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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

“Dilettissima e straordinariamente amata moglie”. Una storia di Chiavari

Analisi del sarcofago dedicato a Maria Della Torre e che si trova presso l’Auditorium di San Francesco: una vicenda che affonda le radici nei secoli scorsi
Il sarcofago dedicato a Maria Della Torre che si trova nell'Auditorium San Francesco di Chiavari
Il sarcofago dedicato a Maria Della Torre che si trova nell'Auditorium San Francesco di Chiavari
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di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *

Tutte le volte che entro nell’Auditorium di San Francesco in Chiavari, non riesco a distogliere la mia attenzione dal sarcofago funebre conservato nel transetto di destra dell’edificio, nella Cappella indicata come Santa Concezione. Mi bastano pochi secondi per tornare alla storia che quel monumentale marmo è lì a ricordare. Si tratta di un’opera di cui in diversi hanno già scritto e, grazie a loro, possiamo ricostruire gli eventi che la riguardano.

Il primo a occuparsi di questa deposizione fu l’analista chiavarese Carlo Garibaldi che nel 1853, nella sua opera dedicata a Chiavari, ci indica, descrivendo la Chiesa di San Francesco, “Nella cappella della Concezione avvi un marmoreo mausoleo di Maria Della Torre, con statua coricata ed iscrizione”. Nella successiva nota a piè di pagina riporta l’epigrafe che tuttora possiamo leggere nella lapide conservata.

Successivamente furono Claudio Montagni e Loredana Pessa ad occuparsi del monumento qui conservato. L’occasione, molto importante, era legata ad un avvenimento culturale che segnò la rivalutazione di questo edificio e l’importanza della famiglia nobiliare dei Costaguta nella Chiavari del Seicento. I due studiosi dedicarono al manufatto una scheda descrittiva e una prima analisi storico artistica. In particolare valutarono la tipologia compositiva dell’opera, “caratterizzata dall’atteggiamento di quieto abbandono in cui è ritratta Maria Della Torre”. 

Queste note storiche per giungere ad uno studio più complesso e articolato, in cui Roberto Santamaria produce una documentazione che ricostruisce le vicende di Maria, del suo sposo Giovanni Battista Ravaschieri, la realizzazione del marmo e la sua collocazione nel tempo. 

Maria Della Torre cessa di vivere il 29 novembre del 1615, penso che fosse malata da tempo per via del suo testamento dettato sin dal 10 aprile del 1597, nel quale indica le sue disposizioni e nel coniuge Giovanni Battista il suo erede universale. Al momento del suo decesso costui commissiona l’opera che dovrà conservare il corpo della sua “dilettissima e straordinariamente amata moglie” presso la Chiesa di San Giovanni, da collocare nella Cappella di Nostra Signora degli Angeli nel 1619. 

Il prosieguo del destino di questa vicenda è da ricercarsi nella storiografia della Chiesa di San Giovanni Battista, quando il Consiglio di Chiavari, con apposito decreto del 18 marzo 1601, autorizza “d’imporre tassa di lire tremila per i restauri”. Da subito i nobili Ravaschieri disporranno le loro quote, Pietro Francesco con Lire 350 ed Ottavio con Lire 2000. Con  queste disponibilità il parroco Ambrogio Bacigalupo promuove i passi successivi. 

Il 12 ottobre del 1623 si giunse alla tanto desiderata risoluzione: il Maggior Consiglio e gli Aggiunti, alla presidenza del Priore Giovanni Battista Rivarola con la presenza del Capitano di Chiavari decretarono che si poteva procedere. Il parroco Bacigalupo intervenne  e pronunciò lo storico discorso: “Signori, sono venuto per parlare della nostra Chiesa, la quale da per lei può parlare: piove per tutto, sino in sagrestia, si rovinano le robe et ogni cosa”. Il discorso del parroco fu così determinato da richiamare l’attenzione delle alte autorità presenti e “perciò seduta stante si deliberava di gittare a terra la vecchia chiesa e di riedificarla, della stessa grandezza e lunghezza”. 

Il 5 luglio del 1624 il complesso era stato già demolito e si poteva poggiare la prima pietra del nuovo edificio: “Con atto pubblico del notaro Gio. Andrea Deferrari e con grande solennità, pose la prima pietra all’angolo di ponente-mezzogiorno”. Sul masso era scolpita un’epigrafe che tramandava nel tempo quella cronaca. 

La vita parrocchiale fu trasferita nella retrostante Chiesa di San Marco – Nostra Signora della Valle per tutto il tempo necessario alle opere di ricostruzione , vale a dire  sino al 2 marzo del 1631, quando viene consacrata la nuova Chiesa quale la ritroviamo ai giorni nostri. 

In questo lungo tratto di vicende e durante la demolizione della parrocchiale di San Giovanni il sarcofago di Maria Della Torre è trasferito presso la Chiesa di San Francesco. La traslazione avviene nel 1627 e da quel giorno il secolare sonno di Maria prosegue nella Cappella della Concezione. I quegli anni il marito Giovanni Battista Ravaschieri aveva dettato due testamenti, entrambi adeguati ai fatti qui ricostruiti. Nel secondo, 8 maggio 1627, indicò il desiderio che la propria sepoltura fosse in San Francesco, dove riposava la moglie dopo il trasferimento.

Ecco i fatti che alimentano la mia attenzione verso quel sarcofago, che dovrebbero colpire la sensibilità di tutti, e che permettono di attribuire il giusto pregio a quella nobile opera: un marmo di notevole fattura che cresce in valore nella contestualizzazione di queste vicende.

Se entrate in San Francesco dedicate qualche istante a quell’installazione, provate a soffermarvi, guardate con attenzione: Maria non è in posizione morente, ma dormiente, il suo abito è lieve come il movimento del panneggio che l’avvolge. Tra le mani un libro, il capo poggia sul palmo della mano, il gomito su un ricco cuscino apparentemente in damasco, gli occhi sono chiusi nel suo sonno secolare. Una lunga attesa che dura da quattro secoli e che attende la nostra attenzione.

(* storico e studioso delle tradizioni locali)

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