di ALBERTO BRUZZONE
La pazienza è di nuovo finita. Siamo tornati al tempo delle promesse, e forse neanche di quelle. Siamo tornati al tempo del silenzio, dell’incertezza, del tutto bloccato in attesa che la burocrazia muova i suoi lentissimi passi.
La domanda che ci si pone ciclicamente, da decenni, è sempre lì ed è sempre la stessa: a che punto siamo con il Tunnel della Fontanabuona? E la risposta, specie in queste settimane, è la più buia e cupa: siamo a un non punto. Passata la campagna elettorale delle Regionali, passato il tempo degli impegni, delle tempistiche e dei ‘faremo’, siamo di nuovo nella più cruda delle realtà.
Non c’è nulla e non c’è uno straccio di cronoprogramma. Ieri ha pensato di farsi sentire, per provare a smuovere un po’ le acque, Gabriele Trossarello, il coordinatore del tavolo dei sindaci della Val Fontanabuona, uno dei politici che più di tutti, da lunghissimo tempo, si spende per la realizzazione della grande opera, ci ha sempre creduto e non si è mai arreso.
Trossarello fa la voce grossa, e giustamente, esprimendo l’insoddisfazione di un’intera comunità: “Ora, va bene aspettare pazientemente che arrivi sta benedetta Via (la Valutazione di impatto ambientale, ndr), ma mi pare che adesso ci si stia mettendo veramente un po’ troppo: siamo fermi da fine febbraio 2024. È inutile dire ‘partiamo a marzo’ e poi ‘partiamo a giugno’ se i documenti non sono ancora in regola oggi. Invito chi di dovere a verificare a che punto sia la pratica, a fare quanto necessario per proseguire nell’iter e a comunicare alla popolazione i progressi fatti”.
Secondo Trossarello, infatti, “i troppi annunci senza seguito hanno irritato la gente, che non vede ancora l’invocata concretezza, nonostante – va dato atto – si riscontri una volontà politica chiara e più volte manifestata nel senso della realizzazione del tunnel. Credo dunque che se, a breve, non giungeranno notizie concrete, occorrerà muoversi nuovamente per stimolare l’adempimento delle promesse fatte”.
La pratica è, in sostanza, ferma da nove mesi presso il Ministero dell’Ambiente, che deve dare il via libera sbloccando positivamente la Valutazione di impatto ambientale. A questa, se tutto andrà per il verso giusto, seguirà la Conferenza dei servizi, quindi passeranno altri mesi e dovrà scorrere altra burocrazia. Inutile, ormai, fornire una data di inizio lavori, “perché con questo quadro significa prendere in giro le persone”.
L’unica certezza è che, ogni giorno, senza un’infrastruttura degna di questo nome e senza un collegamento degno di questo nome la Val Fontanabuona muore sempre un po’ di più, un’impresa fatica sempre un po’ di più, un cittadino si sente abbandonato sempre un po’ di più. Si ha un bel dire a parlare di ripopolamento delle valli e di attenzione verso gli entroterra, ma qui ci sono interi comuni che da anni attendono e che da anni si rivedono mandati indietro. “Se servirà una manifestazione, la faremo”, annuncia Trossarello. E, per il momento, è l’unico elemento concreto, nel mare di incertezza e dubbi in cui il Tunnel della Fontanabuona è nuovamente finito. Un tunnel, per l’appunto.