(r.p.l.) Sorride emozionato Rodolfo Faggioni, 84 anni, portati alla grande, corrispondente in Italia per l’America Latina mentre riceve il Premio Internazionale di Giornalismo 2023 organizzato dal nostro settimanale, dal Comune di Santa Margherita Ligure con la collaborazione dell’Associazione Stampa Estera in Italia e dell’Ordine dei Giornalisti liguri.
Il concorso prevedeva che un giornalista appartenente all’Associazione Stampa Estera in Italia (che riunisce i corrispondenti in Italia delle testate straniere) inviasse un articolo o un servizio audio/video scritto tra il 2022 e il 2023 su un tema riguardante la Liguria.
Faggioni ha vinto con un reportage sulle Cinque Terre, un vero paradiso terrestre quando non era ancora stato contaminato dal turismo di massa (potete leggerlo qui: https://piazzalevante.it/il-premio-internazionale-di-giornalismo-di-santa-margherita-a-rodolfo-faggionia/).
“Più di 50 anni fa venni in Italia per studiare geologia all’Università di Pisa – ha raccontato Faggioni il cui cognome tradisce le origini italiane della famiglia – presi il treno ‘accelerato’ da Genova pensando, visto il nome, fosse un mezzo veloce; e invece fece tutte le fermate. Ma questo viaggio mi permise di rimanere incantato dai cinque paesini che vidi superata la stazione di Levanto. Da quel momento fu amore a prima vista. Stesso sentimento anche per Genova. Quando dovevo scrivere del Salone Nautico, finivo sempre per metterci anche il centro storico”.
Il Premio Internazionale di Giornalismo ha vissuto il suo momento conclusivo domenica mattina a Villa Durazzo con la consegna da parte del sindaco Paolo Donadoni e del nostro direttore Matteo Gerboni del premio – lo stemma di Santa Margherita Ligure realizzato al pizzo al tombolo da Luisa Degasperi – anticipato da un dibattito tra Filippo Paganini, presidente dell’Ordine dei Giornalisti liguri, e Marco Frittella volto noto del Tg1, giornalista parlamentare, attualmente direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali di Rai Com.
A Frittella ‘Piazza Levante’ e il Comune di Santa Margherita Ligure hanno conferito un riconoscimento con la seguente motivazione: “Per aver saputo raccontare la politica con imparzialità e precisione con il solo scopo di informare con rispetto i cittadini fornendo loro un quadro a 360 gradi affinché potessero avere tutti gli elementi per formarsi un’opinione critica e personale”.
L’esperto giornalista ha raccontato la sua carriera tra aneddoti e crude verità: “I talk show, che infatti sono in grande calo di ascolti, hanno fatto scuola in negativo. Chi va lì recita una parte: l’opinionista di destra, l’opinionista di sinistra. Tutto, in ossequio al ritmo, senza possibilità di dare una risposta vera, completa alle domande. Il problema è che anche il giornalismo scritto si è spesso adeguato e i vari personaggi del panorama politico di oggi non hanno mediamente la caratura di quelli di un tempo. Ricordo di aver salutato il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga al Quirinale mentre stava facendo il trasloco seduto sui cartoni alzando un bicchiere di Ferrari. Esisteva un rapporto umano, oggi sarebbe impossibile”.
Il Premio Internazionale di Giornalismo è stata l’occasione anche per approfondire argomenti di attualità e di ascoltare le testimonianze di giornalisti impegnati in prima linea sui principali argomenti internazionali.
Nella giornata di sabato, al Castello cinquecentesco, sono intervenuti Paolo Fizzarotti (giornalista in pensione de ‘La Provincia Pavese’) che ha ricordato il giornalista sammargheritese Alfredo Marchesini nel ventennale della scomparsa.
È intervenuto anche Giordano Stabile (caporedattore degli Esteri de ‘La Stampa’): “Oggi è tutto molto diverso dal passato – racconta il sammargheritese – I social sono diventati un punto di riferimento ineludibile ma tutto quello che passa da essi va verificato e non sempre è facile. Poi, bisogna fare i conti con la propaganda. Pensiamo alla guerra attuale. Sulle notizie divulgate da fonti russe alziamo subito l’attenzione ma altrettanto bisogna fare con quelle ucraine, quelle amiche”.
Quindi in collegamento da Parigi Safoora Cheriki (giornalista iraniana rifugiata in Francia perché perseguitata dal regime): “Il Nobel per la pace a Narges Mohammadi? Mi sono commossa quando ho visto la notizia sul mio cellulare. È un grande riconoscimento, soprattutto per le donne che combattono per i loro diritti. Lei è finita in carcere semplicemente per aver raccontato la realtà, quello che succedeva nel nostro Paese. Io, ora, sono a Parigi. È una vita difficile, comunque, da rifugiata, con la necessità costante di chiedere i permessi, ma almeno sono qui”.
Un destino che nasce da lontano: “All’università avevo scritto un articolo sulle elezioni presidenziali del 2008 ed ero stata ‘contattata’ dalla polizia morale”. Poi, via via, nel paese, una consapevolezza nuova dei diritti individuali, sempre contrastata dal regime islamico: “Tanti sono finiti in carcere, anche in questo momento, per le battaglie sostenute pubblicamente”. Cheriki, in Francia, continua ad essere attivista e a diffondere notizie e valutazioni non allineate. Sta attendendo la possibilità di essere ospitata nella Maison des Journalistes, organismo, unico al mondo, che sostiene, con ospitalità diretta o in altre forme, i cronisti obbligati a scappare dai loro paesi, dove dire la verità può costare la vita o la libertà. “Ne sono arrivati da 75 nazioni diverse – racconta la direttrice, Darline Cothiére – Intanto, tutti hanno la possibilità di continuare a lavorare, perché curiamo una rivista on line”.
Molto coinvolgente la testimonianza di Corrado Zunino, giornalista genovese e inviato del quotidiano ‘La Repubblica’ che lo scorso aprile, in Ucraina, è rimasto ferito a una spalla durante l’attacco di un drone a Kherson. Era in auto con il suo interprete Bogdan Bitik che ha perso la vita sotto il fuoco dei cecchini russi appostati dall’altra parte del ponte Antonivsky.
“È stata un’esperienza durissima che ha interrotto la vita del mio amico Bogdan, 46 anni, un padre, un marito, un fratello e un mio grande amico con cui avevo condiviso tutte e cinque le mie missioni. L’Ucraina è un luogo dove quando sei tranquillo devi prendere due o tre decisioni ogni ora, poi ci sono momenti in cui devi prendere due o tre decisioni ogni minuto, sapendo che sono decisioni che devi provare a non sbagliare. Questa volta c’era il silenzio su quel ponte, altre volte c’erano esplosioni anche ravvicinate, pericolo di mine a terra, profughi da portare via dalle loro case, situazioni apparentemente più pericolose. È stato un cecchino che non avevamo previsto nascosto in una palude oltre il ponte di Kherson che ci ha messo nel mirino della sua ottica, del suo visore, ci ha mirato e ha ucciso il mio amico”.
Il nostro direttore Matteo Gerboni ha evidenziato come “per ‘Piazza Levante’ sia motivo di grande orgoglio organizzare iniziative importanti capaci di esportare il nome della nostra regione. Il nostro settimanale si sforza di essere un motore di sviluppo per creare nuovo valore nei nostri territori. Al plurale: territori. Perché ogni territorio è un mondo che dialoga con il resto del mondo, ma che al tempo stesso vive secondo le regole di un microcosmo: raccontare, riscoprire e far scoprire, proteggere e valorizzare, questo è il nostro obiettivo. Cerchiamo di essere un contenitore di analisi, riflessioni, approfondimenti, in cui, oltre a far sapere, a far comprendere, a far ricordare, diamo a tanti il diritto di parola, organizzando incontri ed eventi come questo”.
