di ENRICO LASTRICO *
Tutti produciamo rifiuti e vorremmo disfarcene al più presto, specialmente in estate, ma non è così semplice! Ci viene richiesto un impegno sempre maggiore dalle istituzioni, Comunità Europea in testa, per gestire scarti di tutti i tipi che accompagnano i prodotti che giornalmente acquistiamo. In Liguria la produzione complessiva dei rifiuti urbani, cioè quelli prodotti dalle famiglie e quelli assimilati ai rifiuti urbani prodotti dalle imprese, si attesta nel 2017 sulle 824.500 tonnellate, di cui più della metà prodotte dalla sola Provincia di Genova e il resto prodotto dalle altre tre Provincie liguri sostanzialmente in parti uguali.
Per avere una percezione più concreta delle quantità di rifiuti generati ogni anno, è utile valutare un altro indicatore: la produzione pro-capite; in questo caso possiamo dire che il dato medio regionale nel 2017 è pari a 529 kg/abitante, valore superiore alla media Ue (476 kg/abitante) e alla media Italia (497 kg/abitante), ma che risente anche del flusso turistico: è come se ogni cittadino in un anno avesse riempito di scarti una stanza di due metri di lato!
Ma cosa ci sarebbe dentro quella stanza? Il rifiuto indifferenziato in Liguria è composto essenzialmente da organico e scarti di cibo (34%), carta e cartone (18%), plastica (12%), ingombranti (8%), tessili (8%), vetro (5%), pannolini (4%), metalli (2%), legno (1%), inerti (1%), rifiuti urbani pericolosi (0,5%), altro (6,5%).
Ecco quindi che entra in gioco la raccolta differenziata, con lo scopo di andare ad intercettare i materiali recuperabili e ancora utili ai cicli produttivi. La nostra Regione ha raggiunto nel 2017 una percentuale di raccolta differenziata pari al 48,5%, in buona crescita rispetto al 43,2% del 2016 e al 38,6% del 2015 anche se ancora al di sotto della media Italia (52,5%), lontana dall’obiettivo del 65% e lontanissima dalla regione 1^ in classifica, il Veneto, col 72,9%. Ma cosa è successo in ‘casa nostra’?
I due Golfi Tigullio e Paradiso hanno una popolazione di 100.000 abitanti il primo e di 30.000 il secondo e nel 2017 hanno prodotto rispettivamente 61.000 e 16.000 tonnellate di rifiuti che risentono, soprattutto per il Tigullio, anche del flusso turistico elevando per quest’ultimo a 799 kg/abitante/anno la produzione pro capite che invece rimane al di sotto della media regionale per il Golfo Paradiso con 476 kg/abitante/anno.
Sul fronte della raccolta differenziata, risultato lusinghiero per 9 dei 14 comuni dei due golfi che superano l’obiettivo di legge (65%); restano indietro Camogli, Rapallo, Santa Margherita, Uscio e Zoagli.
Nel Tigullio il primo in classifica è Sestri Levante (76,7%) seguito da Portofino (71,9%), Lavagna (69,4%) e Chiavari (69,3%) appaiati, Santa Margherita (59,3%) e Rapallo (55,9%) ancora lontani dall’obiettivo e il fanalino di coda Zoagli (25,9%) lontanissimo dagli altri.
Nel Golfo Paradiso svettano quasi a pari merito Avegno (73,4%) e Pieve Ligure (73,2%) seguiti da Sori (70,8%) e Bogliasco (70,1%) vicinissimi tra loro e da Recco (67,6%), Camogli (63,3%) vicino all’obiettivo e infine Uscio (43,1%) un po’ staccato.
Se andiamo a confrontare tra loro i risultati ottenuti nel 2016 e nel 2017 scopriamo che la raccolta differenziata è cresciuta mediamente solo del 3% nei due comprensori; per molti comuni siamo oltre il 65%, come abbiamo già detto, ma per alcuni occorre adeguare i sistemi di raccolta attualmente utilizzati al fine di centrare l’obiettivo. In particolare, nel Tigullio, Rapallo negli ultimi anni ha incrementato di due o tre punti percentuali ogni anno la raccolta differenziata e di questo passo impiegherebbe, se tutto va bene, almeno tre anni per raggiungere l’obiettivo del 65%; Santa Margherita invece, visto che ha incrementato mediamente del 5% all’anno la percentuale di raccolta differenziata, potrebbe raggiungere l’obiettivo già nel 2018, mentre Zoagli deve modificare radicalmente il suo sistema di raccolta che fa crescere il dato del 5% all’anno, ma la percentuale complessiva è troppo bassa.
Nel Golfo Paradiso troviamo Camogli con la raccolta differenziata che cresce mediamente del 4% o 5% all’anno e che potrebbe raggiungere il 65% già quest’anno, mentre Uscio deve provvedere a modifiche sostanziali del proprio sistema di raccolta differenziata la cui crescita è ferma da anni a 1% o 2% all’anno e la resa complessiva è insufficiente al raggiungimento del 65%.
Nei comuni dei dintorni del Tigullio si registra un salto importante rispetto al 2016 di Carasco (dal 52,0% al 79,5%), Cogorno (dal 45,6% al 68,1%), San Colombano Certenoli (dal 40,5% al 56,5%) e Leivi (dal 63,1% al 81,7%); in leggera crescita Castiglione Chiavarese (dal 35,4% al 39,6%) e stabile Casarza Ligure (dal 53,5% al 53,6%), entrambi, assieme a San Colombano Certenoli, ancora lontani dal 65%.
Le normative europee, statali e regionali obbligano i comuni che devono fare i conti con una serie di obiettivi: come abbiamo già detto, 65% di raccolta differenziata da raggiungere già nel 2012 (art. 205 del D.Lgs. 152/2006) e tasso di riciclaggio e recupero del 45% già nel 2016 e del 65% nel 2020 (Legge regionale 20/2015); inoltre, per il mancato raggiungimento ci sono sanzioni correlate che riverberano ovviamente sulla tariffa pagata dai cittadini. Nel primo caso scatta l’addebito della cosiddetta ‘ecotassa’ per la quota eccedente che viene conferita in discarica e nel secondo caso viene applicato un costo aggiuntivo di 25 euro per ogni tonnellata eccedente il limite conferita in discarica.
Il 2016 è stato il primo anno in cui sono stati accertati dalla Regione i dati relativi al tasso di riciclaggio dei comuni liguri; sono stati 119 su 234 i Comuni liguri ‘multati’ dalla Regione Liguria nel 2016 per un totale di 715 mila euro per non aver raggiunto gli obiettivi minimi di raccolta differenziata e riciclo fissati.
Il Comune di Genova ha dovuto pagare una sanzione di 432 mila euro, Savona di 26 mila euro, Imperia di 20 mila euro, tutti e tre per i bassi livelli di differenziata di metalli, organico e plastica. La Spezia è stato l’unico capoluogo di provincia a non essere multato. Tra gli altri Comuni costretti a versare l’addizionale: Ventimiglia di 27 mila euro, San Remo di 24 mila, entrambi per metalli, organico e plastica, e Campomorone di 11 mila euro per metalli, organico, plastica, legno e carta.
Nel Tigullio le sanzioni sono andate a Rapallo (8.059 euro), Santa Margherita (1.497 euro) e Zoagli (3.527 euro) mentre nel Golfo Paradiso i ‘multati’ sono Camogli (725 euro) e Recco (162 euro). Nei dintorni del Tigullio i ‘sanzionati’ per il mancato riciclaggio sono Castiglione Chiavarese (1.561 euro), Casarza Ligure (240 euro) e San Colombano Certenoli (102 euro).
Le risorse recuperate da parte della Regione Liguria serviranno a incentivare le buone pratiche dei Comuni virtuosi. Segnalo infine uno studio dell’Istat sulla raccolta differenziata pubblicato qualche giorno fa da cui emerge che i cittadini sono insoddisfatti del porta a porta, in particolare per gli orari (94,3%) e per la convinzione che la raccolta differenziata non sia utile (89,6%)…
C’è ancora molto da fare sull’informazione e sulla cultura ambientale.
(1/l’inchiesta prosegue nel prossimo numero)
Fonti:
REGIONE LIGURIA – Osservatorio Regionale sui Rifiuti – Dati statistici 2016
REGIONE LIGURIA – Delibera di Giunta Regionale 574/2017 – Determinazione del contributo dovuto alla Regione in ragione dei risultati di riciclaggio raggiunti nell’anno 2016
REGIONE LIGURIA – Delibera di Giunta Regionale 467/2018 – accertamento censimento rifiuti 2017
LEGAMBIENTE – Comuni Ricicloni Liguria 2017
ISPRA Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Rapporto rifiuti urbani edizione 2017
ISTAT – RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI: COMPORTAMENTI E SODDISFAZIONE DEI CITTADINI E POLITICHE NELLE CITTÀ – Anni 2016 e 2017
* (l’autore è un esperto di analisi, progettazione, gestione e commercializzazione di servizi ambientali e di igiene urbana)