[vc_row][vc_column][vc_column_text](r.p.l.) Con una conferenza stampa di una certa solennità (erano presenti insieme al Sindaco di Chiavari Di Capua anche il Sindaco Metropolitano Bucci e il Consigliere Metropolitano Segalerba) la Civica Amministrazione chiavarese ha, alla fine, scoperto le carte dichiarando la scelta di collocare il depuratore comprensoriale sull’area di Colmata.
Dopo più di un anno di ricerca vana di una soluzione alternativa (Di Capua aveva dichiarato in campagna elettorale che il nuovo depuratore comprensoriale andava fatto fuori Chiavari), prossimi allo scattare delle sanzioni europee e pur di evitare la soluzione Lido sempre fortemente contestata, l’Amministrazione Comunale ripiega sulla scelta da sempre più gradita a Iren (per questione di costi) e piazza il depuratore nell’area più strategica per il futuro della città.
La decisione viene annunciata insieme a una sommaria descrizione di ciò che la maggioranza che sostiene Di Capua pensa di fare su quell’area: rimarrà il campo di calcio che diventerà grazie a un po’ di nuovi spalti una struttura capace di accogliere anche manifestazioni non sportive, si farà una pista ciclabile, qualche bar e qualche ristorante, i parcheggi attuali saranno coperti con una soletta (?), per il resto aree verdi con alberi di alto fusto. Non c’è, finora, un progetto ben definito, ma un semplice schizzo e la sensazione che si ha è quella dell’improvvisazione.
Molte sono le riflessioni che una proposta del genere induce a fare e non pochi gli interrogativi ad essa collegata. Esaminiamoli con ordine.
- Le ragioni addotte a suo tempo per scartare la soluzione Lido, come detto violentemente attaccata in campagna elettorale, erano e a quanto pare sono ancora:
- L’eccessiva vicinanza all’abitato del depuratore
- La pericolosità della zona soggetta ad allagamenti e mareggiate
La proposta attuale prevede la realizzazione del depuratore a ridosso del mare, “..sara’ un impianto lungo e stretto…” ha dichiarato il Sindaco, una specie di depuratore diga foranea nella zona che oggi effettivamente non è fruita da nessuno, ma che, dal punto di vista ambientale e paesaggistico, data la vicinanza al mare, è la più pregiata.
Ora tutti i chiavaresi sanno bene che lì le mareggiate invernali picchiano duro tanto da rendere necessario un importante intervento di rinforzo della protezione a mare con massi guardiani che da anni e anni attende di essere fatta. Stante così la situazione, è difficile pensare che Iren accetti di collocare un impianto assai delicato (ci finiscono dentro i liquami di un intero comprensorio, eccezion fatta di quelli della Val Petronio che fortunatamente restano a Sestri Levante) in una zona così esposta alla traversia marina e quindi pericolosa per gli impianti e per l’intera struttura e super costosa per le continue manutenzioni rese necessarie dall’esposizione ai marosi e al salino. E’ probabile che la collocazione definitiva sarà spostata un po’ più verso terra e allora ancora più vicina alla città.
2. Se il Lido non va bene perché troppo vicino all’abitato (per la verità in questo caso oltre la ferrovia) e in zona pericolosa per allagamenti e mareggiate, il depuratore in area di colmata è sì in zona non allagabile ma ancora più esposta alle mareggiate e ancora più vicina al centro città e alle abitazioni di un popoloso quartiere neanche protetto, in questo caso, dalla ferrovia. Dai due punti di vista critici dove sia il miglioramento della nuova proposta francamente non si capisce. E’ invece evidente il peggioramento rispetto all’uso di una zona strategica in luogo di una che è periferica e avrebbe bisogno di un totale ripensamento.
3. Nulla si dice sul costo dell’impianto. Il rappresentante dell’Ufficio progetti di Ireti, presente alla conferenza stampa è stato, al riguardo, di una prudenza assoluta e ha detto evidenziando che l’idea è appena abbozzata: “Bisogna far evolvere il progetto” (?). Così come nulla si dice sulle opere ‘compensative’ che Iren dovrebbe realizzare. L’altra volta si parlava di rifacimento della piscina olimpionica del Lido e oggi?
4. Resta aperto il grandissimo tema della tecnologia utilizzata per realizzare l’impianto di depurazione. O meglio si sa già che essendo Iren a realizzarlo sarà la tecnologia a membrane (tecnologia Siemens data in concessione a Iren). Si tratta di una tecnologia che funziona bene (anche se non è l’ultimo grido) in presenza di popolazioni stabili, ma che è assai costosa dal punto di vista delle manutenzioni e meno performante, e quindi inadatta, in presenza di popolazioni molto variabili come è nel nostro caso per un comprensorio turistico che in estate (quando c’è ancora più bisogno di depurazione efficiente) raddoppia i suoi abitanti.
Vanno a farsi benedire tutte le aspirazioni di alcune forze politiche (in particolare Partecipattiva e M5S) che hanno sempre sostenuto soluzioni plurime (più depuratori piccoli invece che uno solo grande) leggere, e con tecnologie più moderne e meno ingombranti. I comunicati di queste forze politiche celano al riguardo un certo imbarazzo. “Saremo vigili sulla realizzazione…”; “Purtroppo non si poteva fare altrimenti…”.
5. Infine c’è il tema della destinazione urbanistica dell’area di Colmata che, senza dubbio, è e resta l’area più strategica per lo sviluppo della città. Il processo logico avrebbe dovuto essere l’opposto di quello utilizzato: prima decido la vocazione dell’area in funzione della visione del futuro che ho della città, dopodichè decido se rispetto a questa visione il depuratore è compatibile o no.
Chiavari ha un estremo bisogno di riflessione strategica. Da città capoluogo con funzioni terziarie di rango elevato (Tribunale, Agenzia delle Entrate, Commissioni Tributarie, Ordini degli avvocati e dei commercialisti, rete commerciale numerosa e fiorente, istituti scolastici di ogni ordine e tipo, strutture e spazi culturali ecc) sta diventando sempre meno importante e conosce da anni un lento declino di ruolo, emblematicamente rappresentato dalla chiusura del Tribunale e dal conseguente accorpamento su Genova degli ordini professionali. Ferite gravi mai rimarginate.
Chiavari fa fatica a pensare il suo futuro e soprattutto a lanciare qualche progetto importante su cui costruire una prospettiva. La silver economy (con la meritoria attenzione agli anziani e al destino del Ricovero Torriglia) non può essere l’unico tema di discussione. Bisogna pensare ai giovani, al loro futuro, a come trattenerli sul territorio ed evitare che in maggioranza diventino degli emigranti e ciò creando occasioni di lavoro qualificato e nuove avventure.
Gli imprenditori devono certamente fare la loro parte ma anche la Civica Amministrazione non può sottrarsi a pensare il futuro.
In questo contesto la riflessione sull’area di Colmata e sulla sua destinazione urbanistica poteva e può essere una grande occasione. Bene l’indirizzo di non costruire più nuove abitazioni, Chiavari non ne ha bisogno. Ma per esempio si registra un fabbisogno di spazi direzionali che molte aziende avanzate e tecnologiche (che hanno decine e decine di addetti e che stanno crescendo) cercano e che non riescono a soddisfare in città. L’incubatore ha trovato la soluzione nell’ex Liceo Delpino ma ci sono molte altre imprese tecnologiche – Wyscout, Virtual, Mainsim e altre – che cercano una sede più moderna ed efficiente e che forse sarebbero state disponibili a investire per averla aiutando a coprire oneri di urbanizzazione che la sia pur modesta previsione attuale certamente comporterà e che non si sa bene chi pagherà.
IL SERVIZIO DI MARISA SPINA
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