Venerdì 9 maggio, alle ore 17,30, presso la Sala Ghio Schiffini della Società Economica di Chiavari, a ingresso libero, viene presentato ‘Aprile 1945. Il Tigullio nei giorni della ricostruzione’, libro scritto da Giorgio ‘Getto’ Viarengo e pubblicato da Internòs Edizioni. Parteciperanno Antonella Ortelio della Cgil e Claudia Vago dell’Anpi. Al termine della presentazione, è prevista la proiezione del documentario ‘Saetta’ di Paolo Castagnino. Anticipiamo alcune riflessioni di Viarengo sul suo lavoro.
di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *
La presentazione di questo volume in Società Economica chiude definitivamente un ciclo di studi e ricerche durato tre anni, un progetto nel quale sono state confrontate alcune date storiche di grande significato a livello nazionale con le reazioni popolari verificatesi nel nostro territorio.
Nell’ottobre del ’22 si vivevano nel Paese i momenti drammatici della marcia su Roma, e solo due anni dopo si sparse la notizia dell’assassinio di Matteotti. Due eventi che ho ‘ricalcato’ sulle cronache del Tigullio per verificarne le reazioni, ricercando nelle carte della prefettura notizia dei tanti scontri avvenuti e la conferma delle leggi fasciste con decine d’arresti nelle nostre città.
Ora, con le celebrazioni dell’Ottantesimo anniversario della Liberazione, si presentava l’occasione di sperimentare un nuovo modello di ricerca con l’obiettivo di ricostruire i temi più rilevanti delle giornate successive al 25 aprile 1945, per farne risaltare il dopo, la ripresa del cammino.
L’indagine prevedeva di verificare come i trenta comuni del Circondario di Chiavari si fossero organizzati, e come le nuove leggi del CLN venissero applicate a iniziare dai sindaci alle giunte per l’emergenza.
Il primo obiettivo è stato quello di ridare nomi e cognomi a tutti i nuovi amministratori, ai sindaci che dovevano iniziare il nuovo cammino democratico nel Paese. Non è stato facile, ma oggi possiamo rileggere i profili di tutti, conoscere il loro lavoro e il rispetto assoluto messo in atto per portare le comunità al voto per le prime elezioni.
La foto che ho utilizzato in copertina riproduce gli uomini della Coduri sotto il portico del municipio di Chiavari; con loro vediamo i membri del CLN chiavarese. Era il pomeriggio del 28 aprile, e in quel giorno venne firmata la consegna del municipio alla nuova istituzione. Per il CLN firmò Gaetano Basevi, per gli sconfitti Giuseppe Cosenza, commissario prefettizio repubblichino.
Ora la ricerca si orientava alla documentazione delle ore successive alla Liberazione, dei primi passi riorganizzativi, le delibere per avviare il governo del territorio segnato da una profonda emergenza, prima fra tutte la drammatica crisi alimentare. Intanto si cercava di ridare voce all’informazione, si aprivano le redazioni dei giornali e si poteva ricominciare a leggere senza la censura; riapriva la Camera del Lavoro e si riorganizzavano i partiti con le loro segreterie in città.
Un capitolo riguarda un tema mai esplorato: come il mondo dell’associazionismo, dalla Società Economica all’Entella Calcio, riprendeva le sue attività dopo vent’anni di fascistizzazione, cioè dopo i provvedimenti dei primi anni trenta che prevedevano il commissariamento di tutte le associazioni. L’Economica e l’Entella ritornano a designare i propri gruppi dirigenti e riscrivono lo statuto, con le nuove regole della loro vita, tutte informate ai principi democratici che la dittatura aveva cancellato.

In queste cronache non poteva mancare un’indagine sull’avvio di una nuova associazione, l’ANP, l’Associazione Nazionale Partigiani (la I di Italia sarà posta dopo qualche anno); la prima sede fu a Lavagna, iniziava un cammino che giungerà sino ai nostri giorni.
Un altro capitolo è dedicato alla prima immensa manifestazione pubblica in Chiavari: si tratta del funerale ai Caduti della Coduri, quarantadue bare portate per le strade di Chiavari per raggiungere la Basilica, dove si tennero i comizi dei comandanti e degli uomini del CLN.
Sempre per verificare come il Paese mosse i primi passi dopo la fine della guerra si è reso necessario ricostruire il ruolo delle tante donne, impegnate in quei mesi ma senza voce da sempre. Ora se ne poteva prevedere un ruolo attivo nella vita del Paese. Non fu facile, ma si prevedeva per le donne la possibilità di votare, di candidarsi e di essere elette. Si avviarono le prime organizzazioni femminili con la designazione dei primi gruppi dirigenti.
Il volume si conclude sull’avvio del dibattito sulla Costituente e sul voto nei trenta comuni del Circondario di Chiavari. Un’analisi complessa, con la scelta istituzionale affidata al referendum e al voto ai partiti per scrivere la Costituzione. Si potranno rileggere tutti i dati, una ricostruzione minuziosa per comprendere come cambiava e reagiva il Paese alle nuove forme democratiche e alla scelta istituzionale per il nuovo stato.
Uno specifico capitolo esplora il mondo della cultura e la ripresa delle attività, la riapertura del Cantero con una ricca stagione operistica, la ripresa dei cinematografi e dei tanti luoghi d’aggregazione popolare. Un gruppo di giovani crede che si possa realizzare una produzione cinematografica in Chiavari, si passa alla sceneggiatura, si trovano i fondi per girare una pellicola nelle ore successive alla Liberazione. Questo filmato è stato ritrovato, restaurato e masterizzato in digitale, e lo rivedremo inserito in un documentario dedicato al comandante partigiano Paolo Castagnino “Saetta”. La pellicola era conservata nell’ archivio della Società Economica, alla quale sarà restituita la copia in digitale, ad arricchire il patrimonio storico conservato nei suoi fondi.
Con questo lavoro ho voluto ribadire il significato della memoria e del permanere del valore assoluto di una liberazione ottenuta ottanta anni or sono, nonostante un lasso di tempo sempre più ampio ci allontani da quei fatti e rischi di sbiadirli ad ogni giorno che passa.
Il lavoro di ricomposizione documentale e la restituzione al territorio diventano così assolutamente necessari per animare e rinforzare la nostra memoria, per non dimenticare mai che il dono più bello lo si ottenne con la Costituzione Repubblicana, la carta dei diritti e doveri che ci ha reso liberi, in un Paese democratico, dopo più di vent’anni di dittatura fascista.
(* storico e studioso delle tradizioni locali)