di ALESSANDRA FONTANA
I muretti a secco fanno parte della tradizione ligure e sono un vero e proprio patrimonio per tutta la regione. Ma queste opere non appartengono (solo) al passato e soprattutto vanno mantenute nel presente: “L’uomo con la costruzione dei terrazzamenti e delle opere connesse aveva cambiato una volta per tutte le sorti del territorio. Questo è stato il peccato originale che ha provocato la caduta, non dell’uomo bensì del territorio destinato ad ospitarlo. I muri a secco infatti, di recente entrati a far parte nel Patrimonio dell’Unesco, svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle alluvioni (valanghe sulle Alpi) e nel combattere l’erosione del territorio mettendo un freno alla fragilità dei versanti, arginando l’espansione del bosco ed in sostanza per prevenire il dissesto idrogeologico”.
A sottolinearlo è il Collettivo Miralepa che da anni si occupa di salvaguardare questo patrimonio. E che nei mesi scorsi è stato anche a Cerisola (Comune di Rezzoaglio) proprio per il Primo Corso di Ricostruzione di Muri a Secco organizzato dal Consorzio della Patata Quarantina e dalla Fondazione Bosco Fontana.
Un corso che in pochissimo tempo ha esaurito i posti disponibili, motivo per cui gli organizzatori avevano annunciato la volontà di riorganizzarlo per l’anno successivo. La vera novità però è costituita dallo stanziamento di 7,8 milioni di euro da parte di Regione Liguria proprio per il ripristino e la manutenzione dei muretti a secco. Si tratta della quarta volta in cui Regione Liguria emette un bando di questo tipo, le cui modalità e criteri ricalcheranno quelle delle precedenti edizioni.
La misura prevede un contributo forfettario di 73,5 euro a metro quadrato di muretto a secco ripristinato. “Nel primo trimestre del 2025 andremo a riaprire e a dare continuità a un finanziamento particolarmente utile e apprezzato da privati e imprese – ha sottolineato il vice presidente Alessandro Piana con delega all’Agricoltura della Regione Liguria – che hanno potuto e potranno accedere a finanziamenti per intervenire sui muretti a secco, una delle peculiarità più significative ed emblematiche del nostro territorio, un simbolo dell’agricoltura eroica e del paesaggio ligure, grazie ai quali, nei secoli, una terra aspra e difficile come la nostra ha potuto diventare fertile e generare alcuni dei prodotti più rinomati a livello italiano, penso ad esempio ai famosissimi vini, come il Rossese di Dolceacqua, lo Sciacchetrà delle Cinqueterre, ed il Vermentino ligure. I muretti a secco poi, hanno un valore importante come presidio e manutenzione del territorio, come contrasto all’abbandono e, non ultimo, rappresentano un’eccellenza dal punto di vista culturale e turistico, uno degli elementi che rende unico il paesaggio ligure, fatto di una commistione profonda tra natura e opera dell’uomo, e merita di essere preservato”.