(r.p.l.) Questa storia riguarda Facebook. Nel suo lato più terribile e inquietante. Il calderone ricolmo di odio, superficialità, malaccortezza, ignoranza, cattiveria, invidia, dabbenaggine che ogni giorno viene acceso e la cui fiamma viene costantemente alimentata dai tanti, troppi leoni da tastiera.
Ci possono essere tutti gli ingredienti sunnominati, dentro un post e i suoi relativi commenti. Ma spesso ne basta anche uno solo per rendere il tutto indigesto e scatenare un polverone che da social diventa politico in men che non si dica.
Succede quando i protagonisti sono – in rigoroso ordine d’apparizione – il consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Genova Alberto Campanella (che vive a Santa Margherita Ligure, dove è molto conosciuto) e l’ex presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini. Una che sui social non ha mai avuto, diciamo così, un trattamento troppo di riguardo, figuriamoci di rispetto. Parola che, di questi tempi, appare definitivamente morta e sepolta.
Tutto inizia come uno scherzo, e di per sé farebbe anche abbastanza ridere. Campanella, per polemizzare sul fatto che le riprese del serial ‘Murder Mystery’ a Santa Margherita sono sì girate nel Tigullio nella realtà, ma nella finzione cinematografica il prodotto di Netflix risulterà collocato a Cartagena, realizza un video dove mostra una serie di cartelloni, a riassumere la frase: “Cara Jennifer Aniston, qualcuno te lo dovrà pure dire: non sei a Cartagena, ma nella bellissima Santa Margherita Ligure”.
Un po’ di orgoglio tigullino, in una calda giornata di luglio. Non ci sarebbe nulla di male, anzi. Il video fa sorridere e, in poco tempo, raggiunge oltre seimila visualizzazioni, più di duecento like e ben 42 condivisioni. Un successo, insomma. Accanto all’orario del post, ovvero mercoledì 25 luglio alle 16,40, compare l’icona del mondo. Che, su Facebook, significa che il testo è visibile a tutti, non solo agli amici di Campanella. D’altra parte perché confinarlo agli amici? E’ simpatico, può funzionare e Campanella è personaggio pubblico.
Ma poi arriva un commento assolutamente improvvido. La tecnica dei ‘cartelloni’ è stata utilizzata spesso nelle strategie comunicative dell’ex presidente di Montecitorio Laura Boldrini. Non certo una che la pensa come Campanella, né in comunanza di visioni rispetto a Fratelli d’Italia. Difatti una commentatrice del post le storpia volutamente il nome in Boldracca. A questo punto, un politico avveduto – lasciamo perdere un gentiluomo o semplicemente una persona che s’interroga sulle conseguenze di certe azioni – dovrebbe bannare quel commento. Via la Boldracca, via il ciclone, con tutte le sue conseguenze.
E invece no: Facebook è un gioco subdolo, che spinge le persone come non mai a guardarsi l’ombelico, a finire nel vortice del mi piace a tutti i costi, del commento, della faccina. Si è tra amici, vero. Ma c’è sempre quel “mondo” all’inizio del post. Eppure, presi dall’entusiasmo dei like che arrivano, ce lo si dimentica. Che tutto il mondo ci guarda. E quella Boldracca può portare problemi.
L’avvocato Campanella dovrebbe saperlo. E dovrebbe anche sapere che la signora Boldrini ha avviato un atteggiamento di tolleranza zero, dopo le migliaia di insulti e offese ricevute in questi anni. Denunce per tutti. L’ex presidentessa è di ‘querela facile’, si direbbe in gergo. Niente da fare. Forse ci si scorda l’icona del mondo, si pensa di essere al bar, ci si dimentica che su Internet di tutto rimane traccia: non solo Campanella ripete la Boldracca, ma vi aggiunge pure l’epiteto ‘pietosa’. Vero è che poi edulcora tutto con una faccina, ma ormai il pasticcio è combinato.
E quel video simpatico, riuscito, estremamente comunicativo e diretto nella sua semplicità (e, ci perdoni Campanella, rudimentalità) viene rovinato da uno scivolone in piena regola.
Va detto che Campanella è tutto meno che un hater da tastiera. E’ un ragazzo che ha studiato (risulta laureato al termine di un periodo di studi anche in Spagna), si presenta bene, ha moglie e un figlio, molti amici nella vita reale, ancor di più virtuali. E’ sempre gentile e disponibile. Eppure quella Boldracca può costargli cara. Perché l’ex presidente della Camera non considera le attenuanti del caso. E lo querela senza troppi complimenti.
Finita lì? Macché: oltre alla querela, Campanella si becca una serie di pesantissimi insulti (rivolti anche alla moglie, con frasi di una violenza e volgarità inqualificabili) da parte di alcuni profili fake.
La fogna e la gogna dei social network: eccola servita in tutto il suo splendore. Chissà perché, poi, molti personaggi pubblici non s’iscrivono ai social. Chissà perché molti altri se li fanno gestire da professionisti. Forse proprio per evitare queste situazioni.
A questo punto, un bel tacer non fu mai scritto. Ma è qui che Campanella compie un errore ancor più grave rispetto all’incauto commento. Quello di reagire e di ergersi a vittima del sistema.
Non è la prima volta che succede. Lo scorso febbraio, a una collega di ‘Genova Quotidiana’ che gli chiedeva spiegazioni rispetto a un procedimento legale (quello in cui Campanella difese, senza successo, i cittadini di Multedo rispetto alla collocazione nell’ex asilo Govone di un centro per richiedenti asilo, vedendosi ricacciare dal giudice la richiesta di procedimento d’urgenza a fronte di una documentazione carente e incompleta), lui replicò minacciando querele. La cronista domandava se avesse percepito un onorario dai cittadini e come mai loro parlassero apertamente di causa persa, a differenza sua. La diatriba andò avanti per giornate intere, finendo per annoiare i più e, si spera, per stancare anche i litiganti prima dell’effettivo arrivo di fronte a un giudice.
Stesso copione nel ‘caso Boldrini’. Ma è tanto difficile ammettere di aver scritto una cazzata (ci si passi il termine, stante il livello dei commenti del post)? Chiedere scusa per averla scritta? Campanella – ragazzo perbene che tanto ricorda il protagonista della bellissima serie tv anni Ottanta “The Greatest American Hero” (in Italia “Ralph Supermaxieroe”) e che nella foto di copertina del suo profilo è seduto sullo scranno della sala stampa della Camera dei Deputati (della serie “vorrei ma non posso”… almeno per ora) – dimostra pienamente di essere un politico del nostro tempo.
Scuse, mai. Ho sbagliato, meno che mai. Magari invece il fermarsi ai primi danni avrebbe bloccato sul nascere le velleità dei veri haters da tastiera, quelli che hanno investito lui e la moglie con una carica d’odio vergognosa e deplorevole. Invece no. Campanella ha cavalcato l’onda per dire che è “sotto attacco”, che “è colpa di quelli del Pd”, che siccome ha “ottime probabilità di vincere a Santa Margherita le prossime elezioni, se il centrodestra unito mi vorrà sostenere”, è iniziata la campagna denigratoria nei suoi confronti, orchestrata dal sindaco Donadoni “ormai sempre più vicino alla sinistra” e non si sa bene da quali altri burattinai.
Il sindaco di Genova Marco Bucci, mai così in versione ‘maestro delle elementari’, ha commentato con un general generico: “Invito consiglieri e assessori a scrivere meno e a lavorare di più”. Un consiglio rivolto coram populo, che Campanella ha subito raccolto al volo. Dove? Ma sui social, ovviamente.
Martedì dalla Sala Rossa di Tursi ci ricordava che “il 31 di agosto, con questo bel caldo e il bel mare Ligure, dove sarò di bello? Ovviamente a svolgere il mio ruolo istituzionale di consigliere comunale presso Palazzo Tursi per rendere Genova ancor più bella e operativa”. Salvo poi correggere 31 di agosto con un più appropriato 31 luglio…
Si sa che per chi fa di professione l’avvocato, il verbo principale è difendere. Ma qui è stata l’autodifesa a fare acqua da tutte le parti. Al sito ‘Genova Post’, Campanella ha dichiarato: “Hanno scritto su di me quello che hanno voluto. Ho fatto semplicemente un post legato a Santa Margherita sul mio profilo Facebook privato (ma visibile a tutti, come abbiamo spiegato, ndr), dove polemicavo (singolare neologismo, ndr) il fatto che un film internazionale fosse girato qui ma ambientato a Cartagena, un paesino spagnolo. Da lì, è uscito il commento di una signora, a cui io ho dato una risposta. Tutto il resto l’hanno fatto gli altri, mi duolo (in italiano si dovrebbe dire ‘mi dolgo’, ndr) se qualcuno si è sentita offesa, però devo anche prendere le distanze da tutte le offese che sono arrivate alla mia famiglia”.
E ancora: “Se lei reputa che ci sia qualcosa di ingiurioso mi dispiace per lei, dalla mia posso dire che mi dispiace per lei che lo pensi. Dalla mia parte non c’è nulla di ingiurioso, perché non ho scritto quel post. Ma ho semplicemente commentato il post, richiamando l’oggetto di una terza persona che ha fatto un commento sul mio post di Facebook. Questo verrà riferito alla magistratura, qualora ce ne fosse bisogno. Però reputo che un parlamentare della Repubblica Italiana debba avere altre priorità, piuttosto che verificare il mio profilo Facebook”.
Certamente non ci immaginiamo la Boldrini intenta a vagliare le migliaia di post sui social che la riguardano. Ma la questione, evidentemente, ha suscitato un tale clamore che è giunta sino a Roma.
Campanella ha trascurato la cosa fondamentale, per chi è consigliere comunale, intende candidarsi a sindaco di Santa Margherita e studia (noi glielo auguriamo, ci mancherebbe) per diventare parlamentare: che anche nella dimensione privata si resta personaggi pubblici. Che se il commento Boldracca arriva da un Mario Rossi qualsiasi o da una persona esposta, le differenze ci sono, eccome.
E Campanella è persona esposta. Come consigliere in quanto tale, come professionista, come futuro candidato nella città del Tigullio, come cittadino che non pare disdegnare un certo tipo di politica urlata e strombazzata, e che porta le sue ovvie conseguenze. Si vede dai suoi post e dalle sue condivisioni, avvocato. I social spesso mentono. Altre volte raccontano tanto di una persona.
A un politico con le sacrosante ambizioni come lei occorre, ci consenta, un minimo di accortezza in più. Troppo comodo sbagliare e poi urlare al complotto. Parimenti sbagliato, certo, l’atteggiamento di chi l’ha definito “ignorante” e “stomachevole”.
La leggerezza del suo commento è evidente: non c’è cattiveria, né odio, né pregiudizio verso il genere femminile. Solo si è fatto un po’ trascinare.
Piccolo consiglio non richiesto. Per una volta, faccia qualcosa di ‘democristiano’: chieda scusa alla Boldrini e chiuda la questione da gentiluomo. Ne guadagnerà in immagine e voti. E tornerà a essere quel simpaticone del video su Jennifer Aniston. E magari cancelli quel “Boia chi molla è il grido di battaglia” che compare a commento di uno dei suoi post. Che quell’epoca vorremmo essercela dimenticata per sempre.
Da che esiste il mondo, chi fa un passo indietro ne fa due avanti. E questo, con buona pace di tutti, non è ancora cambiato.
Ps. Non ci cerchi sui social per attaccarci e/o risponderci. Volutamente non ci siamo.