(r.p.l.) Dopo le parole, ecco i tanto attesi fatti. Con l’approvazione della Valutazione di Impatto Ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente, il progetto del tunnel della Val Fontanabuona esce dal mondo del potenziale ed entra nell’iter che porta verso la posa della prima pietra.
Un via libera che segna l’inizio della fase esecutiva di un’opera attesa da decenni, chiamata dai propri promotori a trasformare profondamente la mobilità e l’economia di quell’angolo di Liguria.
La VIA, così, non è solo un passaggio burocratico ma anche una tanto attesa risposta alle perplessità e alle critiche che negli anni hanno accompagnato il progetto.
UNA VALLE ISOLATA IN CERCA DI RINASCITA
La Val Fontanabuona, lembo di entroterra incastonato tra le colline del Tigullio, ha sempre sofferto la mancanza di collegamenti adeguati. Strade tortuose e poco efficienti, nel tempo hanno isolato il territorio, frenandone, secondo alcuni, le potenzialità economiche e sociali. Per i residenti, ogni spostamento verso la costa o verso Genova si traduce in lunghi tempi di percorrenza e disagi. Situazione che ha inevitabilmente limitato la crescita di imprese locali, costrette a fare i conti con costi logistici elevati, e ha disincentivato nuovi investimenti. L’idea di un tunnel che rompesse questo isolamento affonda le radici negli anni Sessanta, quando si iniziò a parlare di un collegamento diretto con l’autostrada A12. Tuttavia, decenni di rinvii e mancanza di fondi hanno lasciato il progetto in sospeso, fino a quando un accordo firmato nel 2021 ha finalmente dato nuova linfa all’iniziativa.
DETTAGLI TECNICI E COSTI
Il progetto prevede un collegamento diretto tra la strada provinciale SP22 e l’autostrada A12. Il cuore dell’opera sono due gallerie: la ‘Caravaggio’, lunga 2.093 metri, e la ‘Fontanabuona’, di 2.583 metri. Complessivamente, saranno circa 5,6 chilometri di tratto prevalentemente sotterraneo, collegati a uno svincolo sull’A12 tra le gallerie ‘Giovanni Maggio’ e ‘Casalino’. Sistema di gallerie che rappresenta una sfida ingegneristica di alto livello, richiedendo tecnologie avanzate per garantire sicurezza e sostenibilità durante i lavori. Per migliorare ulteriormente la viabilità locale, verranno costruite due rotatorie e un nuovo ponte sul torrente Lavagna, opere accessorie che consentiranno una gestione più fluida del traffico in entrata e in uscita dalla valle. Il costo complessivo dell’opera è stimato intorno ai 300 milioni di euro, con il grosso dell’investimento a carico di Autostrade per l’Italia, che ha assunto un ruolo centrale nella realizzazione del progetto come parte di un più ampio accordo di compensazione per i disagi autostradali in regione.
TEMPI E PROSPETTIVE
Secondo il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Edoardo Rixi, l’avvio dei lavori è previsto per la primavera del 2025, con una durata stimata di sei anni. Questo significa che il tunnel potrebbe (condizionale d’obbligo) essere operativo entro il 2031. Le tempistiche del progetto sono ambiziose, ma necessarie per rispondere alle esigenze del territorio. Durante la fase di costruzione, si prevedono cantieri attivi lungo diverse tratte, con un significativo impatto sul traffico locale che dovrà essere gestito con piani di viabilità alternativi.
I BENEFICI ATTESI
Il tunnel della Val Fontanabuona è stato accolto fin dal principio con un generale entusiasmo per i suoi potenziali benefici. La maggiore accessibilità dovrebbe attirare nuove imprese, favorendo uno sviluppo economico che la valle aspetta da tempo. Con un collegamento diretto e rapido, secondo i promotori dell’intervento, le aziende locali avranno la possibilità di competere in un mercato più ampio, riducendo i costi di trasporto e aumentando la loro attrattività per investitori esterni. Anche il turismo potrebbe trarre vantaggio da collegamenti più semplici e veloci, contribuendo alla valorizzazione del territorio. Non meno importante, l’opera porta in dote la promessa di migliorare significativamente la qualità della vita dei residenti, accorciando i tempi di percorrenza e rendendo gli spostamenti più agevoli. Si stima che il tempo di viaggio verso la costa potrebbe essere ridotto di oltre il 50%, rendendo più semplici anche gli spostamenti quotidiani per esigenze di lavoro o studio.
UNA SFIDA PER LA LIGURIA
Il tunnel della Val Fontanabuona rappresenta una delle tante sfide aperte in Liguria sul piano delle infrastrutture. Da un lato, offre la prospettiva di un futuro più connesso e prospero. Dall’altro, solleva dubbi e interrogativi che non possono essere ignorati. Il 2025 segnerà l’inizio di un percorso lungo e complesso che muoverà i propri passi sotto gli occhi attenti di cittadini e della politica. In un territorio che da sempre deve fare i conti con la fragilità del proprio ecosistema e con le difficoltà economiche, il tunnel potrebbe rappresentare una soluzione logistica che, per il fronte del “sì”, sa anche di rinascita. Ma ancora tanto c’è da discutere.
IL FRONTE DEL SÌ
Tra chi esulta c’è anche e soprattutto Gabriele Trossarello, già sindaco di Moconesi e tra le persone che più hanno creduto nel tunnel in questi anni, senza mai smettere di darsi da fare, anche quando le prospettive erano minime: “È arrivato finalmente l’ok da parte del Ministero. Aspi dovrà attenersi ad alcune prescrizioni nella redazione del progetto esecutivo, ma direi che siamo al dunque, abbiamo valicato questa montagna in salita. Ora concediamoci qualche momento di soddisfazione ma poi torniamo subito al lavoro. Mancano la conferenza dei servizi tra tutte le istituzioni e i soggetti interessati, e poi il progetto che recepisca le prescrizioni”. Secondo Trossarello, “il tunnel potrà veder vita verso la fine dell’estate, secondo me, con il primo lotto, cioè le opere preparatorie. L’utilità di questa infrastruttura è epocale: si collegheranno la Val Fontanabuona e Rapallo in soli otto minuti. Oggi serve un’ora e mezzo. È un cambio di vita netto per chi vive nell’entroterra”. Non solo: “Quest’opera ha ottenuto il parere favorevole da parte di trentasei comuni, tutti sono stati d’accordo in una comunione di intenti e di visione che così ampia non si era mai vista prima. Anche questo è un dato di fatto fondamentale”.