di ANTONIO GOZZI
In ossequio alla matrice e ispirazione glocal del nostro giornale, dopo aver dedicato gli ultimi editoriali a questioni macroeconomiche e geopolitiche (la crisi tedesca, l’estremismo ambientalista e antindustriale delle politiche europee, il tema dei salari in Italia per citarne alcuni tra i più recenti) oggi ci occupiamo di un tema che più local non si può: il derby tra Virtus Entella e Sestri Levante, che si terrà sabato sera al Comunale di Chiavari alle ore 20,45 per la terza di campionato della serie C girone B.
Quando nella tarda estate dell’ormai lontano 2007, su spinta di Stefano Risaliti, mi ritrovai, da un giorno all’altro e senza averlo previsto, Presidente dell’Entella che allora militava nel campionato di Eccellenza e nella confusione generale di quel momento affermai che il club era in buone mani, non potevo immaginare che 16 anni dopo l’Entella, con me ancora come presidente, avrebbe sfidato in un campionato di professionisti il Sestri Levante del presidente Risaliti.
Il derby professionistico tra Entella e Sestri Levante mostra quanta strada abbia fatto e quanto sia cresciuto il movimento calcistico nel Tigullio negli ultimi anni, e quanto il calcio sia importante per il nostro territorio non solo dal punto di vista sportivo ma anche economico e sociale.
Questa storia è un bell’esempio di come, anche nello sport come nelle vicende aziendali, successo chiami successo, innescando comportamenti imitativi, in una gara a chi fa meglio che avrà sempre benefiche ricadute su tutto il sistema.
I successi e la crescita, come sempre, sono frutto di programmazione, di tanto lavoro e di tanti sacrifici. Sia per l’Entella che per il Sestri Levante questa regola è assolutamente confermata. Ma anche la Lavagnese dell’amico Compagnoni, che milita di nuovo nel campionato di serie D, ben si inserisce in questo discorso.
In 16 anni di mia presidenza l’Entella, partita dall’Eccellenza, per 6 stagioni ha giocato in serie B, portando il grande calcio italiano al Comunale e sfidando tra le nostre mura squadre blasonate come Roma, Genoa, Torino, Cagliari, Bologna, Verona, Bari, Benevento, Brescia, Monza, Perugia, Salernitana, Spal, Lecce, Cesena, Palermo, Pescara, Pisa, Venezia e altre ancora; e mettendo in mostra nelle nostre file giocatori importantissimi come Caputo, Zaniolo, Moreo, Mota Carvalho, Zampano, Mazzitelli, Diaw e altri che giocano o hanno giocato in serie A.
Abbiamo fatto ingenti investimenti sullo Stadio adeguandolo agli standard imposti dalle Leghe e dalla Federazione e abbellendolo in ogni suo settore per rendere lo spettacolo ancora più fruibile ai nostri tifosi, e a fronte di una nuova concessione di 12 anni ci siamo impegnati con il Comune a fare altri importanti interventi sulla struttura.
Siamo orgogliosi di questi interventi, che ci sono costati e ci costeranno molto, ma che chiariscono bene il nostro credo, in base al quale è meglio che siano i club ad occuparsi dell’adeguamento degli stadi lasciando che la finanza pubblica si occupi di altre priorità (asili per l’infanzia, scuole, sanità, strutture per gli anziani).
Siamo orgogliosi del nostro gruppo dirigente fatto di uomini che collaborano da moltissimo tempo tra loro e con me, che sono competenti, che si stimano l’un l’altro, che sono leali al club e impegnati a perseguirne i successi con un duro lavoro di programmazione e gestione.
Siamo orgogliosi anche del nostro settore giovanile che in questi anni ha svolto una duplice missione: la prima sociale, mettendo in campo ogni giorno, in quella che è una vera e propria scuola di vita oltre che di sport, più di 600 ragazzi e ragazze seguiti da tecnici, medici, psicologi, nutrizionisti; la seconda tecnica e sportiva, facendo crescere calciatori destinati al professionismo che hanno rappresentato e rappresentano anche una soddisfazione economica e patrimoniale per la società. In questa stagione ben otto ragazzi formati dal nostro settore giovanile sono nella rosa della prima squadra.
Siamo orgogliosi di avere fatto nascere Entella nel Cuore, l’Associazione che nel nome dell’Entella raccoglie soldi dai nostri tifosi e simpatizzanti per buone cause e in particolare per quella dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova.
“Més que un club” è stato il nostro slogan, mutuato dal grande Barça, simbolo dell’indomita Catalogna. Con questa frase vogliamo significare che ci sentiamo molto di più di una squadra di calcio: ci sentiamo un’istituzione cittadina di un’importante città capoluogo del Tigullio, che ha tradizioni e una storia importante anche nel calcio. L’Entella veste i colori dell’Argentina e rinnova il nostro legame con gli emigranti liguri in quel Paese e l’anno prossimo compierà 110 anni. Nella ricorrenza dei suoi 100 anni, nel 2014, il club ha avuto la straordinaria avventura di onorarla salendo in serie B.
La vicenda recente del Sestri Levante è altrettanto importante. La capacità di Stefano Risaliti e dei suoi collaboratori, dopo 74 anni di assenza, ha riportato il club tra i professionisti, dando una grande gioia ai suoi tifosi e generando un grande entusiasmo.
Una squadra tosta e ben organizzata, che ha sbancato l’anno scorso il campionato di serie D e che sono convinto, passati i difficili momenti dell’adattamento iniziale alla nuova categoria, farà un buon campionato. Una squadra nella quale militano anche ragazzi di Chiavari cresciuti nel nostro vivaio, come il capitano Pane, Raggio Garibaldi, Andreis e i giovanissimi Parlanti, Grosso e Nenci.
Il derby è una partita sempre difficile e imprevedibile, che deve essere affrontata dall’Entella con umiltà e con il massimo rispetto dell’avversario. Ho visto il Sestri Levante contro la Lucchese e il risultato finale non è veritiero. La neopromossa Sestri Levante ha giocato una partita importante e avrebbe meritato il pareggio.
Se l’Entella vuole fare risultato, e con tutto il rispetto dell’avversario noi vogliamo fare risultato, dovrà esprimersi al meglio con spirito agonistico, forza e massima concentrazione. I nostri tifosi in un’occasione così importante si aspettano questo dalla squadra e il Presidente anche.
A proposito di tifosi. Le tifoserie dell’Entella e del Sestri Levante non si amano da lungo tempo. La rivalità tra tifoserie di club vicini ci sta e in certa misura fa parte del gioco e vi aggiunge pepe e sapore.
Però anche da questo punto di vista il Tigullio deve dimostrare il suo valore e il suo ripudio di un tifo teppistico che non è nelle nostre corde e non è ammesso alle nostre latitudini.
La Gradinata Sud darà grande prova di sé non solo per il sostegno, l’incitamento e le coreografie che sarà capace di mettere in campo, ma anche per la correttezza e lo stile che sarà capace di esprimere. Dicono che il tifo del Sestri Levante è più passionale del nostro. Io non credo proprio e i nostri lo dimostreranno con forza e con gioia.
Che il derby sia una festa di sport, di sportività e di correttezza.