(r.p.l.) Come cambia un museo con un management al femminile? Quali sono le prospettive? In che cosa un museo gestito da una donna o da un gruppo di donne può fare la differenza? Sono tutte domande che Maurizio Luvizone fa nel suo libro ‘Sguardi femminili sul museo’, edito da Libri Scheiwiller. Esperto di marketing e comunicazione, docente di Fondamenti di Marketing Culturale all’Accademia Ligustica di Belle Arti, autore e curatore di libri e mostre, Luvizone presenterà il suo ultimo lavoro domani, venerdì 9 febbraio, alle ore 18 presso la Sala Presidenziale della Società Economica di Chiavari, in un incontro organizzato da ‘Piazza Levante’ e condotto dalla nostra editrice, Sabina Croce. La prenotazione è consigliata e può essere effettuata online sulla piattaforma Eventbrite (a questo link) o telefonando al numero 347 2502800.
Nel suo volume, Maurizio Luvizone riflette con quindici direttrici e alte dirigenti di musei italiani e internazionali sulla centralità del genere femminile nella realizzazione di un nuovo modo di fare museo nel mondo; e di come lo ‘sguardo femminile’ stia accompagnando il management museale contemporaneo verso una visione più orientata alla felicità dei pubblici, alle relazioni con i territori, alla partecipazione, all’inclusività. Ne discutono con l’autore, fra le altre, Frances Morris a capo della londinese Tate Modern, Gabriella Belli, già direttrice dei Musei Civici di Venezia, Giovanna Melandri, già presidente del MAXXI di Roma, e Andrea Bayer, curatrice del Metropolitan Museum of Art di New York.
La tesi dell’autore è che lo sguardo della donna dia alla concezione di museo una marcia in più, e precisamente ciò di cui in questo momento c’è bisogno: un’energia gentile, una capacità di empatia e di inclusione, ed in generale un orientamento più alla felicità dell’utente che a quella del curatore. Naturalmente – e come potrebbe essere diversamente? – nemmeno le intervistate sono tutte d’accordo con lui. Ma da queste conversazioni nascono comunque spunti molto interessanti.
“Il museo – scrive l’autore – è o dovrebbe essere il luogo in cui, più che celebrare il genio di pochi, si provvede alla felicità di molti. Dove, più che ricevere risposte, si stimolano domande. Una fabbrica culturale che produce valore immateriale (conoscenze e gusto) e materiale (risorse economiche) da reinvestire per migliorare la bontà del servizio (culturale, didattico e divulgativo) per il proprio pubblico”.
Secondo Luvizone, “il museo è un centro di produzione, ricerca e condivisione indispensabile per la crescita economica, sociale e civile nel territorio in cui vive. C’è un vento buono che sta cambiando il modo di intendere e gestire il museo, in tutte le sue forme e dimensioni, a tutte le latitudini del mondo. Custodire e divulgare bellezza, certo, ma anche coniugare ricerca e innovazione, connettere saperi antichi e nuovissimi. Contribuire ad accelerare la transizione verso un futuro che sia sostenibile, bello e inclusivo. In questa visione il ruolo femminile è centrale. Questo libro riporta alcune conversazioni con donne che, con vari ruoli e musei diversi, talvolta lontani fra loro (per storia, cultura, dimensione, missione…) stanno cambiando l’idea di museo nel mondo”.
