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Giovedì, 25 maggio 2023 - Numero 271

Chiavari: nel vuoto legislativo i furbetti del cemento sono pronti a insinuarsi

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[vc_row][vc_column][vc_column_text](r.p.l.) L’argomento è tecnico che più tecnico non si può. E ostico quanto mai. Roba per architetti, paesaggisti, ingegneri, geometri. Già meno per la politica, che spesso lo riduce a una semplice equazione: più cemento o meno cemento. Un concetto il più chiaro possibile, per farsi capire da tutti e sferrare attacchi agli avversari.

A Chiavari, l’argomento Puc – già complesso di per sé perché si porta dietro una ricchissima letteratura di leggi, leggine, variazioni, vincoli e chi più ne ha più ne metta – è una matassa ancora più ingarbugliata rispetto a quella di tanti altri comuni vicini. I motivi sono molteplici: un vecchio piano regolatore datato 2002 e ormai assolutamente anacronistico, un nuovo piano urbanistico partito nel 2012 e passato attraverso tre amministrazioni senza ancora esser giunto in fondo, una serie di osservazioni da parte della Regione Liguria, il rischio concreto che, allo stato attuale, si possano introdurre volumi aggiuntivi rispetto a quelli esistenti in aree di pregio della città.

In una parola, un gran pasticcio. Che ha fruttato e sta fruttando contrasti e polemiche, dentro e fuori dal Consiglio Comunale. E sul quale i fari dell’opinione pubblica sono accesi come non mai.

Per fare ordine, ‘Piazza Levante’ ha chiesto aiuto all’architetto Gianni Peruggi, già collaboratore del sindaco Vittorio Agostino e poi chiamato anche dal suo successore Roberto Levaggi per ‘disegnare’ il futuro della città. “Tutto – ricorda Peruggi, persona universalmente stimata a ogni latitudine politica cittadina – inizia nel 2012. Il sindaco Agostino è il primo a rendersi conto che il piano regolatore da lui varato nel 2002 ormai non era più adeguato. Questo perché, dieci anni prima, c’erano completamente altre esigenze, anche in virtù di situazioni demografiche differenti e di congiunture economiche ancora più differenti. E’ infatti in questo periodo, anche per adeguarsi alle normative nazionali e per rispettarle, che a Chiavari s’inizia a parlare del nuovo Puc. Vengo quindi chiamato da Agostino per iniziare il percorso”.

Ma il 2012, oltre all’anno del Puc, è anche quello del cambio di amministrazione: Agostino viene sconfitto da Roberto Levaggi per soli 17 voti. La redazione del Piano Urbanistico Comunale, comunque, non ne risente. La ‘macchina’ è partita e prosegue la sua marcia. “Viene allestita – ricorda Peruggi – una ministruttura da me coordinata nei locali della Torre Civica adiacenti a Palazzo Bianco. Lavoriamo per parecchi anni e arriviamo in fondo nel 2015, a luglio. Nel frattempo, in Regione viene presentato un rapporto preliminare che ottiene una buona convalida. Il Puc viene così adottato il 9 dicembre del 2015”.

La data è da tenere a mente, perché diventa fondamentale nel prosieguo e assolutamente di stringente attualità. Perché è proprio ora che il Puc viene approvato, che inizia il difficile. Quando il percorso sembra in fondo, comincia quello più tortuoso delle approvazioni e della burocrazia. “Dal momento in cui viene approvato dal consiglio comunale, il Puc non è definitivo, ma è pubblico. Significa che i cittadini hanno un tempo di sessanta giorni per presentare le loro osservazioni. Successivamente, entra in campo la Regione, che fa le proprie osservazioni. Il Comune risponde e il piano torna ancora negli uffici genovesi”.

E’ un ping pong previsto dalla legge, a tutela dei cittadini, del paesaggio, nel rispetto di norme sempre più stringenti rispetto al passato. A questo punto, si arriva all’ultimo passaggio, all’inizio del 2017: “La Regione manda il Puc a Chiavari. Mancherebbe un solo voto di ratifica da parte del Consiglio Comunale per farlo diventare ufficiale”.

Ma riecco, imminenti, le elezioni. E quel voto, per motivi che non si sono mai compresi ufficialmente, non arriva mai. Il Puc rimane nel limbo. Altre elezioni, altro ribaltone: via Levaggi, ecco Di Capua. Che s’impegna a più riprese a metter mano al piano, ma in diciassette mesi non inizia mai questo percorso. Da qui i dubbi della cittadinanza.

Ma adesso quale Puc è in vigore? Quello di Levaggi o quello di Agostino del 2002? La risposta là sempre Peruggi: “Il Puc di Levaggi non scade. Quelle che scadono sono le norme di salvaguardia”. Ricordate: la data del 9 dicembre 2015. Da quel periodo, sono partiti 36 mesi di misure di salvaguardia, previste dalla legge. “Il 9 dicembre del 2018 scadranno – dichiara Peruggi – Questo perché non si possono legare le amministrazioni per più di tre anni, senza che un Puc venga definitivamente approvato. E siccome, nel caso di Chiavari, l’iter è stato interrotto mancando l’ultimo voto di ratifica, si è arrivati a questa situazione”.

Levaggi non ha mai calendarizzato quel voto, Di Capua non ha mai ripreso in mano il discorso. L’attuale primo cittadino lo ha sempre motivato spiegando di “voler aspettare la definitiva collocazione del depuratore di vallata, prima di metter mano al Puc”. Il suo predecessore lo rintuzza: “Ma il depuratore fa storia a sé. E’ un discorso completamente slegato dal Puc. Se avesse voluto, Di Capua avrebbe potuto andare avanti”.

Schermaglie politiche a parte, c’è una sola certezza: “Con la scadenza delle misure di salvaguardia, molte richieste che erano state respinte dal Puc di Levaggi tornano attuali, perché il testo di riferimento torna a essere il vecchio Piano Regolatore del 2002 di Agostino”. Due documenti molto differenti: più aperto al cemento e all’edificazione il secondo, anche in aree di pregio della città e nelle zone collinari, più restrittivo e attento al paesaggio il primo. E questo, adesso, è un ‘cortocircuito’ del quale – nel pieno rispetto della legge – possono provare ad approfittare costruttori, speculatori, affaristi.

L’attuale amministrazione, sempre per bocca del sindaco Di Capua, ha sempre dichiarato di non voler cementificare né a Preli né sulla Colmata, di non voler aggiungere altri volumi residenziali in città, ma le maglie larghe dell’attuale situazione non lasciano tranquilli.

Il quotidiano locale ha scritto che torna il rischio di cemento anche in aree di pregio. Sostanzialmente è vero. E parecchie richieste respinte dall’amministrazione Levaggi andavano proprio in questa direzione. I cittadini che avevano presentato osservazioni torneranno a farsi sentire? Approfitteranno di questo ‘vuoto’ tra un piano e l’altro?

Di certo, a Palazzo Bianco sono ben consapevoli di dover fare una corsa contro il tempo, per cercare di accorciare il più possibile questo periodo di buio. La ricetta la indica ancora Gianni Peruggi: “Siccome il Puc di Levaggi non è scaduto, l’attuale amministrazione potrà inserire delle modifiche in itinere. La legge lo prevede. Però, se sono cambi sostanziali, dovrà ripartire tutto l’iter tra Comune di Chiavari e Regione Liguria. Compresa la nuova pubblicazione del Puc”.

Il sindaco Di Capua conferma di voler andare in questa direzione: modifiche al Puc per quanto riguarda Preli (relativamente alle aree del Torriglia, dove si sta spingendo sull’acceleratore sul progetto di ampliamento della casa di riposo per farne una Rsa per non autosufficienti) e per la zona della Colmata, dove sorgerà il nuovo depuratore di vallata. Trattandosi di ritocchi sostanziali, servirà un nuovo voto in Consiglio Comunale, poi il Puc sarà nuovamente pubblicato, dando tempo sessanta giorni ai cittadini per le loro osservazioni. Poi andrà in Regione: “Tra una cosa e l’altra, prevedo che si potrà arrivare a un voto definitivo entro la tarda primavera del 2019”, è la previsione di Peruggi.

Cioè con oltre due anni di ritardo e il rischio di questa pericolosissima finestra di sette mesi. Dentro la quale può succedere di tutto. Di chi è la colpa? Dell’amministrazione Levaggi che ha scelto di rimandare l’ultimo step nell’ottimistica previsione di una riconferma a Palazzo Bianco? Dell’amministrazione Di Capua che, volendo dare segnali di discontinuità su tutto, si è posta l’obiettivo di modificare finanche un buon piano urbanistico, già passato per diverse volte al vaglio della Regione? Non bastava arrivare al voto di approvazione? E’ vero che la posizione del depuratore è ininfluente rispetto alla votazione del Puc? Perché si è voluto creare questo ‘vuoto’? Sono domande che non ci si può non fare.

Tra i primi a porre la questione, nell’imminenza dello scadere delle misure di salvaguardia, c’è stato il Pd chiavarese. Che, negli ultimi tempi, si è ricordato di come si fa l’opposizione. Meglio tardi che mai. Il consigliere regionale Luca Garibaldi ha presentato un’interrogazione all’assessore Scajola: “Chiedo se dall’ultimo atto emesso dalla Regione, il parere sul Puc emesso a febbraio 2017, ci sia stato alcun atto da parte del Comune e se è tecnicamente possibile che il Puc possa entrare in vigore prima che scadano le clausole di salvaguardia”. Lino Cama, consigliere comunale del Pd ed ex candidato sindaco, ha rincarato: “C’è il rischio che la città rimanga per dieci mesi/un anno senza Puc. Questo è emblematico dell’inattività dell’amministrazione. Non si può governare così, servono risposte chiare sui tempi dello strumento urbanistico”.

L’assessore regionale all’urbanisticaMarco Scajola ha dato la sua nei giorni scorsi: “Non è più pervenuta da parte del Comune la delibera di adeguamento del Puc ai rilievi della Regione. Negli incontri tecnici tra gli uffici comunali e regionali è stata manifestata, da parte del Comune, l’intenzione di procedere a modifiche che comporteranno la relativa pubblicazione degli atti, l’integrazione del Rapporto ambientale e la conseguente pronuncia di Vas e parere urbanistico della Regione”. E, rispetto alle misure di salvaguardia, l’assessore ha aggiunto: “Non essendo ancora pervenuto dal Comune il Puc adeguato ai rilievi regionali, non si ritiene tecnicamente possibile che il procedimento di approvazione del Piano possa concludersi entro i termini di efficacia delle misure di salvaguardia”. Ergo: si torna al vecchio e più permissivo piano regolatore del 2002.

Un fatto molto grave. L’opposizione di Noi di Chiavari ha chiesto la convocazione di una commissione consigliare urgente sul tema Puc. Se n’è parlato anche nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale. L’ex sindaco Roberto Levaggi, che ha seguito tutto l’iter del Puc, negli ultimi anni di mandato anche affiancato dall’assessore Paolo Boggiano, ha attaccato: “E’ assai grave che l’amministrazione Di Capua abbia non solo fatto scadere il piano approvato dalla precedente giunta, ma abbia fatto volutamente e scientemente melina su questo tema. Non è vero che per redigere un piano urbanistico era necessario conoscere la collocazione del depuratore di vallata. Di Capua e colleghi, se avessero voluto, avrebbero potuto tranquillamente, in diciassette mesi, fare da zero un nuovo Puc. Non lo hanno fatto e vorremmo capire se, a questo punto, esisteva una precisa volontà di far tornare in vigore il piano Agostino-Segalerba del 2002. Tale piano ha prodotto molta cementificazione in città e altrettanta ne potrebbe ancora produrre nelle aree più pregiate, comprese le colline, tra cui quella delle Grazie. Non basta dire di non voler cementificare e poi lasciar scadere un piano che era molto più restrittivo di quello del passato. La mia amministrazione aveva respinto parecchie osservazioni che ora, scadendo il Puc, tornano tutte valide. Come si comporterà la giunta Di Capua? Continueremo a vigilare con attenzione su ogni richiesta e denunceremo con forza qualsiasi tentativo di imbruttire la città. Non vorremmo che ciò che era uscito dalla porta, ora rientrasse dalla finestra”.

Di Capua, dal canto suo, assicura che non avverrà. Ma nel vuoto normativo creato dal cambio di amministrazione, tra ritardi da una parte e voglia di stravolgere tutto dall’altra, c’è chi è pronto a nuotare ad ampie bracciate.

L’INTERVISTA DI MARISA SPINA ALL’ARCHITETTO GIANNI PERUGGI SUL PUC DI CHIAVARI

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GIANNI PERUGGI SPIEGA GLI ITER LEGISLATIVI DEI PIANI URBANISTICI COMUNALI

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