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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Un’Aula in Natura per far crescere il Parco, partendo da Camogli: il progetto è in fase di sviluppo

Sul tavolo del direttore del Parco Federico Marenco è approdata una corposa e dettagliata progettazione inviata dal ‘Coordinamento Parco Nazionale di Portofino’, con diverse proposte per svilupparla
L'area del Parco di Portofino dove dovrebbe sorgere l'aula in natura
L'area del Parco di Portofino dove dovrebbe sorgere l'aula in natura
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di ROSA CAPPATO

Un punto di partenza per un progetto di tutela, un nuovo uso del territorio, la sperimentazione e l’autentica valorizzazione del Parco. Questo vorrebbe rappresentare la prima ‘Aula in Natura’ nell’area protetta del Castellaro di Camogli, ambizioso obiettivo proposto dal ‘Coordinamento Parco Nazionale di Portofino’

“Si passa dalle idee, alle parole – spiega Antonio Leverone, camoglino, portavoce e membro del Coordinamento – e infine a qualcosa di concreto”. L’idea ha origine ed è sollecitata dalla memoria di un’iniziativa mossa dalla Cooperativa “Il Giardino del borgo” di San Fruttuoso di Camogli nel lontano 24 maggio 2000, illustrata in conferenza pubblica. “Scorrendo la varietà degli argomenti trattati – spiega il portavoce del Coordinamento Antonio Leverone – e l’autorevolezza dei relatori si poteva ben sperare nello sviluppo dell’iniziativa, anche in considerazione che l’area operativa di interesse riguardava il Parco Regionale di Portofino. Sono trascorsi 24 anni senza, sostanzialmente, alcun studio, confronto, progettazione, se si escludono opere urbanistiche di recupero dell’esistente e importanti interventi del FAI, volti alla valorizzazione e conservazione dell’Abbazia e degli immobili di proprietà”. 

Il progetto ‘Aula in Natura’ oggi potrebbe già essere sviluppato ed è in crescita, ma proprio di crescita del parco di Portofino è legato tutto il discorso “Partendo da questa scuola – prosegue Leverone – alla quale già si sta lavorando poiché le figure coinvolte hanno già aderito, ci sono una lunga serie di iniziative, in attesa che questo Parco diventi nazionale”. Il progetto piace. La zona è privata, di proprietà della struttura ricettiva Cenobio dei Dogi, collegata da un vialetto. 

Sarà necessario un accordo, con il privato, sia pure provvisorio, per iniziare la pulizia del sito, che attualmente è già stato riordinato e pulito per renderlo ben visibile, coinvolgendo l’ufficio tecnico del Parco (Roberto Cavagnaro) i Volontari Vab della protezione civile, autorizzati dal sindaco Giovanni Anelli, e il direttore del ‘Cenobio’ Mauro Siri, che ha messo a disposizione due operai della sua struttura. Il luogo, inoltre è particolare: inserito nel Parco, ma anche nell’area urbana di Camogli e custodisce un sito archeologico catalogato intorno al XV secolo A.C. – età del Bronzo medio – età del Ferro. 

Cos’è un ‘Aula in Natura’? L’esempio più chiaro è offerto dal WWF Italia, che ha particolarmente curato questo settore e ispirato lo stesso Coordinamento. È uno spazio circoscritto e fatto di natura: le sue pareti sono siepi, bordure fiorite, cassoni per gli ortaggi e una superficie di area verde ampia. L’iniziativa pilota in Liguria è stata quella delle elementari Ada Negri di Genova Pegli. In Italia il 21 settembre 2021 ne è stata inaugurata una a Roma, la prima Aula Natura della capitale, nell’Istituto comprensivo Fiume Giallo, nata dalla partnership di Procter & Gamble con il WWF Italia, nell’ambito del programma di cittadinanza d’impresa “P&G per l’Italia”, con lo scopo di realizzare, entro il 2024, oltre 50 Aule Natura nelle scuole italiane, per educare i giovani al rispetto della natura. 

Il progetto è stato lanciato dal WWF nel settembre 2020, dopo il primo lockdown. Riproduce differenti micro habitat (stagno, siepi, giardino) in cui osservare direttamente non solo le diverse forme di creature viventi, ma anche la relazione che le collega tra di loro e all’uomo. Per la scelta delle Aule Natura il WWF ha seguito anche criteri legati ad aree prive di spazi di vivibilità in zone degradate o periferiche. Al borgo l’esperienza risulterebbe anche più semplice, facilitata dal contesto. 

“Camogli è una realtà ambientale particolarmente favorita da un parco naturale emerso e una Area marina protetta, il tutto inserito nell’ambito del promontorio di Portofino”. I membri del Coordinamento evidenziano, poi, in merito alla situazione della scuola primaria e secondaria di primo grado di Camogli, come esista una decorosa situazione strutturale, ma: “distribuita in realtà di vecchi volumi, sia pure in ordine con limiti di accoglienza, senza sufficienti spazi all’aperto dedicati. In particolare nel caso di scuola a orario continuato, mattino e pomeriggio, gli studenti si trovano a svolgere per 8 ore nelle stesse aule tutte le attività, compresa la mensa. Ulteriore elemento da considerare è il fatto che la fascia costiera del Golfo Paradiso gode di una favorevole situazione meteo. Le caratteristiche che distinguono il clima ligure sono principalmente una moderata differenza tra la più alta e la più bassa temperatura durante tutto l’anno e straordinariamente miti sono le temperature d’inverno con scarse piogge. Parlando, quindi, di scuola primaria e secondaria, in merito al Progetto ‘scuola in natura’ è interessante valutare i benefici della didattica”. 

Ma non ci si ferma qui. Il percorso di crescita si espande in ambito turistico e sociale. Sul tavolo del direttore del Parco Federico Marenco è approdata una corposa e dettagliata progettazione inviata dal ‘Coordinamento Parco Nazionale di Portofino’, con diverse proposte per svilupparla. Tra varie iniziative utili all’obiettivo, oltre le Scuole in Natura operative del W.W.F. Italia, c’è il ‘Sentiero del Barbiere’, un percorso escursionistico e didattico che parte da Via Castagneto Seià, a Camogli, e arriva fino a San Rocco seguendo il Rio Gentile, ma anche l’esperienza del ‘Bagno nella foresta’, pratica terapeutica di immersione nella natura; il ‘Turismo lento e sostenibile’, un modo di viaggiare incentrato sull’esperienza lenta e approfondita che permette di immergersi completamente nell’ecosistema del luogo ospitante, o il ‘Paesaggio Culturale Italiano nato nell’estate 2009. Il fine è associare gli elementi di eccellenza presenti sul territorio (culturali, produttivi e ambientali) a una rete coordinata e funzionale finalizzata alla tutela e fruizione corretta del paesaggio culturale (urbano, rurale, produttivo, patrimonio immateriale), come pure alla conservazione e valorizzazione delle identità culturali e produttive locali. “Oltre a soddisfare un’interessante e nuova forma didattica – chiude Leverone – tale realizzazione potrebbe rappresentare il punto di partenza di un progetto di tutela, di nuovo uso del territorio, di sperimentazione e di vera valorizzazione di un parco, quale quello di Portofino. Certo è che si deve valutare un coinvolgimento di più soggetti pubblici, quali La Regione, il Parco, il Comune, la Direzione didattica di competenza, la proprietà privata del sito ed eventualmente tutte le realtà di ricerca e studio utili. Altro elemento indispensabile è rappresentato dalle risorse economiche, gradualmente necessarie, a seconda di quanto si potrà concretizzare”. Si è chiesto un incontro con Marenco per valutare insieme le opportunità e la possibilità di costituire un gruppo di lavoro per proseguire. 

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