di ALBERTO TROVAMALA
Lo stop improvviso. Il lockdown. Il calcio nell’incertezza. Si riprende, non si riprende, chissà. Si riprende, alla fine. Il calcio professionistico torna in campo, ma gli stadi a porte chiuse sono la naturale conseguenza dell’incubo Covid-19. Una ripresa sui generis, che tuttavia potrà valere molto. Moltissimo. Nuova iniezione di entusiasmo, a Chiavari l’attesa per il primo match post lockdown è trepidante: sabato alle 18 l’Entella infatti tornerà in campo al ‘San Vito-Gigi Marulla’ di Cosenza e noi di ‘Piazza Levante’ abbiamo voluto approfondire aspetti inediti e aneddoti che hanno contraddistinto questi mesi di dubbi e paure, fino al ritorno del calcio giocato, insieme ai protagonisti in campo e non solo.
“È stato un periodo difficile e particolare. Non è stato semplice vedere la situazione aggravarsi giorno dopo giorno senza poter immaginare saremmo potuti tornare alla normalità”, ha esordito ai nostri microfoni Marco Chiosa, difensore classe ’93 dell’Entella.
“La prima parte del lockdown l’abbiamo vissuta qui a Chiavari, vivendo e allenandoci da soli nelle nostre abitazioni, poi ci è stata concessa la possibilità di tornare dalle nostre famiglie quindi, nel mio caso, sono rientrato a Torino”. Una situazione paradossale. L’impossibilità di potersi ritrovare a vivere lo spogliatoio insieme, da un giorno all’altro. “Durante il primo mese soli in casa, al di là degli allenamenti, abbiamo provato a sviluppare interessi e hobby a cui prima difficilmente avremmo pensato. Playstation a parte, ci siamo dilettati nella cucina con scarsi risultati – ride Chiosa, ndr -, qualcuno nella musica e addirittura nell’apprendimento dello spagnolo”.
Ora, finalmente, si torna a giocare. Tante le ‘novità’: “Anche il fatto di dover utilizzare spogliatoi diversi all’interno della squadra, di dover viaggiare in pullman separati per le trasferte, così come per i voli aerei, è emblematico. Ma è necessario seguire il protocollo con tutte le precauzioni del caso e lo stiamo facendo al meglio. In ogni caso, considerando le nostre abitudini precedenti, è tutto alquanto singolare”.
I giocatori sono palpitanti. Non vedono l’ora di tornare a percepire quell’adrenalina che solo la partita sa regalare. “C’è tanto entusiasmo nello spogliatoio: non vedevamo l’ora di ricominciare a giocare, soprattutto le partite. Potremo così regalare un momento di svago e di felicità, nonostante l’emergenza e la necessità di non abbassare mai la guardia. Cerchiamo di dare il nostro meglio ma senza mai dimenticare le difficoltà che abbiamo vissuto in questo particolare momento storico”.
Un aspetto da considerare però sarà giocare senza pubblico. L’Entella aveva già assaporato in cosa consistesse, visti gli impegni pre lockdown contro Crotone e Ascoli disputati con questa modalità. Ma ora lo farà con una novità interessante: per tentare di ricreare anche solo lontanamente l’atmosfera della partita, gli altoparlanti del ‘Comunale’ emetteranno cori preregistrati: “Giocare a porte chiuse sarà particolare perché il calcio è dei tifosi ma noi dovremo essere bravi a vivere le partite come se i tifosi fossero lì, al nostro fianco, a supportarci. Mancherà quell’atmosfera che solo il pubblico sa regalare, ma sapremo trovare ugualmente la concentrazione perché siamo dei professionisti”.
È intervenuto ai nostri microfoni anche l’allenatore biancoceleste, Roberto Boscaglia, per fare il punto della situazione: “Il lockdown è stato un momento triste, con tanta paura. È davvero dura pensare a quanta gente non ci sia più – ha affermato l’allenatore siciliano – Noi stiamo riprendendo piano piano. Non siamo ancora al top, ci vorrà del tempo. Ci stiamo adattando attraverso una nuova preparazione per farci trovare più pronti possibile in vista delle partite perché quello che andremo ad affrontare sarà un campionato totalmente nuovo”.
Ma non solo. “Ovviamente molti aspetti sono mutati: ad esempio, anche solamente avere spogliatoi separati per i ragazzi è particolare, perché è una situazione nuova, ma lo è anche per noi dello staff. È cambiato il modo di comunicare coi giocatori”.
E per quanto riguarda le porte chiuse, “posso dire tranquillamente che giocare senza pubblico non sarà la stessa cosa, anzi. È surreale e non mi piace, ma questa è la situazione e bisogna seguire le regole. In cuor mio, spero che presto il pubblico possa tornare negli stadi gradualmente, magari partendo dagli abbonati per poi tornare alla normalità”.
Ora però l’obbligo è cementificare la propria posizione in classifica (decimo posto con 38 punti, ndr), tentando di partire subito in quarta a Cosenza: “È difficile prevedere come saranno le partite. Personalmente, non mi aspetto un ritmo eccessivamente elevato, in particolare per i primi impegni. Servirà ingranare prima possibile perché ci troveremo di fronte a un mini campionato in cui tutte le squadre si giocano il tutto per tutto, senza possibilità di fare passi falsi”.
Infine, è stato importante affrontare l’argomento anche con addetti ai lavori esterni al mondo Entella. A tal proposito, Marco Calabresi, telecronista Dazn e collaboratore de ‘La Gazzetta dello Sport’, racconta il proprio punto di vista. “Aspetto il ritorno in campo con un entusiasmo incredibile. Sabato commenterò Salernitana-Pisa e sto vivendo l’attesa come se dovessi commentare la finale dei Mondiali! Non vedo l’ora”, ha dichiarato ai nostri microfoni.
La voce che torna a scaldarsi. Quanto è mancato il calcio ai professionisti del settore. “Sono stati mesi difficili per tutti. Che nostalgia: pensate che non sono mai stato un grande appassionato di Bundesliga ma, il giorno stesso in cui è ripreso il campionato tedesco a maggio, mi sono messo davanti alla tv come un bambino, pieno di entusiasmo. Raccontare il calcio è la parte più bella della nostra vita e, a mio modo di vedere, è giusto poter ricominciare. La gente ha bisogno di tornare ad appassionarsi per poter ricominciare”.
Si proverà a farlo. Anche col calcio. “Rallentare così improvvisamente i ritmi della nostra vita non è stato semplice, ma allo stesso modo non lo sarà riprendere. Ci riabitueremo gradualmente. Per il calcio prevedo una ripresa stile Bundes: le prime due partite potranno sembrare, così per dire, ‘finte’ con ritmi bassi e difficoltà di concentrazione da parte di qualche giocatore a causa dell’assenza dell’atmosfera-partita. Inizialmente potremmo trovarci di fronte ad un calcio ‘anestetizzato’, passatemi il termine”.
Di certo “sarà solo un punto di ripartenza, non un punto d’arrivo. Attenzione: non sono assolutamente d’accordo con chi afferma che questo, senza pubblico, non è calcio. È un calcio diverso, ma pur sempre calcio. Sono altrettanto sicuro che, quando i tifosi potranno tornare negli stadi, saranno ancora più numerosi e con tutta la passione possibile”.
Nel frattempo, godiamoci questa ripresa, al di là delle varie restrizioni. Provando ad anestetizzare, anche per un solo momento, il dolore e l’incertezza degli ultimi mesi grazie al calcio.