Glocal… no social
Settimanale di attualità, economia e sport

Ultima edizione

Giovedì 11 settembre 2025 - Numero 391

Chiavari: serve uno slancio vero per archiviare un 2018 di piccolo cabotaggio

Condividi su

(r.p.l.) Fine 2018, tempo di bilanci per la civica amministrazione di Chiavari. Si è chiuso, senza troppi sussulti, il primo anno solare della giunta guidata da Marco Di Capua, che era entrata ufficialmente in carica nel luglio 2017.
Va rimarcata la tenuta complessiva del gruppo: non c’è stato alcun cambiamento né a livello di assessori né in merito a equilibri interni al Consiglio Comunale e alla maggioranza. Eppure resta il quadro complessivo di un governo volto al piccolo cabotaggio, senza particolari slanci e soprattutto senza alcuna visione prospettica del futuro della città.
Pesano le incognite sullo spazio della Colmata, sullo sbandierato ampliamento del Torriglia, sul progetto di messa in sicurezza dal rischio idrogeologico mai seriamente partito.
Non mancano, in compenso, tanta propaganda, tanti attacchi personali (perlopiù fuori di luogo verso gli avversari politici, e questo non è certamente buon Galateo da parte di chi detiene il potere), oltre a una lunga serie di opere al sottosuolo sulle quali certamente non si può dissentire, ma va comunque rimarcato come siano per gran parte appannaggio del gestore della rete, non esclusivamente di Palazzo Bianco.
Piazza Levante’ prova a tracciare un bilancio dell’attuale amministrazione, in merito agli esponenti della maggioranza e ai vari capigruppo in Consiglio Comunale.

Pasquale Lino Cama – Il capogruppo del Partito Democratico – La città di tutti è stato molto negativo per i primi sei mesi dell’anno, mentre ha mostrato un buon risveglio per tutto il periodo successivo all’estate. Cama, probabilmente poco addentro al contesto cittadino, sia a livello di conoscenza dei problemi che di relazioni personali, è rimasto colpevolmente fermo per troppo tempo. Non si hanno segnali per lunghissime settimane di suoi interventi, mozioni, interpellanze. Responsabilità sua, ma anche di un partito che, evidentemente troppo concentrato sulle vicissitudini regionali e nazionali, l’ha lasciato troppo da solo. Da ottobre in poi, invece, ha saputo integrarsi meglio con il resto dei consiglieri di minoranza, facendo un lavoro decisamente più proficuo e per il quale si trova a rappresentare il suo elettorato.

Sandro Garibaldi – L’ex vice sindaco dell’era Levaggi, capogruppo di Chiavari Sempre al Centro, è diventato nel 2018 l’uomo forte della Lega nel Tigullio. La Lega è ora rappresentata in Consiglio Comunale, con un ruolo non sempre chiaro: è infatti il partito che ha appoggiato il presidente del Consiglio Antonio Segalerba per l’elezione all’interno della Città Metropolitana. Ma resta anche, almeno nella versione ufficiale, quello stesso partito che alle elezioni amministrative aveva sostenuto Roberto Levaggi. Anche se è ormai evidente a tutti che, nel segreto dell’urna, non è andata affatto così.
Il sindaco Di Capua ha avvicinato più e più volte ‘Sandrino’ Garibaldi. Lui, ben consapevole di essere il piatto ricco, sia per le oltre 600 preferenze personali ottenute alle elezioni chiavaresi, sia perché rappresenta il partito più forte del momento, è finora riuscito a mantenere le giuste distanze e a regolare i rapporti all’insegna della collaborazione, ma senza mai scadere nell’accordicchio. Bella la visita romana, presso il vice ministro Rixi, che ha procacciato a Di Capua, sulla questione dei ponti del Rupinaro. Un po’ meno bella la fotografia uscita su Facebook, dove quelli di Avanti Chiavari, per quanto Garibaldi fosse il fautore dell’incontro, hanno malignamente tagliato la sua faccia.

Roberto Levaggi – L’ex sindaco non ha avuto nessuna remora a ‘sporcarsi le mani’ come consigliere d’opposizione e come capogruppo di Noi di Chiavari. Sfidiamo un qualunque ex primo cittadino, ma soprattutto ex assessore regionale, a voler proseguire l’attività politica nonostante la sconfitta elettorale e nonostante si debba lavorare in contesti decisamente meno nobili. L’operato positivo include tutto il gruppo Noi di Chiavari, ovvero Silvia Garibaldi e Daniela Colombo. L’attività consiliare dei tre è di tutto rilievo. Peccato che spesso non sia sufficiente a incidere, anche perché – spiace dirlo – non è troppo supportata dall’esterno. Non certo come Avanti Chiavari. Buona la battaglia sul Puc, che è costata a Levaggi anche l’espulsione dall’aula; altrettanto buona quella sull’ampliamento del Torriglia. Ma è tutta l’attenzione ai problemi cittadini a essere profonda. Se non ci fosse questo gruppo di minoranza, forse la recita sarebbe assolutamente monotona.

Giorgio Canepa – Il capogruppo di Partecip@ttiva ha subito, o meglio ha scelto volutamente, un processo di metamorfosi incredibile e inconcepibile. Ma dov’è finito quel consigliere comunale combattivo e sempre attento che ha ‘funestato’ per cinque anni di ferrea opposizione l’amministrazione Levaggi? E, soprattutto, dove sono finiti gli ideali di partecipazione, di trasparenza, di comunicazione che il suo movimento – nato negli oratori e in ambienti sempre molto forti e influenti a Chiavari – ha promosso per anni, sin dalle sue origini? Non ha proprio niente da dire, il signor Canepa, su un Puc approvato nel chiuso di una stanza, su percorsi di condivisione che mancano anche negli aspetti più banali, sui dibattiti inesistenti, sull’autoreferenzialità con cui questa maggioranza, di cui fa parte, continua a operare?
La poltrona è più importante delle idee? Non basta un banalissimo comunicato a tema Puc dove si fa la ‘supercazzola’ a spiegare questa clamorosa involuzione di Partecip@ttiva. Così come non bastano più le promesse sulle piste ciclabili. Erano uno dei cavalli di battaglia del movimento. Ancora non ve n’è traccia. A parte qualche rastrelliera in più.

Giovanni Giardini – Discorso diverso rispetto a Canepa perché, se non altro, l’attuale capogruppo di Cambia con me non ha fatto troppo l’integralista prima, durante il periodo in cui era all’opposizione con l’amministrazione Levaggi. Dopo l’iniziale rapporto di collaborazione (è stato presidente del Consiglio Comunale nel 2012 e 2013, fino alla burrascosa rinuncia), ha sempre avuto una posizione critica verso l’ex sindaco – forse più per incompatibilità caratteriali che per ideologia, visto che entrambi provengono dal centrodestra di stampo più moderato – e, in sede di ballottaggio, nel 2017 si è apparentato con Di Capua senza nascondersi, ma scegliendo la via ufficiale.
Nominato dal Sindaco attuale consulente all’Urbanistica, forse non si è fatto sentire come avrebbe voluto. Stretto tra i troppi uomini forti intorno a Di Capua (che godono certamente di un migliore uditorio, quando non decidono proprio di fare come vogliono), è stato uno dei pochi a far avvertire qualche scricchiolio, proprio in merito al progetto di ampliamento del Torriglia e alla collocazione del depuratore alla Colmata (di cui pareva che fosse completamente all’oscuro, nonostante la delega del Sindaco). Se non altro, rispetto a Canepa, ha dato qualche segno di vitalità.

Alberto Corticelli – Il capogruppo di Avanti Chiavari – Marco Di Capua Sindaco guida il principale gruppo di maggioranza a Palazzo Bianco e, probabilmente, la forza politica attualmente con più consensi in città. È certamente uno dei ‘falchi’ dell’amministrazione, e lo si capisce dal livello e dal fervore delle sue dichiarazioni. Non c’è una volta in cui, non avendo argomenti migliori, rimprovera alle opposizioni il loro atteggiamento ‘perché hanno perso le elezioni’.
Politicamente aleatorio, è invece molto a suo agio quando si tratta di scendere nell’arena della propaganda. Di Capua gli ha assegnato la delega per il potenziamento del distretto socio-sanitario. Un incarico che lascia perplessi, visto il suo contemporaneo ruolo di dirigente medico presso l’Asl 4. Per un conflitto molto meno evidente, anni fa, la consigliera comunale e primario di Asl 4 Valeria Leoni, che era all’opposizione, dovette rassegnare le proprie dimissioni.
Invece Corticelli prosegue nel suo incarico, per giunta mentre suo padre è assessore della stessa amministrazione Di Capua. Non solo, il Sindaco gli ha anche aggiunto la delega a seguire l’ampliamento della casa di riposo Torriglia. Corticelli l’ha restituita di recente, “vista l’impossibilità pratica – ha scritto – di adempiere alle funzioni assegnate, propositive e di consulenza”.
Non si è mai capito il senso di questa delega. Che bisogno c’era di Alberto Corticelli, quando Palazzo Bianco nomina cinque consiglieri di amministrazione in seno al Torriglia ed esprime la preferenza sul presidente? Risultati sinora scarsissimi, se non nulli.

Massimiliano Bisso – L’assessore ai Lavori Pubblici, ed ex sindaco di Uscio, è uno dei fautori della primissima ora dell’amministrazione Di Capua, insieme a quell’Antonio Segalerba di cui è stato socio nella Tigullio Biogas (il terzo è l’amministratore delegato di Fara Srl Luigino Bottini). Ha resistito, senza dimettersi, all’inchiesta per presunti inquinamento ambientale e peculato che lo vede coinvolto in veste di presidente del Consorzio Rio Marsiglia.
A Chiavari, pur dimostrando spesso di conoscere poco il tessuto e la realtà cittadina, non ha sinora demeritato. I lavori pubblici sono stati fatti, la sperimentazione delle nuove isole ecologiche è partita. I risultati della raccolta differenziata sono sensibilmente migliori rispetto a quelli della precedente amministrazione, ma è pur sempre partito da un’ottima base lasciata in eredità. Ha fatto installare, dopo anni di attesa, la tettoia alla discarica di Bacezza. Tra gli aspetti negativi, invece, i gravi ritardi sul ripascimento delle spiagge.

Giuseppe Corticelli – L’ex candidato sindaco sconfitto da Levaggi, ma soprattutto volto notissimo della politica a livello chiavarese, alla veneranda età di quasi ottant’anni (che compirà il prossimo marzo), ha avuto ancora voglia di mettersi al servizio della città, come assessore a Traffico e Mobilità. Buona l’installazione della rotatoria in via Trieste. Inoltre, ha iniziato il processo di acquisizione da parte del Comune della strada interpoderale di Caperana Alta. In tema di mobilità, grazie a un accordo con Atp è stata introdotta la linea C2 gratuita. Politicamente molto esperto, non manca di far notare le proprie opinioni, anche con vigore, all’interno della maggioranza. Il coraggio non gli difetta: Corticelli è sicuramente la persona che ha meno da perdere in caso di eventuale strappo.

Fiammetta Maggio – L’assessore a Istruzione e Politiche Sociali dovrebbe essere quella più a contatto con gli uffici regionali, per il suo ruolo che va ben oltre il territorio di Chiavari, a livello di equilibri e di rapporti di competenze. La politica, oltre all’esperienza, dovrebbe giocare un ruolo fondamentale.
Ma qui non vi sono né una né l’altra. E i fatti lo dimostrano: dov’è finito il regolamento per la tutela degli animali d’affezione, che era stato promesso entro l’estate? Perché si è ridotto il tutto all’obbligo di girare con una bottiglietta per lavare, allargando la macchia e non eliminando il cattivo odore, la pipì dei cani? Ma la più grande sconfitta è il mancato liceo linguistico a Chiavari. E’ arrivata una succursale del liceo di Rapallo, nonostante un parere positivo della Città Metropolitana che non si è stati in grado di far valere in Regione.

Gianluca Ratto – L’assessore al Commercio e al Turismo ha avuto qualche buono spunto e commesso al contrario alcuni errori. Partiamo dagli ultimi: ma perché dichiarare alla stampa “la pratica del Gulliver è stata cestinata”, senza aver verificato di averne gli adeguati strumenti tecnici e legislativi? Ora il Gulliver c’è, è aperto e operativo.
Qualche collega di Ratto – alimentarista tra i più noti a Chiavari, come ci ha pure ricordato un recente articolo sul quotidiano locale dove si dava amplissimo spazio alla sua attività – non l’ha presa molto bene e avrebbe certamente voluto ‘cestinare’ l’assessore. Illogica e vessatoria anche la campagna contro i carrelli degli operatori del mercato in piazza Mazzini. Non dipende soltanto da lui, ma avrebbe potuto spendersi di più a favore e tutela di colleghi.
Meglio invece sul turismo. Chiavari è l’unica città con dati positivi. Ratto ha saputo mantenerli (erano già in crescita ben prima che arrivasse, quindi è stato inesatto ascriverseli), organizzando eventi di discreto livello e una buonissima edizione del Festival della Parola.

Silvia Stanig – La vice sindaco di Chiavari magari sarebbe anche in gamba, ma essendo relegata in un modestissimo ruolo di responsabile della Cultura, come si fa a sapere? La Stanig, il cui curriculum di studi è certamente più ricco di quello lavorativo e ancor di più di quello politico, è stata al centro del patto elettorale tra Partecip@ttiva, il movimento di cui fa parte, e Avanti Chiavari al momento dell’appoggio esterno a Di Capua prima del ballottaggio.
Peccato che di vice sindaco abbia solamente il nome. Come azione politica varrebbe un ‘senza voto’. Come coordinatrice delle politiche culturali, bene il recupero dell’ex Torre Civica e l’inizio dei lavori a Palazzo Rocca, dove è in compartecipazione con Bisso. Ma perché sfrattare anzitempo dalla tensostruttura gli amici del Castello con il loro seguitissimo teatro dialettale?

Marco Di Capua – Sufficiente, ma più sulla fiducia che nella sostanza. Soprattutto se il Sindaco saprà dimostrare, nei prossimi anni di mandato, di saper decidere in maniera autonoma, senza lasciarsi condizionare dai troppi che sgomitano alle sue spalle.
Il grosso della credibilità Di Capua se lo gioca proprio in questa partita: se riuscirà cioè a frenare manovre poco trasparenti che hanno poco o nulla a che vedere con le pratiche di buona amministrazione. Se riuscirà a essere un sindaco realmente democratico. Se riuscirà a ricomporre una certa doppiezza (sperimentata diverse volte, documentata e documentabile) che lo vuole buono sulla facciata e un minuto dopo pronto ad assestare il colpo basso.
Dal suo modello Vittorio Agostino dovrebbe prendere (al netto di tutto il resto che è meglio che non prenda) il piglio autoritario. E anche la capacità di dare sonori calci nel sedere a chi se li merita, a chi gli pesta i piedi, a chi pretende di decidere per lui senza però metterci mai il nome, né la faccia, né soprattutto la responsabilità.
Di Capua invece deve ricordarsi, ogni mattina che fa il sindaco, che le responsabilità civili e penali sono tutte le sue, non già dei più o meno sedicenti manovratori. Oltre che quelle morali di fronte all’opinione pubblica.
Se davvero centrerà l’obiettivo di essere il più limpido e indipendente possibile, gli si potrà pure perdonare i tanti errori commessi: la Chiavari troppo isolata nel contesto del Tigullio, la mancanza di prospettive, la scelta di non puntare per nulla, nel nuovo Puc, su progetti di rilancio né occupazionali, l’aver tenuto lontani o fatto scappare gli imprenditori come se fossero la peste.
Ci sono ancora due anni e mezzo davanti. Il sindaco ha saputo tenere unito il gruppo. Ma se esiste la necessità di sfrondare, di liberarsi di eventuali mele marce, lo faccia senza esitazione alcuna. Oltre a guadagnarne in immagine, ne avrà guadagnato – e pure immensamente – tutta la città.

A tutti, ma proprio a tutti, i migliori auguri di Buon 2019 e di un proficuo lavoro nell’interesse dei cittadini.

RETTIFICA: Per un nostro errore, giovedì 27 dicembre è rimasta online una precedente versione dell’articolo, ancora in fase di bozza. In tale versione, si chiamava impropriamente in causa l’ex segretario chiavarese della Lega, Giorgio Roncisvalle, ormai ritiratosi dalla politica. Abbiamo provveduto, quindi, a eliminare il riferimento a Roncisvalle e gli elementi giudicanti attribuiti a lui, comunque attinenti alla sfera politica (non ci permetteremmo mai sul piano personale). Questo perché abbiamo ritenuto che non fossero di alcuna attinenza rispetto allo stato attuale della vita politica cittadina e agli attuali protagonisti di questa. La versione adesso in rete è quella corretta. Ci scusiamo dell’errore con il diretto interessato e con tutti i nostri lettori. 

Ultimi video

Intervista a Simone Franceschi, vicesindaco della Città Metropolitana: “Nessun fermo ai lavori sull’argine dell’Entella"
"Ancora nessuna ufficialità sulle alternative al depuratore in colmata. Se Chiavari dispone di elementi utili, ce li comunichi”
Chiavari, la variante al Puc divide: opposizione all’attacco, depuratore ancora al centro del dibattito. Silvia Garibaldi abbandona l’aula
“Provvedimento 'illegittimo e irricevibile', errori marchiani che rendono fragile la posizione contraria alla costruzione del depuratore in colmata"

Altri articoli

Tunnel della Val Fontanabuona, entro fine mese Autostrade replicherà al Ministero. Conferenza dei servizi in autunno

Giancarlo Durante, presidente di Confindustria Tigullio: “Noi siamo fiduciosi ma restiamo vigili. Il Tunnel della Val Fontanabuona è un progetto finanziato e il suo iter sta andando avanti"

Tra fede, tradizione e partecipazione Recco celebra la sua patrona, al via la Sagra del Fuoco

È la festa identitaria della città. I Sette Quartieri lanciano un’iniziativa solidale per Gaza con i mascoli in miniatura