di ALESSANDRA FONTANA
A sette anni la certezza che sarebbe diventato uno scrittore e oggi ventidue libri all’attivo dimostrano che il sogno di bambino è diventata una realtà. Roberto Centazzo ha lavorato prima alla Sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica e infine come Comandante del Posto Polfer di Savona. La sua esperienza lavorativa è stata riversata nei romanzi dalle tinte noir e, proprio ieri, mercoledì 27 marzo, ha presentato a Lavagna il romanzo ‘Taccuino d’appunti sulla teoria delle ombre’ pubblicato dalla casa editrice AltreVoci edizioni.
“Questo libro non fa parte di una serie comincia e finisce, è diverso da tutti gli altri che ho scritto” racconta Centazzo che in questi anni ha dato vita a numerosi personaggi. “Ho inventato tre serie – racconta l’autore ligure – Squadra speciale Minestrina in brodo che ha come protagonisti tre poliziotti in pensione che continuano ad indagare, e questa è formata da sei romanzi. I tre romanzi di Cala Marina invece sono ambientati negli anni Sessanta nel Ponente Ligure. C’è anche la serie Toccalossi uscita con Frilli”.
Questo romanzo invece è un’opera autoconclusiva. L’idea che muove il taccuino è originale: “Uno scrittore di fama internazionale è rinchiuso in un ospedale psichiatrico giudiziario con l’accusa di triplice omicidio. Lo psichiatra deve valutare se lo scrittore è capace di intendere e volere oppure è completamente folle”.
Da questo ovviamente dipenderà il suo futuro, carcere sì o carcere no? “Sono morte tre donne. Lo psichiatra lo studia ma non riesce a capire se stia dicendo la verità oppure no. O meglio, forse sta raccontando la trama per il suo nuovo libro”.
Qui comincia il gioco, anche per il lettore che proverà a districare la matassa alla ricerca della versione reale: “Ci sono due piani diversi, la narrazione del detenuto rinchiuso e quella dello psichiatra che dialoga con il magistrato per metterlo al corrente della situazione”.
Come è nata l’idea per un libro così particolare, verrebbe da chiedersi, e Centazzo risponde con semplicità: “Le idee vengono così, scrivendo. Io scrivo tutti i giorni”, come se fosse un’esigenza. “Questo libro comincia con una considerazione. Il protagonista afferma che la narrativa è come un’immersione in apnea. Una persona deve andare a fondo ma non troppo per poter tornare in superficie. Quando ti avventuri negli abissi della mente non saprai mai come ne uscirai, se riuscirai a sganciarti da certi pensieri oppure cadrai nella follia più totale. Il romanzo parte da questa idea”. Per scoprire come andrà avanti la storia di ‘Taccuino d’appunti sulla teoria delle ombre’ bisognerà andare avanti nella lettura. “Non ci sono commissari che investigano, è un noir senza fronzoli”. La tensione è tutta contenuta nello sforzo di scoprire la verità. Cosa scrive davvero su quel taccuino custodito così gelosamente? “Lui ha anche smesso di scrivere e ora dipinge ma non oggetti, persone o animali, solo le ombre che proiettano. E questo elemento ovviamente fa pensare allo psichiatra che si tratti di un pazzo…”, ma di più non si può svelare.