Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione dell’amico Michele Scandroglio sulle ultime vicende internazionali.
di MICHELE FERNANDO SCANDROGLIO *
In un mondo sempre più instabile, sconquassato dalle aggressioni all’Ucraina e a Israele, oltre che stupefatto per l’atteggiamento di Putin (che, come colto da amnesia e dimentico della sua aggressione alla povera Ucraina, sotto braccio al leader nord coreano pontifica sulla situazione in Medio Oriente come se non avesse anche lui le mani in pasta con i suoi alleati iraniani sodali di Hamas) ebbene in questi tristi giorni di lutto per i civili israeliani e palestinesi nella vecchia Europa si accende una luce; anzi, due luci.
Prima c’è stata la sconfitta elettorale di Vox, la destra fascista spagnola lasciata in disparte dagli stessi Popolari di Núñez Feijóo, sconfitta che impedisce di formare un nuovo governo sovranista, nazionalista, populista, e lascia sperare al socialista Sanchez di mantenere con molte difficoltà il governo e la Spagna nell’alveo delle nazioni che rifuggono gli Orban di turno.
Ma ancora meglio i risultati in Polonia, dove i moderati, i centristi e la sinistra hanno i numeri per governare e togliere l’imbarazzante Pjs con l’ancora più imbarazzante Kaczynski dal proscenio dell’Europa: quella, per non dimenticare, di Adenauer e de Gasperi.
Il risultato elettorale consente al leader moderato Tusk di tornare in Europa e di lasciarsi alle spalle otto anni di buio. I cittadini spagnoli e ancora di più quelli polacchi, di fronte alla scelta tra chiudere le porte o aprirle hanno scelto di guardare la luce in fondo al tunnel. E la luce è arrivata. Quel grumo reazionario, negazionista e populista si è dissolto. Non dimentichiamo che in Polonia per otto anni il Pjs ha governato con la maggioranza assoluta detenendo ogni potere: non è cosa da poco. Eppure le piazze si sono mobilitate e le persone hanno colto la bruttezza che avevano davanti ed hanno cambiato tutto. Ora in Europa si respira un’aria meno pesante, e si potrà guardare al futuro con meno preoccupazioni.
Cosa succederà in Italia, dove la coalizione vede un pezzo ahimè sempre più piccolo di centristi ed un’ala sovranista sempre più incandescente? La premier pare abbia cambiato di molto la sua posizione. Magari ha colto che i suoi amici populisti al dunque hanno sempre scelto contro il nostro Paese, e che senza una reale solidarietà europea, senza dubbio da migliorare, le grandi problematiche non si possono nemmeno affrontare. Forse comprenderà che i grandi conservatori erano Churchill e De Gaulle, che fieramente si opposero al nazifascismo, e non Jaroslaw Kaczynski o Victor Orban.
Comunque Spagna e Polonia ci indicano una via. Moderati centristi e sinistra al governo è il modello da perseguire. Nulla di nuovo per chi mastica di politica da anni; si chiamava ‘centrosinistra’.
Il governo Fanfani del ’62 vide i progressisti riformisti del Psi entrare nel suo gabinetto e allora la lira faceva aggio sull’oro. Le personalità che elaborarono quella stagione di grande progresso si chiamavano Aldo Moro, Pietro Nenni, Ugo La Malfa.
Senza un pensiero elaborato e costruttivo, ma solo con gli slogan, rincorrendo la pancia del paese si possono anche vincere le elezioni; ma poi i nodi vengono tutti al pettine.
(* Imprenditore, console onorario della Bulgaria, già parlamentare della Repubblica)