di ALBERTO BRUZZONE
Il nome tecnico è ‘digital divide’ e, dentro all’ennesimo parolone anglosassone, si cela un profondo disagio, tra chi risiede in un territorio e chi abita invece in un altro. ‘Divide’ nel senso di vera e propria discriminazione: mentre le grandi città sono quasi tutte servite dalla fibra ottica per quanto riguarda i servizi Internet (vale a dire la velocità più alta possibile, sino a 1 Gigabyte in download e circa 700 Megabyte in upload), e in quasi tutte quelle medie vi è comunque una Adsl super veloce, in parecchi paesini dell’entroterra, compreso quello ligure, si va online in modo decisamente più lento.
E siccome ormai non c’è quasi più nulla che ‘giri’ senza web, ecco servito il problema: chi vive in città o sulla costa è nettamente favorito, da questo punto di vista, rispetto a chi sta in zone meno popolate, se non in punti decisamente sperduti. Il superamento del ‘digital divide’ dovrebbe essere un impegno preciso da parte delle istituzioni: uguali condizioni e servizio analogamente efficiente per tutti, ma spesso non è così. La democrazia non esiste, neppure con quello strumento che dovrebbe essere il più democratico per eccellenza. La prima ragione? I gestori delle linee, che spesso non hanno l’interesse ad avviare lunghe e laboriose cablature, quando poi i potenziali allacci potrebbero essere assai pochi.
Eppure, in Val Graveglia, nel Comune di Ne (che è uno dei più vasti dell’intero Levante genovese, in termini di dimensioni del territorio), si sta lottando per cambiare e i primi risultati sono in arrivo nei prossimi mesi. La neosindaco Francesca Garibaldi in pochi mesi di mandato ha già ottenuto un risultato molto importante. Che riguarda, appunto, la lotta serrata al ‘digital divide’.
“Insieme ad Alessio Cuneo, consigliere comunale con la delega all’Informatizzazione – afferma Garibaldi – lo scorso primo luglio ho avuto un incontro con la società Open Fiber, assegnataria dell’appalto per il cablaggio in fibra ottica del Comune di Ne. Questo vertice è stato fortemente voluto dalla mia amministrazione per cercare di mettere in campo ogni soluzione possibile, al fine di anticipare le tempistiche di realizzazione della nuova connessione Internet a banda ultra larga. Grazie all’ausilio dell’ufficio tecnico comunale, si sono pianificati tutti i plausibili accorgimenti, in maniera tale da evitare qualsiasi intoppo di natura burocratica che possa essere poi causa di controproducenti ritardi in fase di autorizzazione, prima, e di realizzazione, poi. La risposta ottenuta da Open Fiber è stata ampiamente positiva: i lavori partiranno tra settembre-ottobre e verranno portati a termine entro la fine del 2019”.
La sindaco spiega: “Molti cavi passeranno attraverso canaline di altri gestori, anche dell’energia elettrica, quindi non ci sarà bisogno di rompere la strada, se non per pochissimi chilometri. Questo dovrebbe assicurare una maggiore velocità anche per quanto riguarda l’intervento complessivo. Nello specifico, il progetto prevede l’arrivo della fibra ottica nelle 862 abitazioni che popolano tutto il fondo valle, comprese le frazioni di Frisolino, Chiesanuova, Campo di Ne e Sambuceto, mentre i restanti 612 nuclei abitativi saranno raggiunti da una rete Wi-Fi a banda ultra larga di nuova generazione. L’amministrazione di Ne ha evidenziato inoltre, come prioritaria, la necessità che la fibra ottica raggiunga la zona di Gambatesa, affinché, grazie a un’efficiente attività promozionale, il Museo minerario continui a confermarsi tra le attrattive più frequentate della Liguria”.
La fibra ottica in Val Graveglia è una conquista vera e propria. Perché da queste parti, non solo la linea fissa è molto lenta, ma spesso vi sono zone d’ombra complete per quanto riguarda i telefoni cellulari (nel senso che non si riceve il segnale di nessun operatore): “Ci sono molte attività che finalmente saranno connesse – osserva Francesca Garibaldi – e questo non è solo un optional, ma è diventata una vera necessità, visto che, da gennaio, sarà obbligatorio lo scontrino elettronico. E molte attività, senza Internet, non avrebbero potuto adeguarsi. Siamo convinti che questa operazione porterà i suoi frutti”.
Il segnale, oltre a quello telefonico, sarà ottimo pure dal punto di vista generale: perché l’entroterra è ancora vivo e vitale, vuole rialzare la testa, competere, essere attrattivo, ricco di servizi, tenere botta per quanto riguarda le attività produttive e manifatturiere.
‘Piazza Levante’, sin dai suoi primi numeri, ha sempre sposato le mille battaglie di questi valorosi sindaci, che lottano su ogni fronte per un minimo di vivibilità in più. Perché spesso il ‘divide’ non è solo digitale, ma anche dei trasporti, dei servizi, delle scuole, della sanità. Eppure, se vogliamo che queste terre non si svuotino, la strada giusta è proprio quella di non mollare. Dentro i cavi di ultima generazione viaggiano e viaggeranno migliaia di dati, ma anche i sogni, le ambizioni e le prospettive di una zona che vuole resistere. Perché ancora c’è. Ed è preziosa come l’oro.