(r.p.l.) Ironico, pungente, sempre dissacrante ed estremamente simpatico. Dario Vergassola, volto ormai più che noto della televisione di casa nostra, grazie a programmi popolarissimi, ritorna ai libri con il suo ultimo lavoro: ‘Liguria, terra di mugugni e di bellezza. Guida ironico sentimentale’, un volume con il quale l’autore, spezzino di origini, rende omaggio alla sua terra, facendolo pur sempre alla sua maniera.
Il libro è pubblicato da Mondadori e sarà presentato venerdì pomeriggio, 22 novembre, alle ore 18,30 alla Sala Ghio Schiffini della Società Economica di Chiavari (in via Ravaschieri 15, a ingresso libero). L’incontro, organizzato da ‘Piazza Levante’, sarà condotto dal libraio Angelo ‘Ciccio’ Delsanto.
Della Liguria, Vergassola ha deciso di raccontare misteri e bellezze, abitanti e natura, cibo e leggende, attraverso itinerari meravigliosi che la attraversano da Ponente a Levante. Ironico e spietato con i difetti ma anche ignaro degli innegabili benché sconosciuti pregi dei liguri, ci fa scoprire gli angoli più nascosti, gli scorci più ambiti, le leccornie dolci e salate a cominciare, naturalmente, dalla mai troppo decantata focaccia. Coste e crinali, sentieri e calette, ville e giardini, palazzi e chiesette vengono svelati dall’occhio esperto e dalla scrittura graffiante di un vero innamorato di questa splendida regione. Un prezioso vademecum per tutti i foresti – come vengono chiamati dai locali quelli che non sono nati in Liguria – una guida per la sopravvivenza divertente e ricca di dritte imperdibili.
“È vero, noi liguri mugugniamo sempre – confessa Vergassola – perché per noi è una forma di respiro, ha presente quei sospironi delle mucche che in questo modo si ossigenano il cervello? Ecco, per noi il brontolio, il mugugno, è vita. Ho scritto questo libro per sfatare la diceria secondo la quale noi liguri non ci raccontiamo mai se non insultandoci a vicenda”.
Vergassola invece racconta moltissimo, a cominciare da come si mangia, secondo lui, la focaccia: “Con il caffellatte nero e talmente unta che se non si forma la bolla di olio sul cappuccino non vale. Io me lo ricordo il giorno in cui conobbi la focaccia: a casa di mia zia, si aprì il forno e uscì un odore che per me fu una vera e propria iniziazione”.
Secondo l’autore, “una guida normale dopo un po’ annoia, ma se vi si mettono dentro leggende e storie, diventa allora divertente. Io ho inserito e mischiato un po’ di balle e un po’ di notizie vere, con un risultato certamente originale e che funziona. A cominciare dalla storia di Picasso originario di Sori”.
“Dovevo presentare il libro in Regione – prosegue Vergassola – ma poi hanno arrestato Toti: poteva diventare un libro di evasione…”. Scorrendo le pagine, ecco anche gli incontri con Paolo Villaggio e con Fabrizio De André: “Io ero un manovale sconosciuto e Faber mi salutava come se mi conoscesse. Mi è successo un’altra volta, quando la figlia di Gaber mi confidò che suo padre rideva come un matto ai miei spettacoli. Ecco un’altra cosa di noi liguri, specie noi liguri scalcagnati: mai pensiamo di valere qualcosa, siamo ancora quei diciassettenni che passavano le giornate davanti al bar e intorno solo cemento e macchine, dove le donne erano una rarità da entomologi”. Il resto, nell’incontro di domani sera alla Società Economica. Non mancate!
