di DANILO SANGUINETI
Le vele si spiegano quando hai il vento in poppa, quello che ti consente di prendere il pieno abbrivio e lanciarti verso la meta. Il buon marinaio sa che l’eventualità si verifica raramente, quasi sempre il soffio della terra e del mare lo devi andare a cercare e sfruttarlo da qualsiasi parte arrivi, spesso andando di bolina, ossia prendendo le raffiche con un angolo tra i 30° e i 60° (di lato per i non addetti), zigzagando per avanzare ed arrivare in porto.
Una manovra che descrive in modo preciso le decisioni prese dai club nautici del Tigullio per lasciarsi alle spalle la terrificante bonaccia provocata dalla pandemia e le sue tante conseguenze. A mare le inutili zavorre, mani sul timone e occhio alla meta, consci che ci vorrà tempo e diverse virate per trovare la rotta migliore. “Non c’era altra strada – conferma Gianni Castellaro, presidente del Circolo Velico Santa Margherita – per salvare la stagione e l’anno agonistico. Purtroppo quest’estate, e ci auguriamo che sia solo questa estate, sarà all’insegna del Covid-19 e delle misure precauzionali che vanno adottate, senza se e senza ma”.
A maggio l’anima del club aveva espresso la sicurezza che sacrifici e rinunce non avrebbero fermato l’attività, oggi a due mesi di distanza e a riapertura avvenuta può dire ai microfoni di Liguria Sport ‘missione compiuta’.
“Ciò che conta era tornare in acqua, certo abbiamo dovuto annullare gran parte del calendario primaverile e praticamente rivedere i programmi per l’estate. Lo sapevamo, il colpo è stato comunque duro”.
Basti pensare ai due appuntamenti più importanti: “La Bombola d’Oro-Trofeo Siad che curiamo assieme allo Yacht Club. A maggio niente Trofeo Città di Santa, una regata che richiamava sempre tanti concorrenti e tantissimo pubblico”.
Non c’erano alternative. “La Federazione è stata chiarissima in questo. Attività sportiva non se ne può fare. Ci è concesso uscire per gli allenamenti, sempre nel rispetto del protocollo federale e delle normative statali”.
Il fatto che il C. V. Santa abbia una flotta composta per la maggior parte di Dinghy mono e biposto, facilita le operazioni preliminari. “Noi siamo agevolati dal fatto che gran parte della nostra attività è imperniata sul Dinghy dove, con tutta evidenza, non ci sono problemi di distanziamento. Il guaio è che le barche giuria, di solito affollatissime, non possono navigare, meno che mai cerimonie di apertura e di premiazione con la partecipazione di pubblico e assembramento dei regatanti”.
E allora. “Abbiamo rivisto tutta la parte a terra della nostra attività. I regatanti entrano nella zona riservata e poi scendono in barca distanziati, indossando mascherine e avendo ogni precauzione per i contatti interpersonali”.
La consapevolezza che il problema vada ben oltre il proprio orizzonte e che riguardi l’intero settore della nautica è netta. La sezione di Rapallo della Lega Navale Italiana proprio nei giorni scorsi ha potuto tornare a tenere i corsi di vela per giovanissimi, il resto dell’attività segna il passo. Alla LNI Rapallo l’estate era un periodo frenetico, dove si concretizzava il lavoro di un intero anno e se ne raccoglievano i frutti. Non solo vela, anche pesca e canottaggio. Remi e canne restano per il momento riposte nei ripostigli. In forse il campionato italiano di traina costiera a Ravenna dove la LNI Rapallo avrebbe presentato diversi campioni in grado di salire sul podio, annullate le veleggiate di giugno. Restano le lezioni a bordo degli optmist e la speranza di organizzare qualcosa in autunno. E poi ripresentarsi nel 2021 in una situazione normalizzata. L’emergenza e le restrizioni finiranno, una brezza gentile interromperà questa calma piatta imposta da un morbo malefico.