di DANILO SANGUINETI
Che sollievo un’azienda che dice pane al pane, meglio, truciolo al truciolo. Poteva chiamarsi La Boutique del Legno, Il Paradiso della Scaffalatura, peggio ancora si potevano escogitare titoli spiritosi come Arma-Dio, La donna è mobile solo a Cicagna.
Raffaele Bertucci, il fondatore della stock-house di Cicagna, ha optato per il basilare Mobilia. Invia un messaggio chiaro, una dichiarazione di intenti che svela la filosofia della ditta: andare dritti al sodo, senza fronzoli verbali, semmai riservando gli arzigogoli per la merce in vendita. Offre occasioni introvabili altrove, vende pezzi di pregio a prezzi onesti, quando non addirittura esagerati, da urlo se confrontati a quelli di certa concorrenza. L’idea, semplice e diretta, ha camminato sicura e rapida.
Gli immobili di Mobilia sono diventati due, poi tre, da pochi giorni quattro. I mobili sono andati ovunque tanto che la fama dell’azienda uscita dalla Fontanabuona si è riversata sugli sbocchi naturale della valle ossia la costa, il Tigullio ma anche il capoluogo e infine le province limitrofe, Spezia e Savona.
La semplicità va spesso in coppia con la genialità. L’essenziale è difficile da possedere (oltre che spesso invisibile agli occhi…), serve un’intuizione non comune. Un relè può fare clic in qualsiasi momento, bastano un occhio attento e una mente agile.
Correva il 1997 e un allora giovane (ma anche oggi dimostra meno dei suoi 55 anni) Bertucci, impiegato presso un paio di mobilifici della Fontanabuona che allora andavano per la maggiore, osserva, ragiona, si pone delle domande. Decide di fare la sua mossa. “Mentre preparavo le esposizioni – gli assortimenti che i mobilifici mettevano in vetrina e nelle sale di visita affinché i clienti potessero toccare i pezzi, controllarli, rendersi conto della qualità, del colore, della resa della sistemazione in una casa o in un ufficio – capii che era un delitto sprecare mobilia di qualità come quella”.
Bertucci apprende che a fine ciclo, a ogni cambio di esposizione, gli articoli dismessi vengono messi in magazzino, nella migliore delle ipotesi dati via per poche lire e nella peggiore avviati alle discariche. Uno spreco che poteva essere trasformato in un’enorme opportunità. Riciclare a costo zero.
“Il modello che avevo in testa era quello delle stock-house e degli outlet che proprio in quegli anni prendevano campo nell’abbigliamento e nella moda. Vestiti di brand esclusivi usati in sfilate, eventi, showroom e vetrine, praticamente nuovi ma che costavano meno, spesso molto meno di quando erano usciti dagli atelier. Perché, pensai, non si può fare lo stesso con i mobili? Selezionare e vendere articoli delle migliori marche, provenienti da brevi esposizioni, set fotografici, fine produzione o promozioni di vario genere?”.
Un’invenzione in piena regola. “Non mi risulta che qualcuno prima di noi abbia compiuto lo stesso percorso. Mobilia è stato il primo negozio in Italia pensato come outlet di arredamento, con la proposta di prodotti dei marchi più prestigiosi a prezzi scontati. Poco dopo l’apertura del primo negozio, a Cicagna, vennero a vederci i proprietari di un negozio milanese che in seguito organizzò una rete di vendita con gli stessi criteri. Il buffo è che un paio di anni fa lessi su una rivista di moda che questa azienda si vantava di essere stata la prima di questo genere in Italia. Vabbè, ciò che conta non è la primogenitura, conta che gli affari prosperino”.
E Mobilia va forte. Una partenza a razzo, un’ascesa strepitosa, una velocità orbitale costante. E la capacità di schivare meteoriti e altre calamità. “In 24 anni ne abbiamo visto tante. Ci siamo saputi adattare ai tempi che cambiavano”.
Ecco il secondo segreto di Mobilia. Nata quando la Fontanabuona, conosciuta come la Furniture Valley, la Valle dei Mobili, venne travolta dalla calata dei ‘barbari’ svedesi – la creazione del centro Ikea a Campi portò alla disfatta dei negozi valligiani – seppe crearsi una prospera enclave grazie a innovazione e rapporto di fiducia con i clienti, una base fidelizzata che si allargò in maniera costante.
“In partenza offrivamo mobili e componibili che erano da prendere WYSIWYG (acronimo inglese che significa ‘ciò che vedi è ciò che avrai’, ndr). Abbiamo integrato le nostre proposte con un lavoro di ricerca e selezione di aziende originali e innovative che hanno come linee guida funzione, estetica e accessibilità del prezzo. Oggi siamo in grado di fare progettazione di interni per abitazioni, locali, uffici e allestimenti di vario genere. Inoltre, gli spazi espositivi si evolvono continuamente con proposte nuove e aggiornate, ciascun sito caratterizzato dalla propria identità. Potete trovare tutto il necessario per arredare casa: dalla cucina al complemento d’arredo, illuminazione, oggettistica e articoli da regalo, compresa la possibilità di creare liste nozze con tutto il necessario per la casa”.
Una diversificazione che si riflette nelle sedi di ciascuna divisione di Mobilia. “Il negozio numero uno è ancora oggi in via Ponte Baccioni 34 a Cicagna. La sede principale si distingue per la location unica: una fabbrica di ardesie degli inizi del ’900 mantenuta allo stato originale. L’edificio espone svariati articoli di realizzati dalle migliori aziende italiane ed estere, in gran parte pezzi unici. Mobilia Stockhouse punta sul design. Il secondo nato è stato Emporio Mobilia a Panesi, in via Ghio 106 nel comune di Cogorno. È un ex laboratorio di lavorazione delle nocciole. L’edificio ospita una vasta esposizione di mobili contemporanei per arredare ogni tipo di spazio, dalla casa più classica fino al loft industriale. Emporio Mobilia offre un’ampia proposta di arredo da esterni e un’area specifica dedicata alle cucine. La parola chiave qui è contemporaneo”.
Servivano altri spazi per rispondere alla domanda crescente e poiché nel frattempo in Fontanabuona andava in tilt anche l’estrazione e la lavorazione dell’ardesia…: “Il terzo negozio, sempre a Cicagna, poco distante dalla sede principale, in via G.B. Valente 13, è un antico opificio un tempo dedicato alla lavorazione dell’ardesia e oggi perfettamente restaurato mantenendo gli elementi originali. L’offerta di questo spazio riguarda pezzi usati o vintage, dall’oggetto da collezione al mobile di modernariato, scelti tramite un’accurata selezione. La parola chiave è secondamano”.
Il diabolico Bertucci nel 2014 fiutò il vento e comprese che con l’avvento delle nuove reti telematiche, il mercato diffuso e parcellizzato si doveva instaurare con i compratori un rapporto nuovo, bidirezionale. “Infatti offriamo ai clienti di Mobilia ed Emporio la possibilità di esporre in conto vendita i mobili sostituiti con il nuovo acquisto. Siamo noi a occuparci del ritiro e a donare al loro usato una seconda opportunità che possa evitare lo smaltimento e lo spreco di mobilio ancora in buone condizioni”.
Basterebbe, eppure Mobilia ha voluto avanzare. Il 2020 e le sue calamità colgono l’azienda e i suoi sette occupati (“Siamo io, mio fratello, i miei due figli, la mia compagna, più tre impiegati, due a Cicagna e uno a Genova”) in un altro momento di passaggio.
“Avevo deciso di aprire un quarto negozio, a Genova in piazza Luccoli in pieno centro storico. Con la Superba il rapporto di Mobilia è sempre stato eccellente. Abbiamo più giro di affari qui che sulla costa. Spesso mi sento dire da gente di Chiavari o Rapallo: ‘Avete delle bella roba, peccato che stiate a Cicagna. Come se fossimo a 300 km…’”.
Peccato per i costieri, il gruppo di negozi ha un’offerta varia, dal piccolo utensile al grande mobile e mai tradisce la filosofia del rapporto design-prezzo-servizio. C’è la possibilità di scovare oggetti ormai introvabili sul mercato. C’è anche servizio di noleggio arredi per studi fotografici, mostre, manifestazioni, set teatrali e cinematografici, fiere e stand.
Mobilia Magazzini Generali, è la sintesi e allo stesso tempo il coronamento degli altri tre. Un’avventura iniziata nel momento sbagliato? “Il giorno fissato per l’inaugurazione era il 12 dicembre. Più di uno mi ha detto se ero diventato incosciente ad aprire in questo periodo. Io, che ho sangue chiavarese e cicagnino nelle vene, ho replicato che incosciente ci ero nato…”.
E il giorno fissato Mobilia Magazzini Generali ha aperto i battenti. “Le promesse andavano mantenute. La gente ha subito affollato i nostri locali. Anche questo esperimento sembra funzionare”.
Come il doctor Frankenstein (Jr), Raffaele Bertucci 34 anni fa ha urlato ‘Si può fare!’. Ha sconfitto la paura di avere coraggio. Ha scherzato con i Dotti di Salamanca e ha dimostrato loro, novello Colombo, che per far stare in piedi un uovo basta poco, un’intuizione, un passo in avanti, una scintilla. Una soltanto. Lo spiegava Eugene Delacroix, innovatore dell’arte: “Affinché la cultura proceda non servono tante idee nuove. Una però è necessaria, e cioè che le idee espresse precedentemente sono insufficienti”.