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Giovedì, 8 giugno 2023 - Numero 273

Il 25 Aprile è più importante del presidente dell’Anpi. No all’estremismo post-comunista e al pacifismo della resa

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di ANTONIO GOZZI

Il 25 Aprile è la Festa della Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. È importante mantenere la memoria della guerra partigiana, delle migliaia di giovani italiani che si rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale e andarono sui monti, armi in pugno, per combattere per la libertà, così come di tutti quegli altri giovani italiani, anche loro resistenti, che internati nei campi di concentramento tedeschi rifiutarono di aderire alla Rsi, il che li avrebbe fatti ritornare immediatamente a casa, e rimasero prigionieri dei tedeschi tra indicibili stenti e privazioni fino alla fine della guerra.

Mio padre, ventiquattrenne ufficiale del Regio esercito, era uno di quei giovani; deportato in Germania dopo l’8 settembre, fu trasferito dai tedeschi su carri bestiame in campi di prigionia sempre più a est e arrivò fino a Leopoli che allora era Polonia.

Mi raccontava che, imprigionati nella fortezza di Leopoli che era al centro della città, appena calava il sole ogni notte che Dio mandava potevano sentire l’infuriare della battaglia tra partigiani e nazisti in combattimenti durissimi e continui.

Era impressionato dal coraggio dei partigiani polacchi, così come dal coraggio delle donne polacche che, quando dopo tre mesi i prigionieri italiani furono riportati ai carri bestiame per essere nuovamente condotti verso ovest in Germania, per gesto di sprezzo verso i tedeschi e i nazisti che li scortavano, gettavano nelle braccia dei soldati italiani prigionieri i loro figli piccoli, in quel momento senza i padri, perché li abbracciassero e li baciassero.

Oggi Leopoli è Ucraina. E ancora una volta anche lì si combatte. I russi stanno bombardando anche quella città, la più occidentale dell’Ucraina, per dare chiari segnali all’Occidente.

La festa del 25 Aprile è sempre stata e sempre sarà un momento di riflessione e ricordo dei valori su cui sono costruite non solo la nostra democrazia ma tutte le democrazie del mondo: libertà, autodeterminazione, rispetto per i diritti inalienabili delle persone, sacra difesa della Patria.

‘Piazza Levante’ anche su questo numero riferisce, con un’intervista alla presidente dell’Anpi locale, Maria Grazia Daniele, su un’iniziativa relativa all’impegno delle donne nella Resistenza.

Lavoriamo per ricordare principi e valori.

Quei principi che troppe volte sono apparsi negli ultimi anni retorici o scontati, specie alle giovani generazioni, privilegi acquisiti per sempre senza costi e sacrifici, appaiono oggi, soprattutto a causa dell’aggressione russa verso l’Ucraina, di enorme e stringente attualità.

Gli Ucraini sono un popolo in armi che muore per la propria libertà e la difesa della Patria, e si oppone e si opporrà fino alla fine all’invasione e ai disegni imperialistici di Mosca.

Anche la Costituzione Italiana nata dalla Resistenza, la Costituzione più bella del mondo, prevede all’art. 52 che: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”.

In tutte le democrazie del mondo se la Patria è aggredita dall’esterno non solo è un diritto ma addirittura un sacro dovere difenderla. Tutte le democrazie del mondo prevedono il diritto all’autodifesa e l’uso della forza per farlo. Senza l’aiuto degli americani e degli inglesi i nostri partigiani non avrebbero mai avuto le armi e le munizioni per combattere i nazi-fascisti.

Allora di che parla Pagliarulo, l’indegno presidente dell’Anpi, quando pur timidamente riconoscendo la differenza tra aggrediti e aggressori, si oppone agli aiuti militari che l’Occidente fornisce agli ucraini per difendere la loro Patria? Quando sugli orrori di Bucha chiede un’inchiesta internazionale là dove le prove delle efferatezze dei soldati russi in ritirata sono davanti agli occhi di tutto il mondo?

Queste voci di un pacifismo della resa, sì ‘della resa’, perché concretamente si chiede agli ucraini di arrendersi all’aggressione russa, albergano in diversi settori della sinistra estrema e anche in frange sindacali. Si invoca lo sforzo diplomatico che certamente va intensificato e perseguito senza sosta, ma non si sa che dire quando Putin dichiara al cancelliere austriaco in visita che per ora non è il momento della diplomazia.

Fortunatamente molte voci della sinistra si sono levate contro questa impostazione: ricordiamo tra tutte per la sua forza e radicalità quella di Paolo Flores d’Arcais su ‘Micromega’.

Pagliarulo è un vecchio esponente cossuttiano che tradisce la storia dell’Anpi. Per i giovani che non lo sanno, Cossutta era l’esponente del Pci, a me pure umanamente simpatico, addetto alla riscossione e gestione dei finanziamenti che copiosamente, fino quasi alla caduta del Muro di Berlino, arrivavano al Partito Comunista Italiano dall’Unione Sovietica.

Si, avete capito bene: c’era una forza politica italiana molto importante che dal secondo dopoguerra per decenni è stata finanziata da Mosca, e cioè dal nemico dell’Occidente. Anche i pacifisti senza saperlo furono finanziati dal Kgb negli anni ’80 quando sfilavano contro i missili occidentali messi per rispondere all’installazione di quelli sovietici puntati sulle capitali europee.

Come fa questo signore a interpretare lo spirito e la storia di un’associazione di partigiani, come è stata tradizionalmente l’Anpi, pluralista, democratica rispettosa delle varie tendenze politiche e culturali che animarono la Resistenza?

Non può, e se ne deve andare.

Se l’Anpi diventa una piccola sacca di estremismo post-comunista e di pacifismo della resa molti come me se ne andranno e cercheranno nuove vie e organizzazioni per celebrare la Resistenza e il 25 Aprile.

Viva il 25 Aprile e viva la Libertà!!!

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