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Giovedì, 25 maggio 2023 - Numero 271

Lavagna, si comincia a tagliare chiudendo la biblioteca. Questo Paese non cambierà mai

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di ALBERTO BRUZZONE

Quella che segue è una storia vecchia come il mondo. Purtroppo sempre attuale, e sempre più triste, specialmente in tempi in cui rimane solo un modo per combattere l’ignoranza, la cattiveria, l’indifferenza e l’egoismo galoppanti: leggere e studiare. Documentarsi. Far lavorare il cervello, senza lasciare che siano gli altri a manipolarcelo.

Tant’è, il finale che sta andando in scena al Comune di Lavagna è quello che più consueto non si può. Banale nella sua sciattezza. Scontato nella sua grave mancanza di prospettiva e di visione.

Il Comune è in dissesto, e questa è notizia non di oggi. C’è da tagliare la spesa pubblica, ci sono sacrifici (anche piuttosto enormi) da fare. Ci sono le tasse locali che sono già state aumentate al massimo possibile della loro aliquota.

E poi? Ovvio, da dove si comincia a tagliare? Dalla cultura e della formazione. Le sempiterne cenerentole, nel Paese degli intellettuali e degli artisti. Biblioteca comunale chiusa: tanto, qualche libro letto in meno, chi se ne frega. Gli studenti che non hanno più un posto dove radunarsi, chi se ne frega. Le risorse vanno spostate altrove, con buona pace di tutti.

Solo che, per fortuna, non funziona esattamente così e qualcuno ancora in grado di fare ‘casino’ c’è. ‘Piazza Levante’ ripercorre la vicenda, che è iniziata negli ultimi giorni attraverso un taglio basso del quotidiano locale. L’assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Lavagna, Chiara Oneto (della neo insediata giunta guidata dal sindaco Gian Alberto Mangiante), dichiara: “Siamo rimasti con un solo dipendente che però, adesso, dobbiamo mandare all’Ufficio Relazioni con il Pubblico, che non possiamo permetterci di chiudere. Altre soluzioni, come un affidamento esterno, le prenderemo in considerazione solo in seconda battuta. Di certo, non vogliamo perdere la Biblioteca”.

Per la cronaca, la struttura di piazza Ravenna, intitolata a Giovanni Serbandini Bini, è dotata di ventimila volumi ed è frequentata regolarmente da centinaia di ragazzi. O sarebbe meglio dire era: dopo esser rimasta aperta con orario ridotto – i soli martedì, giovedì e sabato dalle 8 alle 13 – adesso è chiusa del tutto. Fine delle trasmissioni.

Mentre il Comune di Chiavari, attraverso un accordo con la Società Economica, manda tre dipendenti in più in via Ravaschieri affinché la biblioteca resti aperta con orario continuato, mentre il Comune di Sestri addirittura raddoppia, grazie al nuovo polo di Riva Trigoso, quello di Lavagna, in altre faccende impegalato, deve alzare bandiera bianca. Il bello è che la chiusura arriva quasi in contemporanea con la richiesta, da parte dei consiglieri comunali di Officina Lavagnese, Guido Stefani e Aurora Pittau, di ampliare l’orario di apertura!

Ora, al netto delle cronache, già raccontate dagli altri media, viene spontanea una prima considerazione: l’arrendevolezza, che si legge tutta tra le righe, da parte dell’assessore alle Politiche Giovanili. Ma che cosa c’è di più importante, signora Oneto, nel novero delle sue deleghe, di una biblioteca per i ragazzi, alla voce Politiche Giovanili? Non c’era proprio nessun verso per evitarla? Sono stati esperiti tutti i tentativi? C’è stato un confronto all’interno della sua maggioranza? Sono state valutate soluzioni alternative? Dove andranno a studiare questi ragazzi? No, perché parlare di “seconda battuta”, francamente, ora pare un po’ fuori luogo.

Se c’è un problema sui conti – ed è evidente che c’è – e se c’è un problema sul personale – ed è evidente che c’è – entrambi non si risolvono né domani, né dopodomani, né in seconda battuta.

Quindi, o va ammesso chiaramente che si chiude baracca e burattini, o si trovano altri sistemi. Secondo il sindaco Mangiante, “anche la biblioteca è un servizio essenziale, quindi cercheremo di mantenerla”. E l’assessore Oneto aggiunge: “La scelta del volontariato serve a gestire l’emergenza”. E su questo siamo tutti d’accordo. Una struttura con ventimila volumi, che merita di stare aperta almeno cinque giorni a settimana, deve funzionare con ben altri mezzi rispetto a qualche volontario, più o meno formato.

Intanto, però, cultura e formazione fanno la loro fine consueta: le prime a prendere un calcio nel sedere. Francesco Langella, presidente ligure dell’Aib (Associazione Italiana Biblioteche), in un suo intervento molto condiviso anche sui social network spiega: “Tanto tuonò che piovve! La biblioteca civica è a rischio chiusura per mancanza di personale, dopo che solo diciotto mesi or sono fu trasferito ad altro servizio comunale il bibliotecario che da alcuni anni aveva preso il posto di Ivana Avanti, gloriosa bibliotecaria che diede avvio a un’articolata serie di attività, progetti di promozione della lettura e di buone pratiche in favore dell’infanzia, degli anziani e degli studenti universitari, realizzando uno dei centri di pubblica lettura più avanzati della nostra regione. Ivana aveva formato compiutamente il suo sostituto, lasciando una biblioteca in salute, un centro culturale aperto al territorio e alle associazioni, luogo accogliente e civile, dall’alta valenza sociale. La sezione ligure dell’Associazione Italiana Biblioteche è da oltre un anno che chiede un incontro con i vari commissari che si sono alternati alla guida del comune, senza mai ottenere una risposta”.

Parole di grande sconforto. La Biblioteca di Lavagna era un punto di riferimento. “Ora apprendiamo dai giornali – prosegue Langella – che l’Assessore alle Politiche giovanili del Comune di Lavagna, Chiara Oneto, vuol dare in gestione la biblioteca ai volontari. Una scelta che riteniamo scellerata per il futuro della struttura. In biblioteca deve operare personale formato sotto il profilo biblioteconomico, con adeguati titoli di studio e un percorso formativo strutturato, per svolgere la professione bibliotecaria. A nessuno verrebbe in mente di mettere presso un qualsiasi ufficio tecnico del Comune un volontario. La sezione ligure dell’Aib ribadisce che in biblioteca devono operare bibliotecari adeguatamente formati alla professione. I volontari hanno un ruolo importante in biblioteca dal punto di vista sociale, culturale e partecipativo, nel momento in cui in biblioteca operi un bibliotecario di professione, possibilmente iscritto all’elenco speciale non ordinistico dei bibliotecari. Precisiamo anche nel caso si voglia dare in gestione la biblioteca alle cooperative, attraverso bando, l’ente deve verificare la formazione degli addetti, che deve essere compatibile con il profilo professionale del bibliotecario. Sollecitiamo l’amministrazione di Lavagna a un incontro che verta sul futuro di questa biblioteca, che non può essere data in gestione ad improvvisatori volenterosi, ma a personale professionalizzato. L’Aib è a disposizione dell’amministrazione comunale di Lavagna per un confronto serio sul futuro della biblioteca”.

Intanto, il portone d’ingresso è tristemente chiuso. Ne abbiamo visti tanti, troppi, in questi anni. E quasi nessuno che sia stato mai più riaperto.

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