di ALESSANDRA FONTANA
La Val Graveglia e il sogno che riguarda il sentiero dei minatori. Una ripartenza turistica – e non solo – che avverrà anche grazie anche al contributo di 159.500 euro da parte della Città Metropolitana. L’ente si è classificato al primo posto tra i progetti presentati a livello nazionale, aggiudicandosi i fondi del bando indetto dal Ministero dello Sviluppo economico per l’erogazione di contributi per 10 milioni di euro.
“Il progetto comprende la sistemazione del sentiero che va dalla Miniera di Gambatesa. Un sentiero che passa nell’abitato di Botasi e da lì risale fino al museo minerario di Reppia”, snocciola con soddisfazione il vicesindaco Fabrizio Podestà. “Oltre alla messa in sicurezza del sentiero, installeremo vari pannelli che parlano della miniera e fornendo diverse informazioni. Ma oltre a questo, in cantiere ci sarà anche la sistemazione del museo di Reppia rendendolo multimediale. Sentiero e museo saranno collegati”.
Ma le novità potrebbero non finire qui, l’amministrazione sta lavorando a progetti collegati per rendere ancora più fruibile il sentiero, ma senza prima tutte le sicurezze del caso, Podestà preferisce non sbilanciarsi. Il risultato ottenuto è già ottimo, specialmente per una valle che è da sempre legata alle miniere e sogna di unire i vari sentieri che le uniscono lungo il territorio per costruire, magari perché no, un legame tra le miniere del territorio.
Questo piano è importantissimo per diversi motivi, sia dal punto di vista turistico, per la multimedialità del museo di Reppia, sia per un altro motivo: “Il fatto che passi anche all’interno della parte storica nella frazione di Botasi è molto importante”, sottolinea Podestà. Un neo che rischia di rovinare queste buone notizie c’è, e riguarda la Miniera di Gambatesa di cui ci siamo già occupati in passato, e ancora tristemente chiusa.
Il museo, che è di proprietà del Parco dell’Aveto, era gestito dalla Ski Mine di Bergamo e prima dell’inizio della pandemia le visite e gli eventi hanno invaso Gambatesa. Centinaia di famiglie hanno fatto il giro sul trenino e osservato le viscere della terra con il tradizionale caschetto giallo in testa, almeno fino a quando, a seguito delle restrizioni, il sito ha dovuto fare i conti con lunghi periodi di chiusura che hanno costretto il gestore a gettare la spugna.
L’allora commissario straordinario del Parco, Michele Focacci, aveva annunciato la buona novella, la chiusura sarebbe stata sfruttata per avviare importanti interventi: “Abbiamo un piccolo ‘tesoretto’ da spendere per riqualificare il complesso e soprattutto per ampliare il percorso di visita sotterraneo, andando a riscoprire il cosiddetto ‘grande vuoto’, una ampia sala sotterranea davvero scenografica, risultante da lavori di estrazione del manganese di qualche decennio fa”.
E infatti i lavori di ampliamento si sono conclusi a febbraio del 2022 ma la miniera non è mai stata riaperta. La procedura di gara è stata curata dalla Stazione Appaltante Unica Regionale per conto dell’Ente Parco: l’offerta è arrivata ma la miniera continua a rimanere chiusa. “Stanno analizzando l’offerta – spiega Podestà – noi aspettiamo con trepidazione perché vorremmo riaprisse il prima possibile, per non perdere anche questa stagione. La miniera è un volano per l’economia di questa valle e per noi è importantissimo che venga affidata al più presto. Confidiamo nella Regione in modo che si riapra prima dell’estate. Anche il progetto del sentiero si muove nell’ottica di completamento di questa offerta turistica”. Il progetto finanziato dalla Città Metropolitana, oltre alla riqualificazione, comprende anche sostegno alla creazione rete operatori e associazioni.