(r.p.l.) Si muovono nei boschi. Approfittano di moltissime vie di fuga non convenzionali. Rubano oggetti preziosi, smurano casseforti, aprono gli abitacoli delle auto e ogni tipo di porta, finestra, cancello o portone. Sono professionisti e, soprattutto, sembrano imprendibili. Dei veri e propri ‘fantasmi’, se non fosse che il loro passaggio lascia un segno più che concreto, tangibile e devastante.
Da quaranta giorni consecutivi, le alture di Chiavari sono funestate da una serie di furti a raffica, senza che fino a questo momento, nonostante l’enorme sforzo profuso da parte delle forze dell’ordine, i responsabili siano stati identificati e arrestati.
A vivere in questa situazione di estrema agitazione e insicurezza sono, in particolare, i cittadini residenti nelle località di Maxena, Campodonico e Sanguineto, che abitano spesso in abitazioni monofamiliari, alcune delle quali pure isolate. È il contesto ideale, per mettere a segno dei furti, ma l’escalation delle ultime settimane ha veramente dell’incredibile. Per questo gli abitanti si sono radunati in una sorta di comitato, sorto quasi spontaneamente, e hanno deciso di far fronte comune e di chiedere aiuto (la fotografia di questo articolo è di Davide Papalini).
Serve un’azione coordinata, anche e soprattutto per evitare qualche gesto inconsulto da parte di un singolo, che possa andare ben oltre, rispetto al concetto di legittima difesa. Anche per questo motivo, l’appello dei residenti è stato prontamente accolto dagli amministratori locali, che hanno fatto un primo importante passo: chiedere, pur riconoscendo il lavoro fin qui svolto da Polizia e Carabinieri, un incremento di controlli e di presidio sul territorio, al fine di scoraggiare questi criminali che, sino a questo momento, non si sono fatti problemi di alcun tipo e hanno continuato ad agire come se niente fosse.
A interessarsi della questione è stato, in particolare, il consigliere comunale Sandro Garibaldi, che è uno dei principali esponenti cittadini della Lega e che conosce molto bene la zona di Maxena, oltre a quelle di Campodonico e Sanguineto. Garibaldi ha sensibilizzato il sindaco Marco Di Capua, ed entrambi hanno rivolto un appello a Prefettura e Questura di Genova, chiedendo un incontro urgente.
“Sono quaranta giorni – dice il consigliere della Lega – che su queste colline non c’è pace. I ladri entrano nelle case, rubano oggetti preziosi, aprono le casseforti, passano con disinvoltura da un’abitazione all’altra e finora non c’è stato verso di prenderli. Noi crediamo che siano parecchi, organizzati in una banda, e che non sfruttino le consuete vie di fuga, ma che conoscano molto bene il bosco e i vari sentieri, e che utilizzino queste strade”.
I cittadini non hanno nessuna idea di chi possano essere questi delinquenti, impossibile tracciarne un identikit. “Possiamo solamente pensare – prosegue Garibaldi – che si muovano a piedi, per questo prediligono la piccola refurtiva, che spesso comunque è la più preziosa. Non utilizzano quasi mai la strada principale, anche perché ce n’è una sola e correrebbero il rischio di essere presi”.
A poco, sinora, sono servite pure le telecamere, proprio perché sono installate sul percorso principale, ma non certo nei boschi. “Qui – aggiunge il sindaco Marco Di Capua – la Polizia Municipale ha fatto installare nei mesi scorsi delle ‘fototrappole’, con l’obiettivo soprattutto di controllare i boschi dall’abbandono abusivo di rifiuti. In questo caso, si vedono le forze dell’ordine che pattugliano i sentieri, si vedono numerosi turisti, ma dei ladri nessuna traccia”.
Dei ‘fantasmi’, per l’appunto. Per questo, Garibaldi sollecita l’utilizzo di mezzi più tecnologici, come i visori a infrarossi o l’elicottero ed è questo il messaggio che viene rivolto al Prefetto, Carmen Perrotta, e al Questore, Vincenzo Ciarambino: “L’utilizzo della tecnologia a infrarossi, adottata con successo negli anni passati, permette di individuare gli spostamenti delle persone nelle ore notturne, e potrebbe essere uno strumento da mettere in campo, come anche il potenziamento della sorveglianza e delle risorse dedicate alle indagini”.
Perché è evidente che una simile escalation di furti non può essere affrontata con il personale attualmente operativo a Chiavari. Di notte, in particolare, sono in funzione una pattuglia della Polizia e una dei Carabinieri, troppo poco, nonostante gli sforzi, per controllare una zona comunque ampia e con tante abitazioni sparse. A firmare la lettera, oltre a Garibaldi, è anche Davide Micheli, commissario della Lega per la Sezione di Chiavari.
Contestualmente, un’altra missiva è stata inviata agli stessi destinatari da parte del sindaco di Chiavari. “Detti furti – scrive Di Capua a Prefetto e Questore – si protraggono da oltre un mese e stanno creando particolare allarme nei cittadini. L’incontro urgente è richiesto anche al fine di prevenire reazioni pericolose e incontrollate”.
Nessuno vuole, infatti, né parlare di ronde né di autodifesa. Ma i nervi sono veramente a fior di pelle. I malumori corrono tra le strade e pure online, su un gruppo di Whatsapp che è stato creato appositamente e che conta al momento oltre duecentocinquanta persone. Sta ai più responsabili provare a incanalare l’ansia e la preoccupazione nel giusto binario, mentre le forze dell’ordine proseguono nel loro lavoro.
“Solo negli ultimi giorni – osserva Garibaldi – sono state svaligiate tre abitazioni al pomeriggio, due di notte, sono state aperte due auto, una persona di 83 anni che vive da sola si è vista un ladro entrare dalla finestra, e potete poi immaginare come abbia dormito”.
Agli inizi del 2020, anche su questo tema si è svolta un’assemblea cittadina. È stato lanciato un primo appello. Poi gli episodi sono ulteriormente aumentati. Non bastano neanche più le raccomandazioni o gli accorgimenti di rito, per evitare di esser derubati.
Questi ‘fantasmi’ sono persone in carne e ossa, e il loro passaggio funesto pare per il momento inarrestabile. Serve la stessa escalation pure nei controlli. Una forza uguale e contraria, per fermare tutto questo.