Liberi di, liberi da: la norma che accompagna il riscatto dei diversamente abili vale in terra, e, a maggior ragione, deve valere anche in acqua, in quel mare che della libertà è una delle più potenti metafore.
Hansa oltre che il nome di una Lega di tempi e terre lontane è anche quello di una barca monotipo che permette alle persone con disabilità motorie di muoversi sul mare come e con la stessa scioltezza e la stesse possibilità di coloro che sono normodotati. Hansa è una classe che ha vissuto negli ultimi tempi un’impetuosa espansione perché nata da un’idea vincente, soprattutto da un progetto che annulla le distinzioni, abbatte le barriere, è come scritto sotto il suo splendido logo (un cigno tricolore in volo) ‘Una vela senza esclusi’.
Le imbarcazioni sono nate dall’idea di permettere la navigazione a vela a coloro i quali per ragioni fisiche ma non solo l’impresa risultasse difficoltosa o poco agevole. Il risultato è stato una serie di imbarcazioni estremamente stabili e di semplice utilizzo in grado di assicurare a principianti ed esperti grande divertimento sia a livello ludico che agonistico.
Le soluzioni progettuali sviluppate dai cantieri Hansa rendono queste imbarcazioni estremamente sicure anche in condizioni critiche e permettono pure ai più inesperti di provare l’impagabile sensazione di farsi portare dal vento. Grazie a una serie di servomeccanismi, si rende possibile navigare a vela anche nelle più gravi condizioni di disabilità.
Una delle prime basi nautiche a dotarsi del modello che la Federazione Italiana Vela ha accolto tra le sue fila è stata la Lega Navale Italiana di Chiavari e Lavagna. Il presidente della LNI, il dottor Umberto Verna, ha seguito il processo passo dopo passo.
“Da tempo volevamo fare qualcosa per coinvolgere le persone diversamente abili nelle nostre attività. L’introduzione della classe Hansa 303 che prevede un campionato italiano e diverse regate federali valide per assegnare il Trofeo Hansa è arrivata al momento giusto. In poco tempo l’attività agonistica di questa categoria ha preso campo in ogni parte della Peninsola e del Continente. Attualmente vengono disputate con queste imbarcazioni sia regate in equipaggio ‘singolo’ sia in equipaggio ‘doppio’. Altre imbarcazioni Hansa possono prendere parte alle varie manifestazioni ma non concorrono ai punteggi determinanti per la vittoria del Trofeo e dell’evento più prestigioso quale il Campionato Italiano Hansa”.
Chi ha assistito a queste prove è rimasto stupito. Grandi battaglie tra velisti che in poco tempo oltre che agguerriti si sono rivelati pronti a imparare e migliorare. Oggi ci sono classifiche di rendimento che testimoniano come gli atleti e gli equipaggi di punta non hanno proprio niente da invidiare ad altre classi più antiche.
La LNI Chiavari e Lavagna ha come punto di onore quello di avere tre le sue file una skipper abile e vincente. Elena Ferroni in pochi mesi è balzata in vetta alle classifiche di classe. È reduce da uno stupefacente secondo posto ai campionati tricolori di Palermo. “Non pensavo di andare così bene – ammette Elena – perché sono salita su una barca a vela solo un anno e mezzo fa, quando la LNI del presidente Verna tenne un open day sulla disabilità intitolato ‘Oltre le barriere’. Mi hanno accolto con grande calore, ero venuta per curiosità, dirigenti e tecnici mi hanno coinvolto, mi hanno convinto, abbiamo cominciato a lavorare, a chiamare altre persone, a superare diverse difficoltà e siamo arrivati a questo risultato, ottimo ma che considero solo un punto di partenza”.
Elena e il suo entusiasmo sono stati capaci di superare ostacoli non da poco. La trasferta in Sicilia è stata un impegno non solo logistico. Organizzare una trasferta per il mezzo, gli accompagnatori oltre a trovare spazi per fare allenare Elena e il suo compagno di regata. Infatti Ferroni per ora gareggia nella specialità doppia, ossia con un’altra persona a bordo.
“Infatti nei miei programmi ci sono alcune priorità: continuare con le regate e provare ad andare ai campionati Europei che si terranno in ottobre in Portogallo, poi provare a gareggiare in singolo, il che significherà cambiare il modo di regatare oltre che modificare la mia barca”.
E qui torna in gioco il presidente Verna. “Vogliamo mandare Elena Ferroni agli Europei. Se lo merita, glielo dobbiamo perché ci ha mostrato che niente è impossibile se lo si vuole realmente. Intanto c’è da espandere lo spazio in banchina dedicato alle barche Hansa: grazie alla comprensione dell’ente che amministra il porto, Marina Chiavari, abbiamo potuto metterle a disposizione un pontile e una gruetta per la messa in mare e gli alaggi delle barche. Poi partiremo alla ricerca di finanziamenti per la spedizione sull’Atlantico. Ho in mente di formare un pool di negozi, ditte e aziende del territorio che si facciano carico di una piccola quota del totale. Non credo sia impossibile, la causa è più che meritoria e inoltre assicura una risonanza non limitata perché la preparazione della gara e l’evento stesso avranno una grande copertura mediatica”.
Il dottor Verna si è rimboccato le maniche. Il progetto Hansa si integra alla perfezione nel programma del suo mandato, quello di aprire le porte della LNI, non tenerla rinchiusa negli ambiti angusti del porto e dei ‘marinai doc’.
“Credo che si debba coinvolgere il territorio, in fin dei conti il Tigullio sul mare si è formato e di mare è vissuto sino a pochi decenni fa. Facciamo sport di mare ma vogliamo anche ‘istruire’ al mare. Elena non fa volare solo la sua barca, fa volare anche noi che rimaniamo sul molo ad incitarla”.
(d.s.)