di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *
Quando viene progettato il complesso del Lido siamo nel pieno degli anni Trenta, un periodo fondamentale della dittatura fascista. Un momento in cui grandi opere sono non solo ancora possibili, ma anzi indispensabili per confermare pienamente il successo del regime.
La destinazione di quest’opera avviene dopo la stesura del “Piano Regolatore e di Ampliamento per la Città di Chiavari”, documento di grande portata e ai giorni nostri completamente dimenticato. L’autore del Piano è l’architetto Gaetano Moretti, un rinomato ed importante progettista, già Sovrintendente all’Opera del Duomo di Milano, primo preside della Facoltà di Architettura milanese e futuro collaboratore dello scultore e architetto chiavarese Luigi Brizzolara.
Lo strumento del piano regolatore conobbe un momento di grande importanza durante il fascismo: proprio il regime organizzò un piano nazionale per rivedere ed ammodernare le città italiane. Nel 1929 si tenne un evento di notevole interesse: “La Prima Mostra Internazionale dei Piani Regolatori”. Si trattava di un’assise che permetteva ai progettisti di confrontarsi e dare all’Italia fascista un rilievo e una visibilità internazionale.
L’incarico di progettare un moderno strumento di pianificazione urbanistica fu affidato a Moretti dopo il lavoro di progettazione del Cimitero Urbano di Chiavari (1892). In queste frequentazioni cittadine, Moretti conobbe e sposò Candida Bacigalupo e, dopo il matrimonio, il legame con Chiavari divenne definitivo.
Nel preambolo sui criteri ispiratori del piano, Moretti scrisse un passaggio di notevole interesse: “Il mio progetto è tanto il risultato di studi e di meditazioni, che si potrebbero qualificare teoriche, nel campo cioè della suddetta urbanistica; quanto il riassunto, meditato e vagliato, di indagini, constatazioni e considerazioni fatte e reiterate sul posto nei riguardi dello stato attuale e futuro di questa città”. Nello specifico capitolo il Moretti indicava questa destinazione: “Dal colle delle Grazie alla sponda destra dell’Entella, per lo sviluppo della zona climatica”.
Fu proprio questo termine, “climatica”, a richiamare le attenzioni dell’amministrazione comunale e della Federazione Genovese del Partito Nazionale Fascista. Sempre nel documento progettuale si indicava chiaramente il destino della nuova zona ad est, quella che più pagava il prezzo della presenza ferroviaria e delle sue strutture, che il progettista avrebbe rimosso: “A partire da questo punto, lo sfruttamento dell’area prevalentemente occupata dalla ferrovia e che poi risulterà libera, permette di dedicare generosamente questa zona orientale a tutto quanto di moderno e distinto si può desiderare in fatto di pubblico svago e di educazione fisica. Giardini, luoghi di ritrovo, divertimenti, impianti balneari, sedi di associazioni sportive, scuole all’aperto, campi di ginnastica.”
La ferrovia, però, non fu mai spostata, e il Piano Moretti fu quasi del tutto abbandonato; restarono però queste preziose indicazioni che assecondavano l’intuizione del progettista. Lo stabilimento balneare era inteso come struttura fissa ed in muratura, con servizi e piscina, e definito come eliofisioterapico.
Con queste indicazioni, nei primi mesi del 1936 venne dato incarico all’architetto Beniamino Bellati di progettare lo stabilimento balneare. Nel sistema informatico della Sovrintendenza possiamo trovare alcune note biografiche sull’architetto Bellati: nato a Milano nel 1895, compì i suoi studi alla Scuola Superiore d’arte del Castello Sforzesco e successivamente presso l’Istituto di Belle arti, ove si diplomò nel 1922; nello stesso anno si stabilì a Genova. Nel 1928 si iscrisse all’Ordine degli Architetti di Genova e La Spezia. Negli anni Venti le sue prime esperienze professionali furono proprio progetti nel territorio di Genova; poi negli anni Trenta fu la volta della Casa del Fascio di Sestri Levante e poi il complesso dei Bagni Lido in Chiavari.
Il complesso fu inaugurato il 15 maggio del 1938 da Benito Mussolini. Il Duce arrivò dopo un evento alla Fara; il tradizionale taglio del nastro fu sostituito da una coreografia preparata dagli studenti della Scuola d’Avviamento Professionale e dalla Tecnica Commerciale, sotto la guida del Professor Puglisi. Gli studenti, disposti sulla scalinata d’ingresso, si aprirono a ventaglio al passaggio del Duce; la manovra apparve tanto ben riuscita da venire ripetuta all’uscita dopo la cerimonia.
Successivamente il Duce ripartì verso Lavagna, diretto a Sestri Levante dove inaugurò l’altra opera realizzata dall’architetto Bellati: la Casa Littoria nello spazio antistante il viale della stazione ferroviaria.
La rovinosa dittatura fascista terminò dopo una guerra sanguinosa e devastante. In data 16 ottobre 1946 a Chiavari venne steso un verbale con le principali voci dei danni di guerra: per lo stabilimento dei Lido venne stimata la stratosferica cifra di 5.717.000 di lire, per la zona dell’Entella attigua al complesso 1.750.000. Ma il danno più rilevante era dovuto al contratto capestro che il podestà Tappani aveva firmato con l’ente di gestione dello Stabilimento Lido, la Grossi & Parea. Il contratto stipulato nel 1938, a firma Tappani, e sarebbe scaduto nel 1964 con un canone di 20.000 lire annue.
Oggi lo stabilimento del Lido è adibito uso pubblico per i più giovani e per l’accoglienza balneare, e la piscina è in piena fase di restauro. Questa cronaca restituisce una memoria per la collettività tutta e ci rammenta un edificio con una storia importante.
(* storico e studioso delle tradizioni locali)