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Giovedì, 25 maggio 2023 - Numero 271

Area di Colmata, parla Gozzi: “La grande incompiuta. Ci sono ancora speranze?”

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(r.p.l.) Il destino della cosiddetta area di Colmata e il suo definitivo utilizzo resta una grande questione aperta e non risolta da almeno vent’anni, e cioè da quando l’Amministrazione Comunale guidata da Vittorio Agostino nel 2000 ne riuscì ad ottenere la sdemanializzazione e il passaggio al patrimonio del Comune di Chiavari.

Da allora molti discorsi e qualche progetto, ma pochi fatti, col che l’area di Colmata è ancora lì in uno stato di perenne precarietà, con i suoi parcheggi per pendolari, i campi di calcio e i ricorrenti insediamenti di senza dimora, scacciati di tanto in tanto dai vigili urbani: un’importantissima opportunità di sviluppo per la città totalmente non sfruttata.

Sul tema ‘Piazza Levante’ ha deciso di sentire il nostro editore Antonio Gozzi, chiavarese doc, grande imprenditore e da sempre attento ai problemi della città e del suo futuro.

La Regione Liguria ha recentemente bloccato il progetto di depuratore di vallata nell’area di Colmata. Cosa pensa di questo ennesimo colpo di scena?
“Non c’è da stupirsi del blocco operato dagli Uffici della Regione Liguria. Se il piano urbanistico vigente (il vecchio Puc dell’Amministrazione Agostino che risale ormai a vent’anni fa, ndr) non lo prevede, come si fa a metterci il depuratore? Cambino il piano urbanistico, lo rendano coerente con questa previsione e credo che in quel caso la Regione non avrà obiezioni. L’Amministrazione Di Capua ha già perso due anni e ora probabilmente ne perderà un terzo con il rischio di entrare in un’ipotesi di infrazione comunitaria con le relative multe a carico dei cittadini. Se avessero approvato il Puc Levaggi, praticamente giunto all’ultima tappa già all’inizio del 2017, che in quell’ambito territoriale (dal porto alla foce dell’Entella) prevedeva l’insediamento del depuratore, probabilmente l’impianto sarebbe già in costruzione.

Ma lei non è sempre stato contro il depuratore sull’area di Colmata?  Ricordiamo qualche anno fa una sua presa di posizione molto dura: “Il depuratore in Colmata è una porcata”, che aveva fatto andare su tutte le furie l’allora sindaco metropolitano Marco Doria.
“Certo. Ero e resto fortemente contrario al depuratore in quell’area perché mi sembra un clamoroso autogol, una grave devalorizzazione del patrimonio del Comune, la perdita di una straordinaria opportunità di crescita e sviluppo per Chiavari, che ne ha tanto bisogno. Quando parlai di ‘porcata’ era perché si voleva da parte dell’Iren e di settori del Pd, allora dominante a Genova e in Regione, fare in Colmata a Chiavari il megadepuratore comprensoriale, facendo passare in mare davanti alle spiagge di Cavi di Lavagna un tubo lungo oltre dieci chilometri con i liquami di Sestri Levante e della Val Petronio, pompati costantemente verso Chiavari, con un serio rischio ecologico e turistico per tutte le attività ricettive del litorale. Un progetto demenziale che contrastammo in pochi, ma che alla fine fu abbandonato anche grazie alla saggezza del sindaco di Sestri Levante. Valentina Ghio capì che il depuratore per l’estremo Tigullio Orientale andava realizzato nei territori di Sestri Levante e della Val Petronio, ed ebbe il coraggio di fare una scelta, certamente non facile, di localizzazione di un depuratore in un’area del suo Comune. Valentina sfidò la nimby syndrome (‘not in my backyard’, mai nel mio giardino di casa) e vinse le elezioni lo stesso. Il depuratore di Sestri e della Val Petronio è in fase avanzata e sarà ultimato nell’arco di un triennio dall’aggiudicazione della gara d’appalto”.

 Nell’ultima campagna elettorale per le comunali di Chiavari lei fu attaccato dallo schieramento che poi vinse le elezioni, che l’accusò di avere interessi sull’area di Colmata.
“Nessuno all’interno del variegato schieramento che vinse le elezioni ebbe mai il coraggio di fare queste accuse a viso aperto. Attraverso una piccola ‘bestia’ digitale messa su da settori di quello schieramento arrivarono calunnie e fake di tutti i tipi. La Colmata è un’area di pubblica proprietà e qualunque utilizzo che preveda il coinvolgimento di privati deve passare attraverso una gara competitiva con l’obiettivo di massimizzarne il valore, scegliendo le migliori proposte sia dal punto di vista economico e finanziario delle casse del Comune, sia dal punto di vista del miglior progetto per il futuro della città. Certamente come imprenditore e cittadino chiavarese ho pensato tante volte alla straordinaria opportunità di sviluppo per Chiavari rappresentata dalla Colmata. Questo non vuol dire avere interessi nascosti o inconfessabili, al contrario significa voler bene alla propria città, il che dovrebbe essere apprezzato da qualsivoglia amministrazione comunale”.

Che idee aveva e cosa ha pensato?
“Il waterfront chiavarese è una risorsa meravigliosa. Non esiste nel Tigullio un’area di litorale così ampia e così di alto pregio come quella che va dal Gruppo del Sale alla foce dell’Entella. Valori ambientali di eccellenza a Preli, spiagge importanti, un porto turistico recentemente ampliato, tutta la zona della Colmata fino al Lido e all’Entella da riprogettare e riorganizzare. Quante cose si potrebbero immaginare e fare per migliorare e potenziare la ricettività turistica, la fruizione sportiva e nautica, l’insediamento di nuovi spazi direzionali che potrebbero trovare nella vicinanza al mare, nel clima, nel paesaggio una fortissima attrattività per chi volesse insediare a Chiavari i suoi uffici, sfruttando la funzione urbana e i servizi della città e creando nuova e qualificata occupazione giovanile. Amministratori pubblici lungimiranti non dovrebbero pensare ad altro, reclutando le migliori intelligenze, professionalità ed energie per elaborare un progetto unitario di waterfront da vendere a livello nazionale e internazionale come grande occasione di rilancio della città”.

Ma ancora cemento e costruzioni?
“La tutela dell’ambiente specie in contesti così pregiati è un fattore essenziale. Bisogna anche però smetterla di demonizzare ogni volume edificato di qualunque tipo sia. Ciò che è importante è la qualità del progetto, la qualità della realizzazione e la funzione di ciò che si costruisce. A Chiavari ad esempio abbiamo bisogno di spazi direzionali e non di nuove abitazioni. La popolazione diminuisce e il modello della seconda casa non esiste più”.

La civica Amministrazione le pare consapevole della necessità di cambiare passo e pensare in grande?
“Mi pare proprio di no. Come ha scritto ‘Piazza Levante’ nell’editoriale della settimana scorsa, finora l’amministrazione Di Capua in tema di programmazione e futuro della città ha prodotto poco o niente. In particolare, per l’area di Colmata poche idee e sbagliate: la previsione di un depuratore a ‘fil di banchina’, rischiosissimo per i possibili danneggiamenti causati da mareggiate la cui frequenza e intensità sta aumentando; una scuola vicino al mare con altissimi costi di manutenzione e forse neanche assentibile perché troppo vicina a un depuratore, una specie di palafitta di cemento armato piazzata nel mezzo dell’area che non si sa a cosa serva. La definizione di ‘strampalata’ è senz’altro calzante. Almeno Agostino un progetto, sia pure sovradimensionato e francamente brutto, lo aveva fatto. Questi niente. Tutto ciò è molto triste”.

C’è speranza di un ravvedimento o è tutto terribilmente compromesso?
“La speranza, come sempre, deve essere l’ultima a morire. La provvisoria bocciatura da parte della Regione del depuratore in Colmata forse potrebbe essere un’occasione di ripensamento, ad esempio su un’ipotesi di depuratori più piccoli, più diffusi come le moderne tecnologie oggi consentono. Forse questa ipotesi potrebbe non piacere all’Iren, ma bisogna sempre ricordarsi che gli impianti non li paga l’Iren ma i cittadini del Tigullio con le bollette dell’acqua e della fognatura. In questo caso l’area di Colmata potrebbe liberarsi di questa pesantissima servitù e tornare ad essere inserita in una visione unitaria, un’occasione di sviluppo futuro della città fatta di crescita e occupazione qualificata. Sono convinto che un progetto di grande respiro e qualità consentirebbe anche di trovare le risorse finanziarie per realizzarlo. In fondo siamo a un’ora e mezza da Milano”.

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