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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Un po’ di memoria storica sull’Area di Colmata: da progetto di un nuovo quartiere fronte mare a sede del depuratore 

Il 13 febbraio del 2001 l’area passò ufficialmente dal Demanio al Comune di Chiavari. Poi partì il progetto della zona residenziale, sempre andato deserto
L'area della Colmata dove sarebbe dovuto sorgere il depuratore di vallata
L'area della Colmata dove sarebbe dovuto sorgere il depuratore di vallata
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di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *

Come al solito mi reco all’emeroteca dell’Economica con l’obiettivo di ricostruire alcuni passaggi fondamentali sulla storia della grande area di colmata e i suoi destini trascorsi e futuri. Un lavoro molto preciso, con date inconfutabili e doverosi virgolettati per rammentare dichiarazioni, forse cadute nel più profondo dimenticatoio.

Una data che non può essere dimenticata è il sabato 19 settembre del 1998, quando alle 9,30 del mattino Giovanni Paolo II celebra la messa nell’area affollata, una splendida giornata di sole corona l’avvenimento. Un grande cartello, posto all’ingresso del piazzale, rammentava la richiesta dell’amministrazione affinché l’intera zona fosse concessa al Comune per progetti capaci di generare nuovo sviluppo in città. Il passaggio tanto desiderato giunse col decreto emesso dal Ministero dei Trasporti e Navigazione in concerto con l’Agenzia del Demanio il 13 febbraio del 2001. Il testo, molto stringato, indicava che la pratica era stata registrata alla Corte dei Conti e confermava che “è stata dismessa dal pubblico demanio marittimo per la successiva cessione al comune di Chiavari”. Questo era disposto secondo i dettami della legge per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2001). Ora era necessaria, affinché potesse essere operativa, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale; ciò avvenne puntualmente il 10 aprile dello stesso anno, quando si poteva leggere: “l’area di mq 56.200, sita nel Porto di Chiavari, piazza dell’Umanità (ex area di colmata)” è trasferita a pieno titolo al Comune di Chiavari. Il governo che deliberò l’operazione era presieduto da Giuliano Amato e il ministro che emise il decreto era Pier Luigi Bersani. 

Qui è necessario fare un passo indietro e rammentare il concorso bandito dall’amministrazione Agostino nel 1996; in tale occasione parteciparono una cinquantina di progettisti e prevalse la proposta urbanistica presentata dagli architetti Guido e Vittorio Campodonico, Luciano e Francesco Panero. Il 28 novembre del 2006 il consiglio comunale approvava la destinazione e la variazione dell’area col progetto degli architetti vincitori.

‘Il Secolo XIX’ ribadiva la notizia con la dichiarazione del sindaco Agostino: “Un progetto ambizioso, avanzato tecnologicamente e in grado di dare risposte sociali e culturali di primissimo piano”. Di seguito il compianto Guido Campodonico completava l’idea: “Se sarà completato sino in fondo riusciremo a dare un volto nuovo al fronte mare, a unire porto e città attraverso la creazione di una piazza urbana marittima tutta portici, circondata da edifici di bassa altezza, piano terra e un piano, con alle spalle costruzioni alte un piano in più”. L’articolo riportava la cifra dell’intervento prevista in 95 milioni di euro: “Il Comune, cedendo area e progetto, otterrà in cambio una serie di opere pubbliche pari a un terzo dell’investimento globale. Per quanto riguarda i parcheggi, ne saranno realizzati complessivamente 870, tra silo sotto la piazza e posteggi a raso. Verranno assegnati all’hotel, ai residenti e alle società sportive, 300/400 resteranno a rotazione, parte (da definire) gratuitamente e parte a pagamento, se interrati. La conclusione della notizia prevedeva i tempi: “a febbraio potrà essere già bandita la gara internazionale per l’appalto dei lavori. L’opera dovrebbe essere terminata entro tre o quattro anni”. 

Dopo questi passaggi compare un immenso cartellone, un’immagine che copre l’intera facciata del palazzo del bar Le Carrozze in Piazza Matteotti: era l’annuncio dell’avvio della gara per realizzare l’opera. Era il 24 settembre del 2008 e si poteva scaricare il bando dallo specifico sito del comune: 5 milioni di euro come base d’asta per acquisire l’area e realizzare il progetto. La data di scadenza della gara è fissata alle ore 12 del 29 gennaio del 2009. Il progetto andrà desolatamente deserto. Si proverà una nuova edizione della gara d’assegnazione aumentando la parte edilizia del progetto, un’esca per rendere più appetibile l’eventuale offerta. Il 26 maggio 2010 nuovo articolo giornalistico per pubblicizzare l’ennesima base d’asta da 3,5 milioni. “Li prevede il nuovo bando per la Colmata di Chiavari che si aprirà martedì 8 giugno in occasione della prima giornata di trasferta a Milano del Comune per partecipare a Eire, il salone dedicato al mercato immobiliare e al real estate. La fiera proseguirà fino al 10 giugno e il Comune sarà rappresentato oltre che dall’assessore all’Urbanistica, Antonio Segalerba, anche dall’architetto Elisa Nobile, con studio a Milano e Genova, e dall’avvocato chiavarese Federico Messuti. Nello stand del Comune, arredato con un grande schermo sul quale scorreranno le immagini del progetto firmato dagli architetti Guido e Vittorio Campodonico, Luciano e Francesco Panero, vincitori di un concorso internazionale di idee, e due foto che mostrano vedute verso Ponente e verso Levante scattate dalla Colmata. “Presenteremo l’investimento da 95 milioni di euro – spiega Segalerba – e tutti gli atti, tradotti in inglese, relativi al bando, alle normative, agli atti notarili, alla fideiussione che chiediamo per garantirci il più possibile. Tutti i documenti e le immagini del progetto saranno anche scaricabili da internet, accedendo dal sito del Comune a una sezione dedicata alla Colmata”.

Così la cronaca de ‘Il Secolo XIX’ di quei giorni, che proseguiva con dettagli molto interessanti: “Gli opuscoli multilingue chiariranno ulteriormente cosa si prevede di realizzare sulla spianata, ciò che rimane al pubblico (la passeggiata a mare, 14 mila metri quadrati di piazza urbana marittima, il piazzale destinato ai rimessaggi, le piste ciclabili, la bocciofila con campi coperti e scoperti, la biblioteca, il bar, sedi per le associazioni sportive e i pescatori dilettanti, un campo da calcio con spogliatoi, un’area verde, uno spazio con giochi per i bambini, opere per la difesa a mare, oltre 600 parcheggi), e quello che sarà del privato. “Settanta appartamenti che sorgeranno su uno spazio destinato alle residenze esteso su circa 8 mila metri quadrati – spiega l’assessore – aree commerciali per 9.600 e un albergo da 2.800 metri con le piscine per 4.400, 450/500 parcheggi che faranno parte dei 1.100 totali”. Lapidario l’assessore all’urbanistica a conclusione dell’articolo: “Il bando sarà aperto per non meno di quattro e non più di sei mesi – conclude Segalerba – Il nostro obiettivo è attirare investimenti e generare fiducia nel sistema Italia”. Anche in questo ennesimo tentativo non si raggiunse nessun obiettivo.

Penso che possa bastare, ma vorrei concludere con due brevi riflessioni. La prima è dedicata al confronto tra i mirabolanti progetti presentati e la tristissima conclusione di oggi: un confronto impietoso tra ieri e oggi, tra dépliant tradotti in inglese, arredamenti con schermi per il nuovo front di Chiavari e il depuratore fognario col camino puzzolente. La seconda è una vera proposta: l’indicazione toponomastica del sito non è Area di Colmata, ma Piazza dell’Umanità; forse è bene pensarla con la prossima costruzione dell’impianto e cambiare il nome che non merita.

(* storico e studioso di tradizioni locali)

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