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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Chiavari 1883: anno di fondazione della Società Operaia Nostra Signora dell’Orto

Quattro sono i secoli che sono trascorsi da quel segno mariano nell’Orto del Capitano; ben 141 gli anni di vita comunitaria coperti dalla storia solidale della Società Operaia
Una immagine antica della cattedrale di Nostra Signora dell'Orto a Chiavari
Una immagine antica della cattedrale di Nostra Signora dell'Orto a Chiavari
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di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *

La traccia che individua una vicenda secolare nella storia della nostra comunità la troviamo negli ‘Annali di Chiavari’ di Agostino Busco del 1678. Lo studioso ci segnala, alla fine del XV secolo, la costruzione di un’edicola al bordo dell’‘orto del Capitano’. Era stata una pia donna, la Turchina di Rupinaro, a commissionare a Benedetto Borzone quella figura votiva senza sapere quanto essa avrebbe poi influenzato il corso della storia chiavarese. 

Un passaggio di quegli antichi scritti ci porta infatti alle prime luci dell’alba di una mattina di luglio del 1610: oltre un secolo dopo la costruzione voluta dalla Turchina, qui nell’Orto, in prossimità dell’edicola, ‘un bagliore’ a somiglianza della Vergine “fu veduto da Sebastiano Descalzo; cominciò concorso di popolo e grazie”. Così si avviava il culto mariano in Chiavari, un percorso che vide nel tempo quel luogo divenire punto d’incontro di tutte le popolazioni locali, ed insieme l’avvio di un’attività non solo religiosa, ma anche sociale e assistenziale. 

Giungiamo, con un salto nel tempo, agli anni del massimo impegno affinché fosse riconosciuta in Chiavari la Cattedra Vescovile; nel 1882 fu inoltrata l’ennesima richiesta alla Santa Sede per l’ottenimento del tanto atteso riconoscimento che la storia della Basilica e il territorio tutto richiedevano. Dovranno passare ancora diversi anni per attendere la Bolla di Papa Leone XXIII del 3 dicembre 1892, e avere così il titolo istitutivo della nuova Diocesi.

Nel frattempo l’attività comunitaria intorno alla Madonna dell’Orto aveva saputo avviare altre esperienze che la tenevano all’altezza dei tempi, seguendo l’evoluzione sociale e politica di quegli anni. Il 28 agosto del 1883 si avviava l’esperienza della Società di Mutuo Soccorso sotto il titolo di Nostra Signora dell’Orto. Il dibattito intorno al mondo del lavoro e delle attività tutte occupava da tempo gli spazi del confronto politico in città e nel territorio genovese, il clima chiavarese era assolutamente consono alla battaglia ideale Rinascimentale e dei nuovi diritti da conquistarsi. Con Carlo Alberto si era giunti alla stesura dello Statuto che regolò i diritti e doveri durante il Regno di Sardegna. La carta approvata il 4 marzo del 1848 avviava questa nuova esperienza. L’articolo di maggiore modernità era il 32: in poche righe era affermato il diritto ad “adunarsi”, cioè i cittadini potevano dare vita a specifiche associazioni, e l’impegno politico trovava così un nuovo spazio d’azione. 

Prima Torino, poi Genova e il chiavarese non rimasero estranei a questa nuova opportunità; il dibattito fu avviato da alcuni articoli della stampa, che aveva avuto dallo stesso Statuto nuove garanzie di libertà d’azione. A Torino possiamo leggere, il 2 gennaio del 1850, la prima riflessione sulla ‘Gazzetta del Popolo’: “…molti operai si sono raccolti nell’egregio pensiero di fondare una società  sotto il titolo di Associazione degli Operai”.

Era la primissima avvisaglia di una nuova conquista che avrebbe segnato quei giorni e il prossimo futuro. Il 6 maggio del 1850 rimbalza la notizia dalle pagine della pubblicazione genovese ‘L’Italia’: “Operai Organizzatevi in associazione fraterna, stringetevi insieme, formate un solo corpo, sia Associazione. Ecco la gran parola per voi, ecco la vostra redenzione”. Qui è necessaria una precisazione per comprendere il senso del termine “operai”: in questa fase storica esso rappresentava tutti coloro che lavoravano e producevano sia servizi che cose, e non atteneva a tale termine alcun senso di appartenenza di classe.

La prima società che avviò un’attività nel solco di questa nuova onda di pensiero politico fu “Dio e umanità”, era il 1° gennaio del 1851 a Voltri. Venne poi la volta di Genova, il 9 febbraio del 1851 quando si scrisse lo statuto, subito votato all’unanimità, dell’“Associazione di Mutuo Soccorso” che muoveva così i suoi primi passi. Le documentazioni conservate ci permettono d’asserire che gli iscritti coprivano un larghissimo ventaglio di categorie attive nel mondo del lavoro: negozianti, commercianti, commessi, fornai, studenti, maestri, sacerdoti, librai e calzolai, un elenco davvero sorprendente e che chiarisce il senso del termine utilizzato. 

Da quel momento il numero dei sodalizi crebbe in modo vertiginoso: alla fine di ottobre del 1851 venne il turno di Sampierdarena, dove venne fondata l’“Unione Umanitaria”: qui si riunirono i cappellai, i tintori, i sarti, i bottai e i tipografi, tutti con il loro statuto, la sede e il gruppo dirigente per assistere i soci iscritti.

Torniamo nel Tigullio dove le iniziative si moltiplicarono presto: sin dall’8 dicembre 1851 si attivò la “Società Mutuo Soccorso fra gli Operai di Chiavari”, cui diede una grande spinta organizzativa e promozionale la Società Economica; la prima sede fu in via Remolari, e presidente fu Erasmo Bruno. L’anno successivo avviò i lavori un sodalizio a Cicagna; qui fu la “Società Promotrice della Pubblica Beneficenza” ad operare sul territorio con lo scopo di assistere i più bisognosi e il ricovero degli infermi. Nel maggio del 1872 venne fondata in Chiavari la “Società Reciproca Assistenza fra gli artisti e operai di Chiavari”, il cui motto era “Unione, Libertà e Lavoro”. Il 28 agosto del 1883, presso la sacrestia della chiesa di San Filippo Neri in Chiavari, trenta volontari cattolici coadiuvati da tre sacerdoti si riunirono per dare vita a un sodalizio con le finalità del mutuo soccorso. Nello statuto si ribadiva il patronato di “Nostra Signora dell’Orto”. 

Da quella riunione non emerse solo il progetto dell’associazione, ma si votò per eleggerne il primo presidente Agostino Calcagno; assistente ecclesiastico fu il canonico Domenico Costa.

Quattro sono i secoli che sono trascorsi da quel segno mariano nell’Orto del Capitano; ben 141 gli anni di vita comunitaria coperti dalla storia solidale della Società Operaia, un solco iniziato per assistere e tutelare il lavoro e tutti i bisogni dei più deboli: un valore grande che deve essere protetto e mantenuto nel tempo.

(* storico e studioso delle tradizioni locali)

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