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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Valentina Argenio, la fotografa ed esperta di comunicazione social: “Ho unito i miei interessi in un lavoro”

Il racconto della giovane professionista: “Ho puntato al fattore umano. Cioè a conoscere il cliente, farmi conoscere, parlare, capire che cosa realmente serve”
Valentina Argenio si è specializzata in fotografia e in marketing sui social network
Valentina Argenio si è specializzata in fotografia e in marketing sui social network
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di DANILO SANGUINETI

Chi si ferma è perduto. E, se vogliamo persistere con le frasi fatte, la necessità aguzza l’ingegno. Forse dei topoi – meglio, luoghi comuni, altrimenti chi lo sente il ministero della purezza linguistica – tuttavia efficaci per descrivere la situazione degli imprenditori che provano ad orientarsi nel mondo in continua evoluzione dei media, così mobile, instabile e insondabile da far pensare alla meccanica quantistica più che alle dinamiche sociali. Servono flessibilità e rapidità nelle capacità di riposizionamento, qualità che le donne dalle nostre parti paiono possedere in quantità maggiore ai corrispettivi maschili. Soprattutto le ragazze scovano sentieri, solo in apparenza tortuosi, per arrivare alla meta. 

È il caso di una giovane rapallese, Valentina Argenio, che si è lanciata nel mondo dei nuovi media partendo da una base quanto mai tradizionale. Ha saputo adattarsi al passaggio dall’analogico al digitale, da un vecchio media come la fotografia al rutilante ambiente dei social dove ormai impazza la AI, l’intelligenza artificiale, senza battere ciglio o quasi. Lo spiega con efficacia lei stessa, il volto che sta dietro al titolo “Valentinasworks.ph”, che segnala il suo lavoro di fotografa e social media manager.

“È un passaggio che mi è venuto naturale, così come fu naturale darmi alla fotografia. Ho 24 anni e da quando ne avevo sei che ho voluto, avuto ed usato una macchina per fotografare. È sempre stata la mia passione, anche se per tanto tempo ho creduto che nella vita avrei fatto altro. Ho studiato psicologia e sociologia. Il mio “Piano A” era un altro. Scienze della comunicazione direi. Poi ho deciso che potevo unire i miei interessi in un’unica attività. Ed eccomi qua”. 

Agli inizi solo fotografa. “Sì, e ho iniziato facendo lavori per amici, feste, cerimonie. Mi sono accorta che la mia opera era apprezzata ed intanto pensavo a come ampliare l’offerta. Mi sono detta: cosa serve a negozi, ditte, imprese nel nostro territorio. Notavo come l’attività di marketing anche per realtà medio-grandi fosse quasi sempre trascurata, o comunque non rispondente alle reali esigenze dell’operatore economico”.

E andando nello specifico. “La parte social media era trascurata, come minimo, e vedevo che si poteva apportare grandi miglioramenti con facilità e una spesa relativa. Ho cominciato a propormi e in poco tempo ho avuto diversi riscontri”. In questo campo il passaparola è tutto. “Diciamo che ho dovuto soprattutto lottare contro la costante sottovalutazione della mia offerta. Si tende a pensare che i professionisti seri siano solo i grandi nomi che lavorano nei grandi centri per grandi marchi. Per fortuna con gli esempi dei lavori fatti adesso posso convincere tanti, non dico tutti, ma… ci sto lavorando!”.

Perchè Valentinasworks (i lavori di Valentina) girano e sono sempre più apprezzati. “Ho puntato al fattore umano. Cioè a conoscere il cliente, farmi conoscere, parlare, capire che cosa realmente gli serve. Un profilo social ben curato non è solo estetica. Faccio l’esempio di un ristorante che cerca di farsi conoscere: un profilo social come si deve è il modo più efficace per far venire voglia di provare i tuoi piatti ancor prima che arrivino in tavola. Non basta avere piatti di qualità, serve anche raccontarli e valorizzarli nel modo giusto. E serve documentare ogni particolare: dalla cucina alla sala, dai dettagli del locale, al sorriso dello staff, ogni elemento racconta la identità dell’esercizio commerciale”. 

In pratica la giovane social media manager che vuole valorizzare le piccole realtà locali deve adottare un approccio strategico e autentico, costruendo un legame forte tra le comunità e i brand o progetti che segue.

“Credo che i punti fondamentali siano diversi. Prima di tutto conoscere il territorio: studiare le tradizioni, i valori, le necessità e i punti di forza della comunità locale è essenziale. Fare networking con imprenditori locali, associazioni e cittadini per capire come rappresentare al meglio la realtà territoriale”. Poi c’è l’intervento di Valentina e del suo staff (grafici, informatici, ecc.). “Puntiamo a creare contenuti autentici, utilizzare immagini e storie che riflettano davvero la cultura locale. Intervistare artigiani, commercianti e altre figure locali per dare voce alle loro esperienze e al loro lavoro. Poi si debbono usare le piattaforme appropriate. Identificare quali social media sono più frequentati dal pubblico locale e investire tempo su di essi. Per esempio, Instagram è perfetto per immagini visive di artigianato o natura, mentre Facebook può essere utile per eventi comunitari. Infine interagire attivamente: rispondere ai commenti e ai messaggi, condividere post della community e creare un dialogo continuo. Mostrare un impegno sincero e trasmettere passione per il territorio è spesso la chiave per guadagnare la fiducia delle persone”. 

“Miss” Valentina comunica saggezza facendo scordare che non ha ancora raggiunto il quarto di secolo. Il suo occhio sa vedere nei luoghi e oltre la barriera del tempo, analizza lo spazio e controlla le ore. Al di là della maestria tecnica, dell’occhio artistico, delle conoscenze tecniche, c’è la passione e la dedizione ad un’arte spesso sottovalutata. Ricordava Dorothea Lange che “la macchina fotografica è uno strumento che insegna alle persone come vedere senza una macchina fotografica”.

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