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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Giorgio Sabbadini: il mago dei colori nella sua magnifica e inimitabile Bottega d’Arte

“Qualunque cosa serva per fare esperienza speciale in un particolare campo del disegno e della pittura, ma anche dei lavori di restauro, lo si può trovare qui da me”
La Bottega d'Arte Sabbadini è un negozio pressoché unico in tutto il Levante e non solo
La Bottega d'Arte Sabbadini è un negozio pressoché unico in tutto il Levante e non solo
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di DANILO SANGUINETI

L’arte della miniatura consiste nel rappresentare scene, da ritratti a paesaggi per giungere ad interi mondi, reali o di fantasia racchiudendolo in un disegno piccolo, minuscolo ma fine, piccino ma largo quanto la fantasia e il sentimento del suo creatore. Ed una miniatura ‘sentimentale’ potrebbe essere la raffigurazione perfetta per Bottega d’Arte Sabbadini che mette a disposizione di coloro che vogliono disegnare, dipingere, creare il materiale adatto per spiccare il volo.

Un negozio da sempre affacciato su piazza Nostra Signora dell’Orto a Chiavari. Ha solo dovuto spostarsi di pochi metri e orientamento (oggi a sud, al numero civico 49, un tempo a est) per motivi meramente economici ma che non ha mai abbandonato la sua missione: fornire strumenti concreti alla vocazione artistica in un territorio che, contrariamente a quanto si pensi, è stato ed è patria di illustratori, disegnatori, pittori, scultori. Un porto per chi si intende di arte, una baia appartata. Vorrà dire qualcosa se la bottega quasi sfugge agli oramai precisissimi radar delle App di tracciamento e alle cartografie altrettanto scrupolose dei social.

La Bottega d’Arte è un’orifiamma per coloro che non sono ossessionati dal virtuale. È la estensione in pennelli e scatole di colori della personalità del suo titolare, di un inguaribile appassionato dei mille modi con i quali l’uomo può esprimere la sua anima usando mano, occhio, una matita e un pennello. Inguaribile perché lo fa da sessant’anni tondi tondi.

“Anche di più perché il 1964, 1° maggio per la precisione, è solo la data nella quale mio padre aprì, a pochi metri da dove ci troviamo oggi, il negozio. In origine anche galleria d’arte… Lo fu fino al 1972, quando papà venne a mancare. Allora io con mia sorella decidemmo di concentrarci su quelle che si chiamavano Belle Arti, aggiungendoci gli utensili per il disegno tecnico e le cornici”.

Nel tempo una evoluzione. “Non c’era alternativa. In primis nelle abitudini e nelle esigenze della clientela, poi perché dovemmo spostarci in questo ambiente più ristretto ma con un affitto più ragionevole. Adesso dove eravamo c’è una banca, direi che è una plastica raffigurazione di come sono andate le cose. Poi mia moglie e mia sorella mi lasciarono da solo, per dedicarsi alla famiglia. Nel 2008 venimmo qua, al numero 49”.

Nel frattempo arrivava la rivoluzione digitale, il manuale quasi da un giorno all’altro diventò obsoleto. “Il vento della cosiddetta modernità mi costrinse a rivedere i piani. Prima il computer, poi le vendite online da ogni parte del globo, infine se non bastasse, pure la pandemia. Il solo tenersi a galla è stata una impresa. Nel frattempo vedevo attorno a me – e per me intendo nel Levante non solo a Chiavari – sparire uno dopo l’altro, fino a oggi, fino a quando posso dire di essere rimasto l’ultimo nel mio genere da Spezia a Genova. Per essere ancora più chiaro: nel 2022 avevo pensato di gettare la spugna e cercai qualcuno che rilevasse l’esercizio. Ebbene non ho trovato nessuno”.

Non restava che una soluzione. “Concentrare le offerte su un determinato settore, potrei chiamarlo delle Belle Arti Specializzate. Che cosa vuol dire? Vuol dire semplicemente che qualunque cosa serva per fare esperienza speciale in un particolare campo del disegno e della pittura, ma anche dei lavori di restauro lo può trovare qui da me”.

Gli esempi aiutano a capire. “Materiale e strumenti per creare opere non banali, qualcosa che è difficile da trovare persino su Internet. E che soprattutto si possono scegliere con calma e cura, avendo di fronte una persona in carne e ossa che sa di che cosa parla, che può consigliare, discutere, confrontare. Una esperienza pluridecennale, non voglio sembrare sbruffone, ma che fa tutta la differenza del mondo rispetto a un freddo tutoriale online”. La Bottega diventa indispensabile per chi inizia, che sia giovane o meno, magari una persona che ha sempre voluto cimentarsi e che finalmente trova il tempo, il modo e l’opportunità per farlo. “Posso dire senza timore di smentita che la mia salvezza è il dilettante, l’amateur, uno insomma che vuole iniziare a lavorare. Vuoi provare a dipingere? Qui c’è tutto: la tela, la il materiale, il pennello, il quadro. Ed anche alcuni oggetti fuori dell’ordinario che possono garantire delle esperienze artistiche uniche. Per fare un esempio attuale: sto per ricevere da una ditta francese che è una delle fornitrici più incredibili al mondo, che ho scovato anni fa, che sta per mandarmi delle tele per quadri in plastica. Non vedo l’ora di provare questo supporto in un materiale così inusuale”.

Perché forte del suo diploma di Liceo Artistico (anche se lui naturalmente lo chiama Istituto d’Arte come era conosciuto ai suoi tempi) Giorgio Sabbadini verifica prima di vendere. “E’ un mio preciso scrupolo. Solo così facendo posso consigliare la signora che vuole creare una composizione per Natale oppure un signore che intende rimettere a nuovo un antico mobile intagliato, arrivando allo studente dell’Artistico”. Che dovrebbe essere il suo cliente primario… “Sì e no. Il problema è che i ragazzi cercano quanto serve loro su Internet e solo se non lo trovano vengono qui. Più probabile che dalla porta entrino i genitori dello studente, in cerca prima di tutto di un consiglio. Gente che magari quando chiedo che tipo di grafite vogliono mi guarda straniata. Con la competenza io mi salvo. E dovrebbe essere sempre così: rivolgersi a chi ne sa veramente. Per fortuna il tempo aiuta: come in tante altre aree commerciali dedicate, non ci si improvvisa venditori di strumenti artistici, chi lo ha fatto è sparito in breve tempo”.

C’è anche un altro segreto per durare. “Essere onesti e dire le cose come stanno. A chi entra e mi chiede un pennarello pantone e si stupisce del costo perché ha visto che online viene molto meno io rispondo in modo diretto e franco che è vero ma che se il prezzo più alto c’è una ragione. Si può trovare anche qui nella zona un pennarello da un euro ma poi non ci si deve lamentare se dura due disegni e tre scarabocchi. La mia roba è garantita, non dalla mia parola ma dall’uso”.

Il signor Giorgio ha richieste anche da oltre Alpe. “L’altro giorno ho spedito un colore speciale in Francia, un prodotto che serve per regalare una patina opaca all’oro, per far sembrare più vecchio un mobile creato oggi ma con lo stile di due secoli fa”. Incredibile come nonostante sia ‘one man shopper’ riesca a trovare il tempo per fare altro. È infatti uno dei pilastri del gruppo di Rupinaro che organizza la Zabaionata di Capodanno e altre feste che riscuotono da anni un successo travolgente. “Mi piace tenermi impegnato, per il mio quartiere faccio di tutto e volentieri. Certo il negozio qualche pensiero continua a darmelo. Il commercialista guarda i miei conti e scuote la testa, in pratica se vado in pari e riesco a tenere aperto ho fatto il massimo. Ma la colpa non è della gente e neppure dei tempi che cambiano. Mi domando cosa pensino quelli che ci governano: ci infarciscono di regolamenti e doveri, e soprattutto trattano noi dettaglianti allo stesso modo delle catene commerciali. Io non chiedo sostegni, chiedo solamente che venga riconosciuta la peculiarità della mia attività. Qui invece si tira a equiparare tutto: come puoi mettere su un pennarello la stessa Iva che metti su un televisore?”.

L’unico momento di disappunto, appena un attimo che per fortuna non intacca la sua corazza fatta di gentilezza e simpatia. “Avrei dovuto capirlo tanti anni fa, ai funerali di mio padre. Era stato un intagliatore provetto, un maestro nella sua arte, eppure in vita neppure un apprezzamento, un foglio, una targa. Da morto vennero in tantissimi alla cerimonia funebre. E io mi chiedevo? Perché non gli avevano manifestato in vita quella considerazione e quel rispetto?”.

Poi riprende la sua combattività di lucidissimo artigiano. “Quando vengono a trovarmi per chiedere cosa è meglio per lavorare, quando vado a frequentare un corso per aspiranti acquarellisti e insegno, e allo stesso tempo imparo tante cose nuove, sono felice”. Il mondo di Giorgio Sabbadini artista e venditore (in un mix ormai quasi indistinguibile) collide con il mondo dei piccoli negozi minacciati dagli inarrestabili mutamenti della globalizzazione selvaggia. 

Un mondo che, come si leggeva nell’editoriale dello scorso numero di ‘Piazza Levante’, andrebbe protetto tramite improrogabili modifiche accompagnate da un indispensabile sostegno, non da discorsi fumosi, specialità della casa qui da noi. Si ascoltano chiacchiere intrise di generiche affermazioni ostentanti buona volontà da parte di amministratori, associazioni di categoria, maestrini vari. Solo ronzio per chi, come il signor Sabbadini, attende fatti e non dichiarazioni low cost. Salviamo il soldato Giorgio, forse demodé ma non demotivato, a dispetto di tutto cortese ed affabile: un gentiluomo che si camuffa con un grembiule da artigiano, souvenir delle botteghe di una volta dove lo si indossava con giustificato orgoglio.

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