di DANILO SANGUINETI
Raccontare di uno sci club in un periodo dell’anno nel quale si fatica a ricordare come sia la neve, causa le meningi accalorate e un’estate che non intende mollare, sarà forse provocatorio. Oppure liberatorio.
In realtà, come ogni società seria che si rispetti, lo Sci Club Santo Stefano ha necessità di programmare, di giocare in anticipo. Il futuro, pure quello della stessa stazione sciistica avetana, si gioca in queste settimane.
Il dirigenti sono pronti a fare la loro parte, serve però che dallo stato, enti locali in primis, rispondano con azioni e interventi, non vaghe promesse.
Il clima sta cambiando, il meteo sempre più variabile rende quasi imprevedibile l’evoluzione delle varie fasi stagionali, segnatamente quella invernale. Nessuno arrischia una previsione attendibile oltre i dieci giorni, da un mese all’altro può mutare lo sfondo. Non parliamo poi di precipitazioni: la durata e ampiezza delle stesse è soggetta a mille variabili, sia che si tratti di pioggia, neve, o fenomeni misti tipo nevischio e grandine.
In simili condizioni, con stazione, impianti e club alla mercè di Giove Pluvio, le chance di ripresa sono prossime allo zero. In una parola serve la tecnica, la scienza in soccorso di una zona che ha caratteristiche ambientali uniche, piste a 1500 metri esposte alle brezze marine.
Lo Sci Club intende fare la sua parte, non si sottrarrà alla sfida a patto che gli venga incontro lo stato che sia quello centrale o quello, mediato. degli Enti Locali. Il presidente Pietro Squeri, il vice Mattia Badinelli e gli altri consiglieri hanno instaurato un filo diretto con la Regione Liguria e l’Area Metropolitana di Genova (che ha rilevato le competenze della Provincia quindi anche le zone montane e i parchi dell’Appennino).
Lo scorso 30 dicembre arrivarono in visita pastorale a Santo Stefano il ‘Governatore’ della Liguria Giovanni Toti e Marco Bucci in qualità di Sindaco Metropolitano. C’era da festeggiare il decennale dell’apertura della Ski Area. Gli illustri turisti vennero portati sino ai 1770 metri del Monte Bue a visitare la stazione di arrivo delle due seggiovie e la partenza della pista rossa che aveva appena ricevuto l’omologazione da parte della Fisi, una primizia per la nostra regione.
Toti si sbilanciò: “Un luogo straordinario, con piste di sci a quasi 2000 metri situate a poche decine di chilometri dalle spiagge del Tigullio. Una ricchezza di proposte unica, dagli sport acquatici a quelli invernali in un’ora, un patrimonio che va valorizzato. Certamente si deve tornare a investire su questo progetto, stiamo ragionando sul potenziamento della parte sciistica, ci vuole un impianto di innevamento artificiale: appena il Comune ci sottoporrà lo studio di fattibilità, lo prenderemo in esame”.
Si sa che i tempi della politica e della burocrazia spesso non coincidono. E i discorsi restano per molti mesi tali. Allo stato attuale siamo ancora nella fase degli studi e dei progetti. L’iter burocratico si è messo in moto, i tempi sono tutt’altro che certi. Anzi. Il dirigente dello Sci Club e consigliere regionale Fisi Marco Pinat è molto cauto sui tempi. Sa benissimo che la stagione che va a cominciare sarà ancora in salita, senza impianto di innevamento artificiale. “Purtroppo possiamo solo aspettare. La Regione non può muoversi prima che il Comune di Santo le invii il dossier con lo studio di fattibilità e la necessaria documentazione. Ci sono state le elezioni in primavera, è cambiata la giunta, sono sicuro che stanno facendo il più in fretta possibile. È una questione vitale, e non solo per lo Sci Club. Un esempio pratico recente. Nell’ultimo fine settimana di febbraio del corrente anno era in programma l’appuntamento clou del nostro calendario, il Trofeo Enzo Squeri e Paolino Pinat, una gara in due giorni riservata alle categorie giovanili. Nei giorni precedenti aveva fatto freddo e pure nevicato in abbondanza. La pista rossa era pronta; solo all’arrivo causa i venti che avevano girato e provenivano dal mare gli ultimi dieci metri del percorso dello slalom gigante erano scoperti. Niente da fare, fummo costretti a trovare in fretta e furia una soluzione alternativa. Per fortuna Limone ci venne incontro e ci prestò per fine marzo una delle sue piste. Bene per il Trofeo, male per Santo Stefano”.
I numeri parlano: “Stiamo parlando di una gara con 227 partecipanti. Era l’ultima prova della Coppa Liguria, valida anche come campionato regionale G/S/M di Slalom Gigante, l’assegnazione del titolo provinciale di Genova 2019. In lizza 125 atleti nelle categorie Allievi – Ragazzi – Giovani/Seniores – Master M/F e 102 nelle categorie Super Baby – Baby – Cuccioli M/F. Aggiungete maestri e famiglie al seguito dei concorrenti: significa aver perso dalle 400 alle 500 presenze per un intero weekend, numeri non trascurabili per un paese che vive di turismo come Santo Stefano”.
La lezione è chiara e dovrebbe essere state recepita anche dai duri di… orecchie. Il consigliere Pinat cura le pubbliche relazioni della società, ha il polso della situazione: “Siamo riusciti nei mesi scorsi ad avere una pista omologata Fisi. Un grande sforzo per una località sciistica a 1000 metri di altitudine con piste che arrivano ai 1700 metri del Monte Bue. E con il clima particolare, la variabilità del meteo dovuto ai noti problemi, solo l’innevamento artificiale ci può salvare. Sciare solo sulla pista Baby a Rocca d’Aveto è troppo poco, senza le piste rosse e blu aperte con continuità non possiamo garantire le ore necessarie alla Scuola Sci. Noi siamo pronti, appena ci danno il via, ci rimbocchiamo le maniche e ci daremo da fare”.
La spesa sarebbe tutt’altro che imponente: circa 500mila euro per lavori da svolgere in due lotti. Il sito prescelto è il Prato della Cipolla, dove c’è ampio spazio per ‘collocare’ i cannoni e le attrezzature necessarie”. I fondi ci sono, si tratta solo di schiacciare sull’acceleratore. “Sarebbe importante – conclude Pinat – che fossero tutti i comuni della Valle a farsi sentire. Io credo che avere una stazione sciistica operativa per l’intero inverno sotto il Maggiorasca sarebbe una fortuna per tutti, intendo Rezzoaglio e gli altri paesi e paesini dell’Alto Aveto. Ogni weekend il numero dei turisti aumenterebbe in modo esponenziale e non credo che tutti resterebbero a Santo Stefano. Mettiamo da parte i particolarismi, in un caso come questo se si lavora uniti si fa prima e si fa il bene di tutti”. Per il momento però bisogna affidarsi alle fata della Neve. “Vogliamo anche in questa stagione ospitare, oltre alla Scuola Sci, anche gare federali. Ci riproveremo con il Trofeo Squeri-Pinat”. Sci Club Santo Stefano DAveto: montanari doc, fieri di esserlo e di proclamarlo con la caparbietà che li contraddistingue.