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Giovedì 27 novembre 2025 - Numero 402

Il Cristoforo Colombo di Francesco Messina, un’opera voluta da Mario Ravenna nelle sue disposizioni testamentarie

Ad oggi Mario Ravenna risulta il più generoso cittadino di Chiavari per quanto ha lasciato in eredità alla città. Rileggere il suo lascito testamentario conferma la sua immensa generosità
Francesco Messina impegnato nella realizzazione della statua dedicata a Cristoforo Colombo
Francesco Messina impegnato nella realizzazione della statua dedicata a Cristoforo Colombo
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di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *

Il 17 novembre del 1935, data dell’inaugurazione del monumento a Cristoforo Colombo, non può non richiamare alla memoria la figura di colui che ne è stato l’ispiratore e che ne ha permesso la realizzazione, il più grande benefattore di Chiavari: Mario Ravenna.

Mario Ravenna, nato a Chiavari il 28 giugno 1865 in quella che allora si chiamava via Fieschi, primo dei sei figli di Antonio e Giulia Marini, scelse la via dell’emigrazione e coronò con successo la scelta di abbandonare la terra natia realizzando una notevole ricchezza in Argentina. Nella “Merica” Mario Ravenna giunse nel 1882. La data non è casuale: proprio in quell’anno entrava in funzione una  legge voluta dal “Departamento General de Inmigración” per incentivare l’immigrazione, con nuove procedure d’assistenza per chi giungeva, con sostegni e possibilità d’insediarsi in terre assegnate in conduzione da parte del  governo argentino.

Dai registri d’arrivo custoditi presso gli uffici competenti è possibile verificare che nel 1882, anno d’arrivo di Mario Ravenna, erano censiti 29.587 emigranti italiani giunti in Buenos Aires, e di questi molti provenivano dal Chiavarese. Ravenna fu uno degli emigranti che in terra argentina realizzarono notevoli guadagni, e poté rientrare in Chiavari con un solido capitale. Giunto in città, pose la propria dimora in via Nino Bixio, dove nel 1924 si fece costruire una lussuosa villa. 

Ad oggi Mario Ravenna risulta il più generoso cittadino di Chiavari per quanto ha lasciato in eredità alla città. Rileggere il suo lascito testamentario conferma la sua immensa generosità e l’amore verso Chiavari. Questa solidarietà verso il prossimo è riportata nel documento del notaio Angelo Bo, atto comunicato al comune di Chiavari il 10 maggio del 1932. Le intenzioni di Mario Ravenna, deceduto a Sestri Levante il 20 aprile di quell’anno, vi sono minuziosamente elencate, a partire dall’indicazione dell’erede universale, la moglie Emma Evelina Capozzi. La prima voce è il lascito alla Fabbriceria di Nostra Signora dell’Orto, lire centomila per i restauri della facciata; segue la Fabbriceria di San Giovanni Battista, con lo stesso importo e la medesima destinazione. Poi è la volta di un elenco di diversi sodalizi operanti in Chiavari: Opera San Vincenzo de’ Paoli, Asilo Infantile, Croce Verde, Croce d’Oro, Lega Antitubercolare, Serve di Maria, Ospizio Carità e Lavoro, Istituto Sordomuti, Artigianelli, Opera Maternità e Infanzia, Opera Nazionale Balilla: a questi undici enti il Ravenna lascia lire 25.000 cadauno.

Segue il lascito più importante, la disposizione che giunge sino ai nostri giorni e arricchisce Chiavari di un’importante opera artistica: la realizzazione del monumento a Cristoforo Colombo. La somma disposta è indicata in 250.000 lire, “con avvertenza, però, che tale legato andrà a beneficio dell’Ospedale Civile di codesta città se il monumento non sarà inaugurato dopo cinque anni dalla morte del munifico testatore”. Il documento notarile si conclude con un’altra disposizione: “inoltre, nel primo anniversario della sua morte, e nel primo anniversario solamente, la di lui vedova ed erede dovrà dare a cento famiglie povere di Chiavari lire cinquecento per ciascuna e così insieme lire cinquantamila”. 

Per quanto riguarda il monumento a Colombo, il primo e più urgente atto da parte dell’amministrazione comunale prevedeva una delibera d’accettazione del lascito ereditario, la destinazione dei fondi e l’attivazione dell’iter del concorso. Il Comune deliberava in tal senso il 13 luglio del 1932.

In un primo momento risultò prevalente l’orientamento ad incaricare un artista cittadino, cosa comprensibile se si ricorda la presenza in città di una Scuola d’Arte e di valenti artisti locali. Ma la Prefettura volle invece che venisse attivato un concorso nazionale. Il manifesto che bandiva il concorso venne affisso e diffuso il 15 gennaio del 1934: “Il Comune di Chiavari bandisce un concorso nazionale fra ingegneri, architetti e artisti italiani per la erezione di un monumento a Cristoforo Colombo”. Il bando era completato da 16 punti obbligatori per la partecipazione, formulava le modalità d’aggiudicazione e la composizione della giuria che doveva individuare l’artista autore dell’opera.

Ora il bando era attivo, come richiesto dal testamento di Mario Ravenna, e gli artisti dovevano presentare il bozzetto di progetto entro le ore 17 del 15 aprile del 1934. Il progetto doveva garantire la consegna del monumento entro il 20 ottobre 1935. Alla data prevista vennero presentate diverse proposte, ma la giuria ammise solamente quelle che ritenne dotate di un valore estetico all’altezza del concorso. 

Gli elaborati in questa fase erano anonimi, e rappresentati dal solo titolo assegnato al bozzetto; dopo la prima fase, di venti progetti originariamente presentati ne risultarono ammessi otto, identificati dai titoli: Trinum, Terra, La Vela, Navigazione, Rostri, Rodi, H2O e 1492. 

Una volta che la scelta definitiva era stata ristretta tra queste proposte selezionate, il Comune iniziò il progetto per realizzare la “rotonda”. Si trattava di sistemare l’area e di renderla confacente ad accogliere il monumento. I tecnici del municipio avevano predisposto un progetto che prevedeva un perfetto raccordo con corso Giuseppe Garibaldi e la creazione di un’area semicircolare in grado di armonizzare il monumento con il lungomare.

Concluso l’iter, e selezionato come vincitore il progetto contrassegnato dal titolo “Rostri” dell’artista Francesco Messina, lo scultore poteva recarsi in municipio a firmare l’accettazione delle modalità di contratto, ciò che avvenne il 14 novembre del 1934.

I problemi da risolvere erano ancora molti: si doveva completare la rotonda ed allestire il complesso basamento disegnato dall’artista. Messina poteva dedicarsi interamente a plasmare la creta e predisporre l’opera per la fusione in bronzo: il lavoro si svolse nel laboratorio di Milano nei pressi della Stazione Ferroviaria, dal momento che lo studio di Brera non disponeva degli spazi necessari a contenere l’opera. 

Nelle fasi terminali dei lavori fu necessario far slittare di poche settimane la scadenza per la consegna dell’opera. Messina aveva infatti ritenuto di dover aumentare l’altezza della statua, e di conseguenza cambiavano le dimensioni del piedistallo, che si era voluto di forma triangolare per esaltare i tre rostri che intitolavano il monumento. 

Finalmente tutto fu pronto, si poteva stabilire la data dell’inaugurazione. Il manifesto ufficiale porta la data del 17 novembre 1935. 

Le volontà di Mario Ravenna erano eseguite.

(* storico e studioso delle tradizioni locali)

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