Glocal… no social
Settimanale di attualità, economia e sport

Ultima edizione

Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Un cinema futurista a Chiavari?

È bello pensare che il Mignon possa salvarsi anche grazie a Filippo Tommaso Marinetti. Ma forse chi ha pronunciato la frase intendeva semplicemente ‘un cinema del futuro’
Negli anni Trenta Chiavari si consacrava Città Futurista, come lo stesso Marinetti scrisse sul registro dell’Hotel Negrino
Negli anni Trenta Chiavari si consacrava Città Futurista, come lo stesso Marinetti scrisse sul registro dell’Hotel Negrino
Condividi su

di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *

Nelle scorse settimane si è parlato ripetutamente del cinema Mignon e del suo futuro. I toni erano preoccupati, in quanto da più parti si è ventilata una possibile chiusura della sala. Ci siamo angustiati non poco, nella convinzione che il nostro territorio abbia già pagato un prezzo molto alto in termini di demolizione e chiusura d’importanti spazi culturali; e il Mignon, unico cinema rimasto in città, rappresenta davvero uno spazio irrinunciabile. 

Tra i diversi interventi c’è stato però qualcuno che ha detto che la sala potrebbe diventare “un cinema Futurista”. Questa definizione mi torna in mente da diversi giorni e ne desidero indagare i possibili significati. Innanzitutto mi pare un buon auspicio per la sopravvivenza del cinema; parlarne in questi termini significa infatti non nutrire dubbi sul suo avvenire e scongiurarne la chiusura. 

Mi restano tuttavia non pochi dubbi sul reale significato di un cinema “futurista”. Chiudendo gli occhi mi tornano in mente le lunghe riflessioni con l’indimenticabile Franco Ragazzi, un amico col quale ho condiviso molte avventure e ricostruito momenti della storia di Chiavari.

In particolare ricordo la presentazione del suo lavoro su “Marinetti e il Futurismo in Liguria”, un saggio edito nel 2006 e presentato in Società Economica. Fu un pomeriggio indimenticabile, cui molti studiosi contribuirono con le ultime ricerche sul territorio, alla presenza della figlia del fondatore del movimento, Vittoria Marinetti.

Alla luce di questo ricordo si può meglio comprendere il mio desiderio di provare ad adattare quel riferimento al futuro del cinema Mignon.

Quel giorno all’Economica Ragazzi percorse con attenzione il vasto e frastagliato profilo biografico di Filippo Tommaso Marinetti, e ci riportò a Genova, città che lo ospitò a lungo, e dove, presso la residenza di Piazza Caricamento, Marinetti scrisse alcune sue opere. La Liguria fu terra fertile per le sperimentazioni futuriste. Numerose furono le “Serate” organizzate presso la scuola d’Albisola dagli artisti ceramisti, con le loro preziose ed originali produzioni.

Tra queste presenze liguri risulta significativo il ruolo della città di Chiavari e dei primi che qui approcciarono e misero in pratica la proposta del “Manifesto Futurista”. In Economica è conservato il “numero unico” di “Chiavari Anno X”, uscito il 22 novembre del 1931. La pubblicazione riassumeva il lavoro, il fermento ideale del movimento in Chiavari. Vi era pubblicato il testo del Manifesto, vi si richiamava il significato dell’Aeropittura, si propagandava l’innovativo linguaggio “dei poeti e aviatori futuristi”, si inneggiava “contro l’esterofilia”, sino all’uso del “Manifesto della cucina futurista”. 

La Mostra d’Arte Futurista fu inaugurata presso il Palazzo delle Esposizioni in via Nino Bixio alla presenza del fondatore del movimento.

Nel programma di quella indimenticabile giornata, presso il Salone del Grand Hotel faceva bella mostra di sé il “1° Aeropranzo Futurista” in cui venne servito a mo’ di antipasto il “Timballo d’Avviamento”, quindi il “Carburante Entella Decolla Palato”, poi il “Bue in Carlinga” e per finire “Elettricità Atmosferiche Candite”. 

Grazie ad un ampio e documentato capitolo curato da Luigi Frugone possiamo rivedere la cronaca di tutti gli avvenimenti.

Oltre la mostra, ebbe un notevole richiamo la “Serata Futurista” presso il teatro della Pro Chiavari. Dalle 21, due distinte rassegne di esibizioni presero il via nel grande salone ginnico; nella prima erano previsti dieci quadri poetici, da Balilla Pratella a Marinetti, con “vortici di danza”, “parole in libertà”, “morte di un vecchio frak” e un “paesaggio d’odori del mio cane lupo”. La seconda parte prevedeva un nuovo intervento di Marinetti su “Poesia e sport”. La serata si concludeva con “Il Circuito di Poesia Futurista”. L’esibizione del “Circuito” concepito come “una gara per l’elezione del Poeta-Record di Chiavari”.

In quella giornata, dunque, Chiavari si consacrava Città Futurista, come lo stesso Marinetti scrisse sul registro dell’Hotel Negrino. Tutti i massimi protagonisti del movimento, da Farfa a Krimer, da Tullio d’Albisola a Bellonzi, da Gerbino a Escodamè presenziarono e parteciparono alle esibizioni. 

Nell’incontro alla Società Economica citato qui sopra, Ragazzi ci rammentava che la visione d’avanguardia di quel tratto culturale coinvolse anche pittori locali; tra questi valido esponente fu Emanuele Rambaldi che realizzò il manifesto per promuovere la “Prima Esposizione Futurista” presso la Corale Giuseppe Verdi. 

In questa ricostruzione dell’esperienza futurista  locale  non possiamo dimenticare alcune realizzazioni architettoniche: prima fra tutte la Colonia Marina ‘Gustavo Fara’ di Camillo Nardi Greco, con le importanti “Aeropitture” di Demetrio Ghirindelli. La “Cappella-bar a Chiavari”, un progetto di Alberto Sartoris del febbraio 1920, non fu invece mai realizzata. A Casarza è ancora visibile ai nostri giorni la Cappella Fracchia di Enrico Del Debbio, un progetto realizzato nel 1933.

Naturalmente non ho richiamato tutto ciò che si può ritrovare negli studi e nelle pubblicazioni dedicate all’esperienza futurista a Chiavari e dintorni, ma solo quanto basta per affermare che la proposta del Cinema Futurista troverebbe uno straordinario retroterra storico, un trascorso che potrebbe dare successo e giustificazione ad una proposta del genere. In diversi mi hanno sussurrato nell’orecchio che forse chi ne ha parlato si riferiva al termine intendendo semplicemente ‘un cinema del futuro’. Non so, vedremo, ma mi piace di più pensare ad un intento nel quale il Cinema Mignon sarebbe salvo anche grazie a Filippo Tommaso Marinetti!

(* storico e studioso delle tradizioni locali)

Ultimi video

Intervista a Simone Franceschi, vicesindaco della Città Metropolitana: “Nessun fermo ai lavori sull’argine dell’Entella"
"Ancora nessuna ufficialità sulle alternative al depuratore in colmata. Se Chiavari dispone di elementi utili, ce li comunichi”
Chiavari, la variante al Puc divide: opposizione all’attacco, depuratore ancora al centro del dibattito. Silvia Garibaldi abbandona l’aula
“Provvedimento 'illegittimo e irricevibile', errori marchiani che rendono fragile la posizione contraria alla costruzione del depuratore in colmata"

Altri articoli

Tunnel della Val Fontanabuona, entro fine mese Autostrade replicherà al Ministero. Conferenza dei servizi in autunno

Giancarlo Durante, presidente di Confindustria Tigullio: “Noi siamo fiduciosi ma restiamo vigili. Il Tunnel della Val Fontanabuona è un progetto finanziato e il suo iter sta andando avanti"

Tra fede, tradizione e partecipazione Recco celebra la sua patrona, al via la Sagra del Fuoco

È la festa identitaria della città. I Sette Quartieri lanciano un’iniziativa solidale per Gaza con i mascoli in miniatura