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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Riapertura del Tribunale di Chiavari, l’ex procuratore Francesco Cozzi: “Dico sì al ritorno di alcuni servizi fondamentali sul territorio. La fusione non ha fatto risparmiare nulla”

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di ALBERTO BRUZZONE

Ma la riapertura del Tribunale di Chiavari è realmente possibile? Se ne parla con sempre maggiore insistenza in queste ultime settimane, dopo che alcuni spiragli in questo senso sono sopraggiunti dall’attuale Governo, intenzionato a rivedere alcune indicazioni della Legge Severino. Nei giorni scorsi, il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ha visitato il palazzo di via del Gasometro, come raccontato da ‘Piazza Levante’.

L’esponente dell’esecutivo ha invitato sindaci e amministratori del territorio a elaborare un progetto, spiegando che la riforma avviata dall’allora Governo guidato da Mario Monti ha impoverito i territori. E mentre si è al lavoro per presentare una serie di linee programmatiche, a parlare del tema è Francesco Cozzi, ultimo procuratore capo del Tribunale di Chiavari prima della sua chiusura ed ex procuratore capo del Tribunale di Genova sino al momento del suo pensionamento. Persona molto stimata, Cozzi è attualmente il Garante dell’Ateneo di Genova e si occupa di formazione dei futuri magistrati.

“Io non credo – sostiene – a un ritorno in pianta stabile del Tribunale di Chiavari esattamente com’era in passato. Ma la possibilità di localizzare alcuni servizi va presa in esame assolutamente. Certo, bisogna ragionare su parecchi elementi”.

Le prime considerazioni sono quelle logistiche: “Gli spazi: si deve capire in quale misura il nuovo palazzo di via del Gasometro, che era stato pensato come sede del Tribunale, risulti adesso occupato da altri servizi di natura pubblica, quali piani siano stati svincolati dalla funzione giudiziaria e se ci sia compatibilità tra gli uffici presenti e quelli di giustizia. Queste sono verifiche che vanno condotte a livello di amministrazioni locali. Ci sono alcuni uffici di prossimità e alcuni uffici del giudice di pace. Altri spazi sono a disposizione? È pregiudiziale capire quali e quanti. L’alternativa è il vecchio palazzo di giustizia di piazza Mazzini, ma anche qui mi pare che l’amministrazione abbia altri piani. Ripeto: mi sembra poco realistico dal punto di vista della spesa che venga restituito in toto il Tribunale con l’annessa Procura. L’errore di chiudere tutto è stato fatto in passato e ora è veramente difficile tornare indietro. Più plausibile una soluzione di tipo mediano, che sarebbe comunque molto importante sotto il profilo del servizio pubblico”.

Cozzi ha le idee chiare: “L’accorpamento tra Chiavari e Genova è stato efficiente dal punto di vista delle procedure, sia per i processi penali che per quelli civili. Ma non ha rappresentato nessun risparmio in termini economici. Semmai su Genova si è aggravato il problema degli spazi. Già Genova era in difficoltà, lo è andata ancor di più nel momento in cui sono arrivati i servizi del Tribunale di Chiavari. Ora al Tribunale di Genova servono ulteriori spazi. Ecco perché non c’è nessun risparmio. Bastava lasciar aperto quel Tribunale a Levante”.

Secondo Cozzi, “questi problemi sono esplosi soprattutto nel periodo della pandemia e ora ce li trasciniamo avanti. Portare altri uffici dove gli spazi erano già stretti è stata un’operazione che si commenta da sola. Le sedi sono inadeguate: e per i giudici di pace e per il Tribunale dei Minori, tanto per fare qualche esempio. A Chiavari e dintorni, però, bisogna vedere e capire quali sono gli interessi dei comuni. È chiaro che, se mai tornerà un servizio di giustizia, dovrà avere competenze più ampie rispetto a prima, considerando anche l’entroterra”.

L’ex procuratore capo di Chiavari e di Genova ritiene più fattibile “operare con una serie di frazionamenti di servizi, che sono molto gravosi per il Tribunale di Genova. Qualche esempio? Tutto il discorso delle amministrazioni di sostegno: queste andrebbero spostate nei luoghi di origine, anche per recar meno disagi ai cittadini interessati, specialmente con l’attuale situazione delle autostrade liguri. Altro esempio: ricollocare la parte relativa alle udienze penali del settore monocratico, per i reati commessi in quella determinata porzione di territorio. In più, invito a studiare altri servizi specifici che potrebbero essere spostati a Levante. Questo mi pare un buon percorso, sempre se c’è la volontà da parte dei comuni interessati. La riapertura dei servizi giudiziari è legata all’interesse del territorio e delle popolazioni: se è utile per i cittadini, va certamente presa in esame. A Chiavari, per esempio, vedrei molto bene anche il tribunale delle famiglie”.

Nel frattempo, il Consiglio comunale di Chiavari ha istituito una commissione speciale per la riapertura del Tribunale del Tigullio, che entro sei mesi presenterà un progetto al Ministero della Giustizia. Presidente della commissione, di cui fanno parte tutti i capigruppo consiliari, è stato eletto l’avvocato Nicola Orecchia, consigliere di minoranza a Chiavari, mentre come consulente esterno è stato scelto Gabriele Trossarello, anche lui avvocato, presidente del Comitato anti chiusura del Tribunale, assessore comunale ed ex sindaco di Moconesi.

Il Tribunale di Chiavari è chiuso da dieci anni per la decisione del Ministero conseguente all’accorpamento con il Tribunale di Genova e il relativo trasferimento degli uffici giudiziari del Tigullio nel capoluogo ligure. “La commissione si occuperà di verificare le condizioni e vagliare ogni possibilità d’azione per arrivare a presentare, entro sei mesi, un progetto di riapertura dotato di sostenibilità economica e fattibilità giuridica – ha spiegato il sindaco di Chiavari, Federico Messuti – Il fine è duplice: rivedere la geografia giudiziaria e offrire un servizio più efficiente in grado di alleggerire il lavoro dei tribunali delle grandi città. Di certo sarà una sfida impegnativa, ma lavoreremo per ottenere il miglior risultato possibile per il nostro territorio”. Il palazzo di via del Gasometro costò tredici milioni di euro. Anche recuperare quell’investimento sarebbe cosa buona e giusta. A proposito di giustizia.

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