(r.p.l.) Tra crisi energetica e cambiamenti climatici, qual è la strada della transizione e come può essere percorsa? Dov’è che si può trovare una sintesi? Perché i pensieri e le posizioni estremiste sono pericolosi?
È un tema di strettissima e pressoché quotidiana attualità e a Chiavari se ne parlerà nel primo appuntamento del nuovo ciclo de ‘Il Giardino dei Lettori’, organizzato dal Banco BPM e dalla Società Economica di Chiavari nel Giardino dei Lettori intitolato a Renato Mario Gozzi (in caso di maltempo, ci si sposterà alla Sala Ghio Schiffini, sempre all’interno della Società Economica, in via Ravaschieri 15).
L’incontro, dal titolo ‘Crisi energetica e climate change: la difficile via della transizione’, è fissato per domani, venerdì 22 settembre, alle ore 18. L’ingresso è libero. I relatori sono: Chicco Testa, già ad di Enel e ora presidente dell’Associazione Assoambiente; Carlo Stagnaro, direttore dell’Istituto Bruno Leoni; Gianluca Guaitani, direttore commerciale della Liguria del Banco BPM. A moderare, il presidente di Federacciai e nostro editore, Antonio Gozzi.
Nei giorni scorsi, anche come introduzione a questo incontro, Chicco Testa ha affidato il suo pensiero sul tema alle colonne de ‘Il Foglio’. Secondo l’ex dirigente di Enel, “non vi è alcuna possibilità che gli obiettivi fissati nell’aggiornamento della Direttiva europea per quanto riguarda le fonti rinnovabili possano essere raggiunti”.
L’obiettivo fissato, ricorda Testa, “è che al 2030 siano rinnovabili il 42,5 per cento dei consumi finali di energia, più un obiettivo non vincolante del 45%. Questo obiettivo non riguarda la sola energia elettrica, se fosse così già ci saremmo, ma il 42,5 di tutta l’energia. Quindi dobbiamo nello stesso tempo aumentare la quota di energia elettrica prodotta con le rinnovabili e aumentare la quota di elettricità sul totale dell’energia consumata”.
Ma nel 2022, secondo i dati del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, “solo il 19% dei nostri consumi finali erano da rinnovabili. Sole, vento, idro, geo, ma anche rinnovabili termiche, compresa la legna da ardere, e un po’ di biometano. Nei prossimi sette anni dovremmo crescere di 23,5 punti, dodici volte in più del tasso di crescita registrato sin qui. Anche se facessimo tutta l’elettricità con le rinnovabili, cosa impossibile, ci fermeremmo al 31,8”.
Testa osserva: “Rimane da capire perché l’Europa si ostini ad alzare l’asticella di obiettivi non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. La Ue si è incastrata da sola ponendosi un obiettivo, quello delle zero emissioni al 2050, che la costringe a stabilire tappe intermedie altrettanto velleitarie”.
L’unico risultato? “Al momento è quello di una perdita di competitività dell’industria europea, la creazione di mercati, auto elettriche e rinnovabili, per i produttori cinesi, l’aumento dei costi per imprese e famiglie”. Posizioni più volte espresse anche dal nostro editore e dalla testata ‘Piazza Levante’. Sarà interessante sentir riproporre il tema dalla viva voce dei relatori.
