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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Così l’azienda Lormani tiene viva l’antica tradizione dei mobili in Val Fontanabuona

Oggi tocca ad Alice Lormani guidare assieme al cugino la ditta fondata nel 1912 dal bisnonno Armando: “E da quest’anno abbiamo anche aperto uno store a Genova”
La Mario Lormani Mobili è una delle aziende più longeve della Val Fontanabuona
La Mario Lormani Mobili è una delle aziende più longeve della Val Fontanabuona
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di DANILO SANGUINETI

Ancora del legno in Fontanabuona. C’è ancora del legno in Fontanabuona. Giocando sull’accento tonico per presentare uno degli ultimi capisaldi che permettono di conservare l’appellativo di “Valle dei Mobili”. Negli anni Novanta del secolo scorso da queste parti era tutto un mobilificio, oggi la “Mobili Mario Lormani” è una sentinella a guardia di fortilizi quasi del tutto abbandonati. 

L’azienda che ha sede a Cicagna, in via Carpenete 24, al contrario ha mostrato resilienza affrontando e vincendo una serie di sfide tutt’altro che banali. Si è messa alle spalle crisi sistemiche, tempeste finanziarie intercontinentali e sconquassi più o meno locali. Mentre gli altri sparivano, Sormani stava saldo: non è stata e non è fortuna, c’entrano le qualità basiche della famiglia proprietaria, una storia lunga e rispettata, una coesione e una coerenza mai smarrite. I Lormani hanno svoltato nella quarta generazione, una continuità spazio-temporale di oltre un secolo, un’esperienza che garantisce loro una marcia in più.

Oggi tocca ad Alice Lormani guidare assieme al cugino la ditta fondata nel 1912 dal bisnonno Armando. “Era un falegname, apprezzatissimo perché capace di soddisfare qualsiasi richiesta e di produrre mobili su misura. Nonostante sia passato molto tempo la nostra passione per l’arredamento realizzato su misura e per soddisfare le esigenze di ogni cliente è oggi più viva che mai”. 

“Mastro Armando” lasciò il negozio al figlio Mario, che si guadagnò il diritto di avere il nome inserito nel marchio trasformando la bottega a conduzione artigianale in un mobilificio. “Oltre a quello di mio nonno va sottolineato il contributo dato da mia nonna, sua moglie Giorgina. Con grande passione e sacrificio, hanno creato quella che oggi è la nostra realtà”. 

La coppia ha due figli. Nadia e Armando, la terza generazione, raccolgono il testimone. E hanno come prima preoccupazione quella di trasmettere gli stessi valori ai loro figli, in azienda da giovanissimi. “Io sono la figlia di Armando e assieme a mio cugino Simone figlio di Nadia, portiamo avanti la “Mobili Mario Lormani”. Incroci che appaio studiati a tavolino tanto sono perfetti: le quote rosa nella famiglia fontanina sono determinate in prima battuta dalla genetica.

Alice presenta la sede in Cicagna: “È la “casa madre”. Abbiamo una grande superficie espositiva, dove potrete trovare una vasta scelta per tutti gli ambienti della casa, cucine moderne e classiche, camere matrimoniali, camerette per ragazzi, divani e mobili per soggiorno, tavoli, sedie e complementi d’arredo in genere”.

C’è da dire che oltre alla qualità dei mobili e la bellezza delle composizioni si punta molto anche sul lato umano. Chi varca le porte della sede viene accolto con la massima disponibilità, competenza e cortesia. Il cliente viene seguito direttamente fino al momento della consegna, con tanto di montatori specializzati nel lavoro a domicilio. 

“Da quest’anno abbiamo anche aperto uno store a Genova: Stosa Cucine a Genova Est”. In un periodo come questo ci vuole coraggio e un minimo di pazzia. Sarà un caso ma Lormani è un’altra azienda che ha “radici lunghe”, un retroterra culturale importante alle spalle. Sono quelle che hanno retto meglio all’urto dei tanti imprevisti degli anni scorso e che oggi è pronta ad una nuova battaglia. “Il periodo Covid e le sue chiusure hanno pesato, la crisi economica anche, abbiamo cercato di uscirne al meglio. Subito dopo c’è stato un momento di grande slancio, la gente aveva voglia di uscire, di comprare, di recuperare il tempo perduto. Fino ad inizio dell’anno in corso abbiamo lavorato tanto e bene, c’era voglia di rinnovare la casa, di curare l’arredo. Da Pasqua in poi la situazione è diventata statica, diciamo. Abbiamo cercato di ragionare da imprenditori e giocato al rilancio, aprendo il negozio a Genova”.

La famiglia Lormani investe, lo Stato risponde? “Confidiamo di sì. E non sto parlando di aiuti diretti ma di interventi molto ma molto più decisi sulle infrastrutture”. La mente corre immediatamente all’ormai proverbiale Tunnel della Fontanabuona. “Ne sento parlare da quando ero bambina. Chi vive e lavora qui sa molto bene che cosa significhi essere appesi a un unico filo, a quella strada che attraversa la valle, solitaria, rattoppata che può interrompersi a ogni svolta. Anzi che può chiudersi a ogni soffio di tempesta: se chiudono i ponti di Carasco noi siamo tagliati fuori dal mondo”. Non che quando sia aperto ci sia molto da sorridere. “Pedoni e ciclisti sono a rischio costante, moto, auto e camion che sfrecciano a ogni ora del giorno”. La Fontanabuona il suo Ponte Morandi l’ha visto frantumarsi decenni fa. E non ha più riaperto. Chi ha meno coraggio dei Lormani avrebbe già alzato bandiera bianca. Invece Alice, Simone e tutti i dipendenti amano troppo la loro terra e il loro lavoro. Ed aprono lo Stosa Store Genova Est. “Da sempre crediamo nella manifattura italiana e siamo orgogliosi di questa nuova collaborazione con Stosa, che permetterà di toccare con mano la qualità delle cucine in esposizione in via Lungobisagno Istria, 23. Un rischio? Ci vogliamo mettere nel gioco grande e questa è la via giusta per farlo”. 

La mossa del cavallo della famiglia Lormani. Da come ne parla si capisce che Alice non ha avuto alcuna esitazione. Alice è una tosta, tenetelo a mente. Ama lanciarsi con il paracadute con la stessa impavida determinazione con la quale ha preparato lo sbarco a Genova: quindi con la quarta generazione dei Lormani in piena fioritura si può conservare un ragionevole ottimismo. Toccando legno per i superstiziosi. A proposito del legno: la filastrocca morale di Rodari ed Endrigo “Ci vuole un fiore” seguiva un percorso fatto di complementi di materia per arrivare all’essenza partendo dal tavolo. Ripartiamo da quello e ignoriamo certe teste…di legno.

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