di DANILO SANGUINETI
Chissà se nel menù, variegato, dell’Hotel Doria a Cavi Borgo ha il posto d’onore la famigerata torta di riso, indizio rivelatore della ‘liguritudine’ 100% della struttura ricettiva. Probabilmente no perché questo vanto della hotellerie locale fa della duttilità e della ospitalità cardini sui quali erigere una offerta dal crescente successo, il suo management possiede una visione assai più ampia del consueto tirare a campare tra creuze, carruggi e battigia che “tanto non ce li porta via nessuno”…
Un approccio variegato che riscuote un apprezzamento crescente e che è diventato ampio tanto da permettere un’apertura oltre i limiti angusti della stagione balneare. Nell’annata turistica appena conclusasi ha portato in Liguria e fatto soggiornare nel Tigullio in particolare migliaia di turisti, facendo segnare cifre da riviera romagnola più che da riviera del Levante. Un caposaldo dell’offerta levantina che è stato eretto quasi sessant’anni fa, cresciuto senza avvertire gli insulti del tempo, anzi traendo linfa vitale dalla lunga esperienza. Una corsa a staffetta tra le generazioni di una sola famiglia, la Nicolini-Stagnaro che di Cavi, la frazione est di Lavagna, piedi affondati nella sabbia, testa riparata dalla collina di Barassi, è stata ed è, dal primo dopoguerra ad oggigiorno, la spina dorsale.
Il nostro Virgilio che si addentra nella storia del Hotel Doria, situato in via Torrente Barassi – la via che da Cavi Borgo si dirige verso l’erta omonima costeggiando il rivo – è il dottor Giulio Nicolini, alfiere della ‘seconda ondata’. “L’albergo venne preso in gestione da mio padre, Gino, nel 1964 assieme a sua cugina Vanna Stagnaro. Da allora la nostra famiglia, i Nicolini-Stagnaro, ha guidato questa impresa senza mai abbandonarla, facendo il possibile per migliorarla, introducendo modifiche, aggiungendo servizi e ampliando la struttura ricettiva”.
Un lavoro minuzioso e ripagato con l’apprezzamento dei clienti. Si è formata una base di ‘aficionados’ che negli anni sono diventati quasi persone di famiglia e ha consentito di allargare il periodo di apertura, il che ha funzionato da cassa di risonanza per attirare nuovi visitatori. “Siamo reduci da una stagione che possiamo definire soddisfacente, siamo tornati su soggiorni dalla frequenza e dalla durata pre-emergenza Covid 19. Siamo comunque attenti a intercettare i desiderata dei clienti. Il turismo non potrà non risentire di quanto accaduto tra pandemia, guerra e crisi economica”.
Non ci si siede sugli allori a Cavi Borgo. Anche se partendo da un plafond simile altri si rilasserebbero. Non il dottor Nicolini. “Abbiamo la responsabilità di una struttura tre stelle con 60 camere, che dà lavoro a tanti giovani. Offriamo camere standard da non meno di 18 metri quadrati l’una con aria condizionata, wifi gratuito, tv con canali Sky e Sat, cassaforte, telefono, phon, minifrigo, porte interne insonorizzate e finestre con doppi vetri. Per chi vuole un’esperienza totale abbiamo camere Superior, più grandi ed i benefit del Privilege Club, ossia colazione servita su ordinazione nella nostra splendida terrazza, cena in terrazza, wi-fi plus e tanto altro”.
Uno dei bonus che non sono nell’elenco ma che sono particolarmente apprezzati è la capacità di far sentire a casa sua quello che Giulio Nicolini significativamente chiama ‘ospite’. “Ci teniamo ad accogliere creando un’atmosfera amichevole e familiare adatta ad ogni tipo di clientela. Lo possiamo fare perché abbiamo creato uno staff giovane, cordiale e attento a ogni esigenza dell’ospite”. Il dottore non a caso ha preparato il terreno per la terza generazione capitanata dal figlio Michele. È significativo che lavori con lui Simona Allegri, nipote della Vanna Stagnaro. I legami di sangue rafforzati dal merito. Michele ha seguito al fianco del padre i lavori degli ultimi anni che hanno dotato o potenziato l’Hotel Doria di grandi spazi interni, una terrazza solarium, e un lounge bar. “Per esempio proponiamo un ‘Aperiligure a km 0’, un’occasione per degustare un calice di vino ligure accompagnato da un assaggio di focaccia con salse tipiche”.
Per le famiglie c’è una sala giochi attrezzata per i bimbi e un fresco giardino interno. Per tutti un altro punto forte del Doria: la cucina di tradizione ligure con specialità di pesce. “Puntiamo su una cucina semplice ma gustosa con piatti tipici liguri e della tradizione italiana. Siamo sempre attenti a tutte le esigenze: per questo, su richiesta, sono sempre disponibili prodotti senza glutine o senza latticini e piatti vegetariani o vegani. Per la colazione a richiesta possiamo servire Early Breakfast per i più mattinieri, per chi ha a cuore il Biologico o ha bisogno di sostanze Gluten Free non ci facciamo trovare impreparati”.
La duttilità ha conquistato indigeni e soprattutto stranieri che negli anni sono diventati da pattuglia moltitudine. “È vero, negli anni della mia giovinezza, l’Hotel risuonava di dialetti emiliani, piacentino, parmense, o lombardi, milanese soprattutto. Oggi c’è bisogno dell’inglese come lingua franca”.
E il management non ha fatto orecchie da mercante a questa invasione redditizia. “Alla reception abbiamo sempre due persone in grado di parlare fluentemente il tedesco oltre a tutti gli altri impiegati che debbono sapere come minimo l’inglese”. Viene il sospetto che l’età media sia bassa. “Puntiamo senza esitare sui giovani. A cominciare da Marta Traversaro che coordina e dirige lo staff. Oltretutto avendo ampliato l’offerta ed avendo avuto i necessari riscontri ormai siamo aperti da marzo sino ai Santi come minimo e come è accaduto quest’anno. In questo modo possiamo offrire contratti da almeno 8 mesi”.
Qui la pratica degli stagionali, trimestrali e quadrimestrali, che non dà certezze agli assunti e richiede orari e impegno da… miniera non trova posto. “Il formare un personale competente e partecipe del progetto è essenziale. La qualità del servizio decolla, ne risente l’intera catena operativa”. Altro segreto del successo: l’aver compreso che oltre ‘la spiaggia e il mare d’agosto c’è di più’.
“Il turista straniero non viene qui pensando solo al bagno e alla sdraio sotto il sole. Americani o tedeschi sono attratti dal verde, vogliono girare, vedere, imparare cose nuove. È nostra cura avere sempre una persona che proponga gite, escursioni, esperienze particolari nell’entroterra o nelle città più grandi della riviera e nel capoluogo”. In pratica un ufficio turistico decentrato, sempre aperto e sempre propositivo. Un mezzo sogno, pensando a come da queste parti ci vedono e vengono visti a loro volta gli… utenti. All’Hotel Doria hanno persino pensato al pianista che alla sera intrattiene i clienti svariando da ‘Gymnopedie’ di Satie a ‘Bridge Over Troubled Water’ di Simon & Garfunkel. Cose da pazzi per la patria della torta di riso (e molte altre cose) finita. Abbasso il mugugno. Non tutti i nati nell’arco di circonferenza tra Spezia e Ventimiglia sono immobili musoni. Il purtroppo caratteristico diniego ligure a scandagliare una realtà che si fa sempre più complessa stride nel confronto con coloro i quali al contrario faticando innovano. Hanno capito che il progresso richiede duttilità e rifiutano il cullarsi su allori che hanno ereditato, non meritato. Gli stereotipi sono indice sicuro di pigrizia mentale.