rispetto a nuovi insediamenti edilizi.
Ma né l’amministrazione Levaggi né quella Di Capua ne hanno mai completato l’iter, per i più diversi motivi. E, come noto (nonché come spiegato da ‘Piazza Levante’ nei numeri scorsi), con la decadenza del Puc sono scadute alcune clausole di salvaguardia. Tra queste, per l’appunto, l’inibizione a costruire nella zona di via Trieste. E riecco in vigore il vecchio Prg di agostiniana memoria che in materia di cemento era assolutamente di manica larga.
Leggendo la presentazione del progetto, si apprende che “la proprietà è distinta in due diverse aree arredate a verde privato e percorsi di collegamento agli androni, e circoscritte da una recinzione trasparente, alta in totale 1,5 metri. Due smussi posti sugli angoli delle recinzioni lato via Trieste individuano il numero civico delle residenze e invitano i passanti all’uso del passo pubblico ricavato nell’area residenziale e previsto per l’accesso all’edificio dell’ex Tribunale. Sotto il solaio ‘a ponte’, sul perimetro interno delle recinzioni e speculari rispetto all’asse del passo pubblico, ci sono due cancelli privati con le citofoniere che consentono l’accesso ai blocchi scala delle abitazioni”.
Il progetto, insomma, conferma: tanto privato e pochissima ricaduta pubblica. Appena la strada per arrivare agli uffici del nuovo ‘palazzo dei servizi’. Nessun parcheggio in più, nessun polmone verde, nessun beneficio per la zona. E, per arrivarci, un’area in zona rossa (a rischio allagamento a causa della vicinanza del fiume Entella) è stata declassata per il 70% a gialla.
Rispetto al Puc in fase di ridefinizione, con le modifiche apportate dall’amministrazione Di Capua, è proprio via Trieste il fronte più caldo. A Palazzo Bianco sono arrivate ben 190 osservazioni, solo per quanto riguarda la riqualificazione dell’area ex Italgas. I residenti hanno raccolto oltre trecentocinquanta firme e chiesto un incontro al sindaco. Lo avranno ufficialmente, dopo aver atteso un po’ di settimane, questa mattina. Di Capua incontrerà il Comitato di Via Trieste per fare il punto della situazione.
I più agguerriti sono i residenti del civico 12, ovvero quello a fianco dell’area dove dovrebbe sorgere il nuovo complesso edilizio. Non solo verrebbero oscurati, ma vedrebbero anche scendere, e notevolmente, il valore dei loro immobili. Ma c’è una prospettiva reale, seria e concreta per fermare questo scempio? Quali strumenti giuridici ci sono a disposizione? Qual è l’atteggiamento in merito da parte del Comune di Chiavari? Gli uffici di Palazzo Bianco, seppur a livello tecnico, paiono orientati a bocciare tutte le osservazioni. Ma è un livello tecnico, per l’appunto. La decisione politica è un altro paio di maniche. E potrebbe essere di segno completamente differente. Ma l’amministrazione avrà il coraggio e la possibilità di fermare l’ennesima cementificazione?
I cittadini, dal canto loro, ci provano con elementi estremamente concreti: “Di Capua – scrivono in un comunicato – in una sua intervista dichiara che il suo Puc consente nell’area Italgas di via Trieste solo l’ampliamento del 5% del volume esistente e il complessivo mutamento d’uso in abitativo con esclusione dell’applicazione del piano casa. Il progetto da noi visionato invece (in applicazione del piano casa regionale), individua un ampliamento del volume pari al 35%, quasi a raggiungere la superficie abitativa di circa quattromila metri quadrati prevista nel Piano di Agostino”.
Inoltre, secondo i cittadini della zona, “il Puc dell’attuale amministrazione stabilisce benefici per il quartiere quantificati ‘al potenziamento e miglioramento delle dotazioni pubbliche di standard all’interno dell’ambito in misura non inferiore a un metro quadrato per ogni metro quadrato di superficie residenziale di nuova realizzazione’. Anche questa previsione viene disattesa nel progetto presentato e notevolmente ridimensionata, ma sembrerebbe che i benefici previsti ricadranno su un altro ambito territoriale”. Come non notare, ad esempio, lo ‘schiaffo’ dei parcheggi: dalla prospettiva di un’area ampia con stalli bianchi, si è passati a veder trasformati a pagamento anche quei pochi posti che ci sono, in corso De Michiel, decisione presa da Palazzo Bianco qualche giorno fa (insieme all’altra bruttissima sorpresa dei parcheggi per auto ‘spariti’ in via Entella). Della serie… quando si vuol bene ai propri concittadini.
Infine, sostiene ancora il comitato, “la proprietà, il 5 settembre del 2016, aveva presentato un’osservazione al Puc del sindaco Levaggi, per quanto riguarda via Trieste, dove indicava di farsi promotrice di: ‘Realizzare verde pubblico; viale alberato di collegamento tra via Trieste e il Tribunale; sistemazione di attività commerciali lungo piazze e aree di ritrovo attrezzate a verde, illuminate e arredate’. Sono tutti intendimenti che risultano disattesi nel progetto presentato. Per questo abbiamo chiesto un incontro costruttivo e chiarificatore, circa la destinazione futura dell’area”.
Faccia a faccia concesso oggi a Palazzo Bianco. Appuntamento fissato alle ore 12. Sarà un… mezzogiorno di fuoco?