Le vele nuove tessute a tempo di record. Otto mesi e Santa Margherita ha rimesso in piedi il suo circolo velico, può riprendere la sua normale attività agonistica, sfornare progetti e preparare come niente fosse accaduto. Eppure il 31 ottobre 2018 molto accadde e molto di peggio poteva accadere nel post-mareggiata, se non fosse stato per la coesione degli uomini e delle donne del Circolo Velico Santa Margherita Ligure che nel giro di soli otto mesi hanno messo in ordine e aperto i battenti.
In questa estate 2019 regolare svolgimento del ‘solito’ Campionato del Tigullio che raccoglie decine di partecipanti e occupa quasi tutti i weekend. Grande agonismo e grande divertimento nel Tigullio occidentale. Si può dire che il braccio di ferro con l’inclemenza – sarebbe meglio dire l’imminenza ormai, visto il ripetersi ciclico di questi fenomeni del meteo – di una burrasca di portata e durata degna dei mari tropicali è stato vinto.
In una notte da tregenda la Casa del Mare, sede sicura presso Calata del Porto 20, aveva scoperto di non essere così riparata e protetta come si pensava. Ancora peggio era andata alla base mare, praticamente spazzata via. Porto sconquassato, infrastrutture rasate a zero. Esterno che aveva a malapena tenuto, danni pure dentro. Per non parlare dei posti barca spariti, seppelliti dai detriti, la ferita più sanguinosa perché un circolo velico è fatto di persone ed anche di scafe, di marinai e pure delle loro vele.
Dieci mesi più tardi un visitatore ignaro di quanto accaduto non ha il minimo sentore del duro lavoro che c’è voluto. Impegnati senza sosta mezzi e maestranze per parecchie settimane, un immane sforzo che ha fruttato l’apertura della stagione agonistica nei tempi e modi concordati.
Il presidente del C.V. Santa Margherita, Gianni Castellaro, ci ripensa e non trattiene un moto d’orgoglio. “Quella notte ero là, con me altri soci e tanti operatori del porto, abbiamo visto con stupore il mare entrare ovunque: sparito l’impalcato che sosteneva il tendone, i pali dello stesso, l’impalcato sul quale tiravamo a secco gli scafi, le nostre lance distrutte, la pilotina danneggiata. Ed era ancora niente: l’acqua ha sfondato i magazzini, il ripostiglio vele, persino la Casa del Mare, dove abbiamo i locali di accoglienza, era allagata. Da non credere ai propri occhi. Al mattino, alla luce del sole, il danno era tale che in pochi non si sono messi le mani nei cappelli. Poi venne quantificato in circa 60mila euro”.
Un colpo sotto la cintura, durissimo, da togliere il fiato e annebbiare la vista. “Avevamo due strade di fronte, cedere allo sconforto o rimboccarci le maniche. Sin dalla prima riunione del direttivo capii che non ci saremmo arresi”. Con il sostegno del Comune, il C.V. Santa Margherita inizia la ricostruzione: “I contributi dell’amministrazione locale non potevano coprire l’intera somma, chiedemmo un contributo straordinario a ogni socio. Nessuno si è tirato indietro, hanno versato quanto gli si chiedeva e alcuni hanno anche voluto dare qualcosa in più. Il passo finale è stato l’aiuto che ci è arrivato dai club ‘gemellati’ come il C.N. Rapallo e il Comitato delle Società Veliche del Tigullio. Potremmo far partire subito i lavori”.
In un paio di mesi, demolite le strutture pericolanti, portate via le macerie e messe le basi per le nuove costruzioni. “A inizio anno eravamo operativi, quasi non credevamo ai nostri occhi. Abbiamo ricostruito tutto, apportando anche alcune migliorie soprattutto nelle strutture di sostegno e nella protezione dall’acqua”.
A metà maggio la regata di apertura della stagione velica era un indubbio successo di partecipazione: “Abbiamo visto scendere in acqua 35 imbarcazioni nonostante il meteo avverso per contendersi il XXI Trofeo Città di Santa Margherita Ligure. Concorrenti dalla Sicilia, dal Veneto, dal Lazio e pure dalla Francia”.
Da lì in avanti si è filati con il vento in poppa. Nel primo weekend di agosto una tappa del campionato del Tigullio e la classica regata ‘Lui e Lei’ con tantissimi Dinghy 12 a colorare di vele il Golfo sereno e accogliente come non mai. “Al rientro il rito della pasta per tutti gli equipaggi sotto il tendone nella base mare. A vederlo oggi, perfettamente ricostruito e operativo, la mareggiata di fine ottobre sembra solo un remoto brutto sogno”.
Forse per questo il presidente Castellaro tiene sempre gli occhi bene aperti. Gli incubi possono tornare.
(d.s.)