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Giovedì 13 novembre 2025 - Numero 400

Palio remiero del Tigullio: tutto pronto per l’edizione numero 60

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La voga, inevitabilmente longa, invernale sta per terminare. Sabato 22 giugno sarà di nuovo Palio Marinaro del Tigullio. I gozzi e pure gli equipaggi sono tirati a lucido. I vogatori che da circa nove mesi si allenano, che hanno faticato in mare con ogni tempo, con il sole basso sull’orizzonte, all’imbrunire, con la pioggia e pure il mare contro, torneranno a cimentarsi scalmo a scalmo per mettere le mani sulla versione numero sessanta del drappo dipinto che certifica chi è il più forte, almeno per dodici mesi, il tempo che arrivi l’estate 2020 e tutto torni in discussione.

Questa edizione del Palio è speciale perché coincide con i festeggiamenti per il sessantesimo compleanno della più importante competizione remiera della zona. La prima edizione si tenne nel 1936, sono passati ottantatre anni ma tra pause per immani disgrazie (le Guerra Mondiali) e periodi di magra (economica ma non solo) si sono persi diversi anni anche nel Dopoguerra.
La rinascita avvenne solo nel 1973, quando furono disegnati dal grande Maestro d’Ascia Multedo, detto ‘Peppin U Muscun’, gli otto magnifici gozzi da 22 palmi (oltre 5 metri di lunghezza) che vennero assegnati alle otto città grandi e piccole del Golfo: da Ovest a Est Portofino, Santa Margherita, S.Michele di Pagana, Rapallo, Zoagli, Chiavari, Lavagna, Sestri Levante.

Tutte insieme diedero vita alla Associazione Amatori Palio che da allora sino a oggi cura l’organizzazione della competizione. Da una prova unica si passò a quattro prove che assegnavano punteggi per stilare la classifica finale, si aggiunsero gare di contorno con gozzi in vetroresina – stessa lunghezza, peso assai minore, ma resistenti a intemperie e quindi molto meno bisognosi di costose manutenzioni – e si diede spazio a equipaggi juniores e femminili.
Nei primi anni Duemila qualche momento di stanchezza, poi con il volgere del secondo decennio e il presentarsi alla ribalta di nuovi dirigenti sono spuntate idee e mezzi per il rilancio. Per esempio si sta rivelando vincente l’accostare alla quarta e ultima giornata del Palio la rievocazione storica, ossia dare vita a una gara che applichi le regole del 1936, con arrivo a terra e l’arrampicata della ‘scimmia’ (il giovane timoniere del gozzo) sul palo per strappare dalla cima la bandiera e suonare la campana o portarla al traguardo. Un revival che suscita entusiasmi e curiosità sempre crescenti nel pubblico.

Un mix perfettamente riuscito fra tradizione e innovazione che il nuovo consiglio direttivo dell’Associazione Amatori Palio ha introdotto nel 2016 e che verrà riproposto il prossimo 21 luglio sempre abbinato alla quarta e ultima prova del Palio. I dettagli del gran finale sono ancora top secret; la presidente dell’Associazione, Carolina Birindelli, fa balenare qualche dettaglio, riservandosi però un paio di sorprese per la conferenza stampa di presentazione del Palio che si terrà mercoledì 19 luglio presso la sede della L.N.I sezione di Chiavari al porto turistico ‘Ammiraglio Gatti’.

“Certamente la rievocazione storica sarà ancora una volta il nostro asso nella manica. Ma vi assicuro che abbiamo in mente, io e i miei collaboratori, altre modifiche e miglioramenti. Intanto siamo abbastanza contenti per aver mantenuto le quattro regate in calendario nonostante ci fossero difficoltà non dipendenti dalla nostra volontà. Nell’edizione 2019 abbiamo dovuto far fronte al vuoto decisionale che si era creato a Lavagna, dove il Comune per tre anni è stato commissariato. Le elezioni politiche sono arrivate troppo tardi (fine maggio) e la nuova amministrazione, che pure ci ha già detto di voler tornare a collaborare con noi, doveva ancora insediarsi. Pertanto il nuovo calendario delle prove prevede per domenica 21 giugno la tappa di Rapallo, per domenica 30 giugno la tappa di Sestri Levante che verrà ripetuta, in sostituzione di quella di Lavagna, domenica 7 luglio. Il gran finale resta fissato per domenica 21 luglio a Chiavari”.

Sono iscritti gli armi della Lega di Rapallo, della società Agostino Moltedo di San Michele di Pagana, della LNI di Chiavari, della LNI di Sestri Levante, della Compagnia Remiera Lavagnese. Mancheranno i gozzi di Portofino e Zoagli. “Questo è il nostro principale cruccio – ammette Birindelli – sarebbe stato bello mettere in acqua le barche di tutte le società che hanno dato vita nel 1973 all’Associazione, purtroppo il regolamento che prevede che chi voga sia o nato o che risieda nelle nostre zone non ce lo ha consentito”.

Ha ragione la presidente: canottieri non ci si improvvisa, e vogare in una competizione dura come è il Palio (un miglio marino, 1852 metri, con tre virate di 180 gradi attorno alle boe) non è uno scherzo. C’è una bella differenza con gli sport ‘facili’. “La bellezza del canottaggio a sedile fisso è anche il suo principale ostacolo perché richiede grande impegno e parecchia pratica”.
Dal vogatore in palestra a una barca che pesa diverse centinaia di chili è un bel salto… Se poi ci sono norme che impongono che i partecipanti come rematori e come timoniere siano tigullini doc, è un bel pasticcio. “Bando alle malinconie – conclude Birindelli – perché la sessantesima edizione sarà comunque battagliata e spettacolare. Magari anche incerta. E per l’ultima giornata e la rievocazione storica abbiamo in serbo diverse sorprese”.
Proprio per la gara in costume ci potrebbe essere di nuovo l’en plein di partecipazioni, con gli armi assenti nella gara principale rinforzati dai prestiti delle altre società. Ne riparleremo. State in campana (quella che suona la Scimmia prima in cima al palo).

(d.s.)

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