di ANTONIO GOZZI
La vicenda della Diga Perfigli e della battaglia per la tutela della piana orticolo-fluviale dell’Entella sembra giunta a un punto di svolta. Gli organi di stampa hanno riferito della conclusione dei lavori della Commissione regionale deputata a discutere, su richiesta della Soprintendenza, del vincolo paesistico su tutta la piana. Non si è ancora riusciti a leggere l’atto, di cui si attende l’emissione in tempi rapidi, ma i rumors parlano dell’accoglimento delle istanze della Soprintendenza, che ha agito anche su richiesta dei movimenti ambientalisti. Dovrebbe essere quindi prossima l’emanazione del vincolo, dopo una complessa procedura di pubblicazione e di possibili osservazioni di enti e cittadini.
‘Vincolo’ dovrebbe voler dire no alla costruzione del muraglione dello scempio e salvaguardia del manufatto del ‘seggiun’.
Ho usato il condizionale perché prima della lettura dell’atto è meglio restare prudenti e con la guardia ben alzata. Inoltre si temono, da più parti, ritardi di emanazione della delibera di vincolo da parte della Regione. Si teme che la procedura burocratica, che come detto è di notificazione del vincolo agli enti interessati, pubblicazione e osservazioni da parte di tutti i soggetti interessati, vada tanto per le lunghe da vanificare di fatto il vincolo, che diventerebbe operativo solo dopo che il disastro e lo scempio si fossero realizzati.
Bisogna restare vigili.
Bisogna mettere il massimo di pressione sulla Regione e sui suoi uffici perché non se lo menino con le scartoffie. Si ricorda a tutti che i ritardi nell’emanazione di un atto già assunto e così importante, ritardi magari finalizzati a renderlo di fatto non efficace, sono un reato di cui rispondere dinanzi alla legge.
I lavori della Diga Perfigli per il momento sono fermi e procedono soltanto i rilievi e gli scavi della Soprintendenza archeologica volti ad accertare il valore e il significato del ‘seggiun’, antico manufatto di protezione costruito dai francesi all’inizio dell’800, un’opera indubitabilmente pubblica tra le tante realizzate dalla presenza e dal governo napoleonico sul nostro territorio. Un manufatto che, almeno dal punto di vista storico e culturale, ha un’enorme importanza e mostra la perizia idrogeologica e l’alto livello costruttivo e tecnico della sua costruzione se si considera l’epoca in cui fu realizzato, gli inizi del 1800.
In un contesto del genere, e cioè in prossimità dell’emissione di un vincolo paesistico, ci si attenderebbe prudenza e cautela da parte di tutti gli enti coinvolti, a partire dalla Città Metropolitana: una postura di salvaguardia, cioè, in attesa della lettura dell’atto di vincolo.
Le posizioni della Città Metropolitana e del suo Sindaco, il mai eletto nel Tigullio Bucci, restano invece rigide e chiuse, almeno a giudicare dall’ultima discussione in Assemblea della Città Metropolitana relativa ad una mozione presentata dal consigliere di minoranza Elio Cuneo. Cuneo, alla luce dell’atto della Commissione regionale e della imminente decisione di vincolo, chiedeva l’apertura di un tavolo tecnico con i comuni e le comunità locali per decidere il da farsi nella nuova situazione.
Bucci ha come al solito tuonato che non è disposto a nessun tavolo di discussione su un progetto approvato e finanziato, e che al massimo è disponibile a un tavolo di ascolto. Premesso che enti locali e movimenti di cittadini non sono un’associazione di alcolisti anonimi e quindi hanno diritto, specie in una situazione come quella attuale, a molto di più che una seduta psicanalitica di ascolto, il Sindaco metropolitano continua a interpretare il suo ruolo come se fosse quello di un autocrate che va per la sua strada e sente come disturbo le istanze locali.
Non è così caro Bucci.
L’istituzione dell’Area Metropolitana è un disastro istituzionale. I cittadini del Tigullio non si riconoscono in un ente del genere. Il rapporto tra Genova e il Tigullio è un rapporto sofferto e tu non lo riesci a capire. La gente del Tigullio ti avverte come un’imposizione, non ti ha mai votato e pensa che dei nostri problemi non te ne frega niente perché tu i voti li prendi a Genova.
Sia tu che il presidente della Regione Toti dovete stare attenti perché questi atteggiamenti sono forieri di incomprensioni e di rivolte. Fare il Sindaco, soprattutto di popolazioni che non ti hanno eletto, ti impone disponibilità e dialogo e riconoscimento del principio di autodeterminazione.
Non ti devi offendere o essere insofferente se parliamo di Genova matrigna. Le popolazioni delle ali della Liguria la avvertono da secoli così.
Se si continua con questo andazzo presto o tardi nascerà nel Levante un movimento di liberazione dalle imposizioni e dagli egoismi genovesi e noi di ‘Piazza Levante’ questo movimento lo appoggeremo con convinzione.
Bene ha fatto il consigliere Elio Cuneo a sollevare il problema di cosa succederà nella piana dell’Entella dopo l’atto della Commissione regionale. Deprimenti le assenze dei consiglieri metropolitani del Tigullio Segalerba, Conti, Cella. Il Sindaco di Rapallo Bagnasco ha pensato bene di uscire poco prima del voto, il consigliere Rossi della Lega ha votato con Bucci. Alcuni di questi consiglieri si dichiarano contrari alla Diga Perfigli quando sono sul territorio, ma quando vanno a Genova si eclissano o per non sbagliare proprio non ci vanno.
I cittadini del Tigullio si ricorderanno anche di questo.