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Giovedì, 25 maggio 2023 - Numero 271

Il Tennis Club di Santa punta a vincere game, set e match

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di DANILO SANGUINETI

Una scivolata controllata, un cambio di direzione fulmineo. Per il tennista agilità e reattività sono il pane quotidiano. Qualità che vengono utili anche per amministrare un circolo, specie se devi farlo a Santa Margherita, dove la concorrenza ce l’hai ‘dentro le mura’, così come nei paesi limitrofi.
Il Tennis Club Santa Margherita era un’istituzione sino a due decenni fa, poi una serie di passaggi di proprietà e vari sfortunati eventi lo avevano portato a segnare il passo, se non addirittura a essere emarginato. Eppure aveva qualità indiscusse – collocazione centralissima in città, un bacino di utenza che poteva contare sulle migliaia di turisti che frequentano il Tigullio Occidentale da aprile a ottobre – ed eccellenze sia nell’insegnamento che nell’agonismo che rischiavano di andare perse per sempre.

La ‘scivolata’ poteva trasformarsi in capitombolo, per fortuna prima la passione di chi ci lavorava e poi l’intervento sincronizzato delle amministrazioni locali e di privati lungimiranti ha portato a un’inversione di retta fulminea. Le migliorie apportate non solo ai campi di gioco ma all’intera area accoglienza hanno prodotti benefici immediati. Il presidente del T.C. Santa Iguera, ai microfoni di Liguria Sport, riassume: “I lavori di ammodernamento iniziati due anni possono considerarsi conclusi. Sono contento che l’inaugurazione ufficiale sia stata fatta alla presenza del governatore Giovanni Toti che si era speso molto quando ci fu la gara di aggiudicazione nel 2017. Abbiamo fatto grandi passi di avanti in un tempo relativamente breve. Questo certamente non ci autorizza a sederci sugli allori. Abbiamo intenzione di crescere ancora”.

La società immobiliare che rilevò il club scelse Mauro Iguera che si era messo in luce come direttore di uno dei più prestigiosi circoli tennistici di Genova. “Quando sono arrivato qui, mi sono reso conto che bisognava seguire una strategia adatta alla realtà particolare di Santa. Abbiamo portato la prima squadra maschile in serie B, un risultato prestigioso senza alcun dubbio, ma che non ci ha impedito di dedicarci con grande attenzione anche alla scuola tennis, che vanta di nuovo tanti giovani, e di aprire le porte a un gran numero di appassionati, che vedono nel tennis un’occasione per fare sport e mantenersi in forma. La mia idea è quella che la squadra sia la punta dell’iceberg, la parte più visibile della piramide, che però galleggia grazie alla base, i circa 90 ragazzi della scuola tennis che ogni giorno affollano i campi. E questo in ogni stagione, anche in inverno quando hanno una disponibilità di terreni superiore a quella degli altri circoli della zona”.

In estate ci sono da conciliare gli allenamenti degli agonisti con la vocazione turistica della città che moltiplica di parecchi fattori la sua popolazione. Il prendere parte alla serie B porta sui campi di Santa giocatori di livello, nello stesso tempo molte famiglie della città possono mandare i loro ragazzi al campo sicuri di trovare posto, accoglienza e professionalità.
“È diventato un punto di incontro invernale quando Santa non offre molte alternative. Sin dal primo giorno, ho deciso di adattare alla realtà locale quanto avevo appreso nel capoluogo. Contemperare le esigenze dell’agonismo con quelle dei dilettanti. Santa è un’altra cosa, può essere una gran cosa”.

L’asso nella manica di quest’ultima stagione si chiama Padel, il “similtennis, giocato in un campo dalle dimensioni ridotte, racchette che per dimensioni e struttura sono una via di mezzo tra tennis tavolo e il tennis tout court“. Il terreno di gioco è delimitato da pareti di plexiglass o di vetro perché la pallina può anche essere fatta rimbalzare contro di essi.
“Abbiamo dedicato un campo a questo posto. Mi dicono che per fondo e struttura della recinzione in vetro è uno dei migliori in circolazione, abbiamo il campo prenotato da mattina a sera, stiamo pensando di allestirne un secondo perché il Padel è un uragano…”. Chi tornasse in via Frugone 8 (traversa della via principale di Santa Margherita, corso Matteotti) dopo qualche anno di assenza forse non riconoscerebbe il circolo.

Il maestro Marco Lavagnino qui lavora da diversi anni e sottolinea il cambiamento: “Nel 2011 siamo partiti navigando a vista, lavoravamo tutti con contratti provvisori, nel 2017 il cambio di proprietà è stato decisivo, una vera e propria rinascita per il T.C. Santa Margherita Ligure. I campi rifatti, ora ne abbiamo cinque in perfetta efficienza, un numero importante per il bacino di utenza nel quale operiamo, poi il campo di Padel, il rifacimento della club house e da qualche settimana anche una palestra che per dimensioni non ha rivali in strutture di questo genere”.

Che cosa manca a un quadro che sfiora la perfezione? “Siamo al secondo anno di serie B, nella scorsa stagione siamo usciti ai play off, ora siamo in lizza. Il Tennis Club è una famiglia nella quale potete trovare di tutto. Abbiamo confermato chi ci ha portato sin qui e inserito professionisti di primo livello come Andrea Seppi che nonostante i tanti impegni è venuto a giocare per noi due volte, in casa nel girone e poi in trasferta a Roma. C’è un ragazzo spagnolo, Alejandro Davidovich Fokina, al 150esimo posto nella classifica Atp e assieme a loro due ‘locali’. Fabrizio Ornago e Simone Roncaglia, i due ragazzi del vivaio Nicholas Tassara e Luca Castagnola tutti fanno la loro parte nella squadra di serie B. Oltre ai 5 maestri che sono disponibili da lunedì a sabato e i 90 ragazzi di tutte le categorie, dal micro tennis (5 anni) in su. Sì, siamo sulla strada giusta per aggiudicarci questo game”.
E pure il match…

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