di DANILO SANGUINETI
La solita vecchia storia. Alla fine sono i pesci piccoli a rimanere nella rete. Ci sarebbero da riempire decine di pagine sulla rimodulazione dei canoni demaniali imposta dalle leggi europee e dalle miserie nazionali – partendo dalla famigerata Direttiva Bolkestein per arrivare agli adeguamenti nazionali necessari a far scattare il Pnrr – e sui relativi pianti da coccodrillo di certi imprenditori e talune industrie turistiche che vedono messi in discussione privilegi e prerogative dal carattere para feudale, tramandati di generazione in generazione senza che nessuno, nel Bel Paese, abbia avuto per decenni il coraggio di mettere ordine e imporre equità fiscale.
Naturalmente nel dover intervenire, al solito di fretta, su pressione dall’alto, si è finito per fare presto e male, mettendo tutte le erbe nel solito fascio. Discorso lungo e che esula dall’ambito meramente sportivo. Meglio dare risalto alla giusta protesta che potrebbe essere definita un sommesso atto di dolore di un’associazione sportiva che sul mare vive e che avrebbe pieno diritto a essere valutata e trattata in maniera differente dalle imprese meramente ‘profit’ e godere di agevolazioni che altri molto più grossi e molto meno meritevoli invece strepitando pretendono di strappare al Governo.
Si tratta della Canottieri Argus 1910 e della lettera dignitosa nella sua asciutta severità che il presidente del club, il dottor Claudio Marsano, già sindaco di Santa e quindi ottimo conoscitore dell’argomento ‘tributi locali e balzelli statali’, ha indirizzato al presidente del consiglio Mario Draghi. Una disamina lucida e stringente. Ecco a cosa va incontro una società di sport dilettantistico che ha sempre fatto opera educativa ed è intervenuta nel sociale, che da oltre cento anni fa onore al nome di Santa Margherita Ligure, che è sopravvissuta a un biennio tremendo, costretta a diminuire o cessare a tratti l’attività al chiuso (indispensabile anche per uno sport da open space come il canottaggio).
Resiliente l’Argus è per forza dato che la pandemia è andata a sovrapporsi allo ‘sberlone’ del 29 ottobre 2018, il fortunale con sfumature di ciclone che investì il porto di Santa Margherita. Eppure ora rischia di essere definitivamente affossata dall’ottusa esecuzione di una legge varata nell’infuriare della tempesta finanziaria.
La parola al presidente Marsano, che così scrive al presidente del Consiglio, Mario Draghi. “Egr. Sig. Presidente, la nostra società di canottaggio si occupa principalmente dell’educazione dei giovani, attraverso la pratica di un’attività sportiva che richiede spirito di collaborazione, impegno, rispetto dei valori e delle regole. Non esitiamo a dire che il lavoro di sodalizi sportivi come il nostro è importantissimo per il tessuto sociale: aiutiamo a fortificare il carattere dei giovani, non solo il loro fisico, indirizzando le energie ad usi positivi. Vista la posizione geografica, la Canottieri Argus 1910 a.s.d. di Santa Margherita Ligure opera sul mare. Come tante altre società abbiamo bisogno di approdi ‘dedicati’ per le nostre imbarcazioni; servono rastrelliere a terra su cui custodire gli scafi utilizzati dai giovani atleti per gli allenamenti.
La Canottieri Argus sopravvive esclusivamente grazie alle quote di iscrizione versate dalle famiglie e a qualche piccolo e sporadico contributo pubblico. A causa delle nuove normative, nel 2021 la cifra che abbiamo sempre pagato per il canone demaniale è stata aumentata in modo esponenziale. Per un pontile con passerella lungo 38 metri e per una rastrelliera sul porto di Santa Margherita Ligure, adesso dobbiamo pagare la cifra esorbitante di 6000 euro. In pratica un’associazione sportiva senza fine di lucro come la nostra si ritrova paradossalmente a pagare la stessa cifra richiesta ad attività imprenditoriali che gestiscono avviati stabilimenti balneari o che affittano ormeggi a yacht di lusso. L’applicazione di queste nuove tariffe costringerà alla chiusura noi e tante altre piccole società sportive senza fine di lucro.
A nome di migliaia di piccole società sportive italiane nella stessa condizione, ci chiediamo se il Cdm della Repubblica è a conoscenza di questa situazione, che colpisce soprattutto il mondo del volontariato e dello sport di utilità sociale. Cifre di questa portata nelle casse di società sportive piccole come la nostra semplicemente non ci sono: se non arriveranno correttivi a questa normativa, noi della Canottieri Argus e tante altre a.s.d. come la nostra dovranno chiudere i battenti per sempre. Ci auguriamo che il Governo voglia farsi carico di questa situazione, aiutando a sopravvivere il mondo dello sport giovanile che opera sul mare”.
C’è veramente poco da aggiungere. Se non che Claudio Marsano nonostante tutto non intende alzare bandiera bianca. “Mi sono deciso a questa estrema mossa dopo aver contattato anche i parlamentari liguri. L’onorevole Luca Pastorino aveva presentato un emendamento in tale senso, poi annullato perché entrato a far parte di altre modifiche alle tabelle erariali inserite nella legge di bilancio. Adesso si sono mossi di nuovo Pastorino e altri senatori e deputati tra i quali Vito Vattuone perché una postilla ad hoc, che salvaguardi le Onlus e le Associazioni Sportive Dilettantistiche, che sono a esse sostanzialmente equiparate, trovi posto nel decreto cosiddetto ‘Milleproroghe’”.
L’atto legislativo nel quale vengono fatte salire all’ultimo secondo utile (stile assalto alla diligenza) le mille correzioni alla legge di bilancio proposte da deputati e senatori è realmente l’ultima spiaggia per la Canottieri Argus. “Lo abbiamo detto chiaro nelle ultime riunioni: volontariato e impegno d’accordo, ma qui saremmo al dissanguamento senza scopo. Sono cifre fuori dalla nostra realtà. Noi non abbiamo entrate, le cifre incassate con i tesseramenti e l’attività amatoriale coprono una parte minima del budget che dobbiamo stanziare ogni anno per consentire ai nostri agonisti di allenarsi e di gareggiare. E gli sponsor, pur generosissimi, come le collette. Vi do un dato tra i tanti: abbiamo acquistato e rinnovato da poco l’intero parco degli scafi, mettere in acqua e tenere efficiente una imbarcazione da gara per quattro vogatori costa oltre 25mila euro. Aggiungiamoci un canone da insenatura degno della Costa Smeralda e ditemi come si fa a non chiudere i battenti?”.
Oltretutto la battaglia iniziata da Marsano riguarda anche altre realtà sportive. “Sono tante le società della nostra zona e della nostra regione che si trovano in questi guai. Bisogna che si faccia fronte comune”. Magari ascoltando lo squillo di tromba che l’Argus ha emesso per tutti, gli svegli, i distratti e coloro che dormivano.