di DANILO SANGUINETI
Già una sola innovazione sarebbe gran cosa in un neghittoso ambiente quale quello dove siamo chiamati a vivere. Una girandola di invenzioni e proposte originali è un autentico scossone. Scontato che sia un team di giovani a proporle, un po’ meno che riesca a coniugare esigenze diverse in un solo progetto di notevoli e suggestive potenzialità.
Quello intitolato Waterbike Genoa-The Blue Lane (l’inglese è un obbligo quando competi su una ribalta internazionale) che ha vinto un premio alla Genova Smart Week il mese scorso, ne ha da vendere e ha pure i crismi per diventare la ‘genialata’ del anno. Il team composto da quattro ragazzi dell’Università cittadina ha immaginato di aprire una ciclabile dal capoluogo sino a Portofino. No non è l’Aurelia di latina tracciatura, è un sentiero steso sull’acqua, quindi una serie di corsie tracciate con boe e galleggianti che protegga turisti e atleti che dal porto della Superba vogliono ‘pedalare’ sino al limite occidentale del Golfo Tigullio.
Pedalare non è un termine figurato, perché dovranno farlo mediante un mezzo altrettanto originale, almeno per i nostri lidi. La bici d’acqua, la Waterbike del titolo progettuale. Nell’ambito della Genova Smart Week e in collegamento dal Genova Blue District, il neonato polo di connessione per sviluppare idee, start up e competenze innovative legate all’economia del mare, si è svolta la finale dell’Open Innovation city Hackathon Blue, iniziativa promossa dal Comune di Genova e organizzata da Job Centre e Hub2Work con il sostegno di Compagnia di San Paolo per intercettare progetti innovativi nell’economia del mare a tema ambiente, sostenibilità e benessere dei cittadini.
Tra i 29 progetti presentati in modalità pitch elevator, presentazioni efficaci di breve durata, la giuria ha selezionato i tre vincitori. L’Hackathon Blue nella categoria Benessere, sport e tempo libero se lo è aggiudicato Waterbike Genoa – The Blue Lane. Il team, composto da Benedetto Piaggio (ideatore, project management & idrodinamica), Alessandro Carchen (addetto propulsione e ingegnerizzazione), Olivia d’Ubaldo (responsabile strutture e compositi) e Mario Biferali (design e comunicazione) dell’Università di Genova, intende sfruttare un mezzo concepito come una canoa con profili alari e un’elica che consente di farla planare sull’acqua. In modalità turistica il mezzo permetterà la pedalata assistita, in quella race è pensata per lo sport agonistico e dilettantistico.
Il progetto prevede la costruzione di una ‘pista ciclabile blu’ da Genova a San Fruttuoso e Portofino, che si snoderà lungo la costa. Ha spiegato Piaggio in video conferenza con i giudici e il pubblico: “Non ci stupiamo più che la Liguria abbia consolidato nel tempo il suo forte potere attrattivo per i turisti, soprattutto per quelli che mettono l’aspetto sportivo davanti agli altri. Qui da noi trovano qualsiasi cosa desiderino. La radicata tradizione negli sport acquatici in senso lato e marini in senso stretto da una parte e dall’altro con gli sport ciclistici, dal genere classico a quello Mtb, attirano sportivi da ogni parte d’Italia e non solo in ogni stagione. Realizzare un connubio tra le due branche sportive sarebbe una killer idea”.
Nel dettaglio: “Sono possibili nuovi spazi per godere delle bellezze paesaggistiche del Mar Ligure. Abbiamo pensato che ci fosse spazio per qualcosa d’altro oltre a canottaggio, kayak, surf, vela, e sull’altro versante ciclismo, sia classico che Mtb, entrambi in crescita esponenziale nel gradimento dei praticanti”.
Il piano è semplice, in apparenza: “Portare il ciclismo a contatto con il contesto marino. Sfruttare il capitale paesaggistico, naturalistico, storico, tutto outdoor. Ed abbiamo pensato: e se le guardassimo da un’altra prospettiva, e se uscissimo dal Porto Antico ed a forza di pedalate attraverso il mare arrivassimo a Portofino?”.
Ecco la ‘Blue Lane’, la prima pista ciclabile al mondo che si snoda per circa 25 km lungo la costa della Liguria orientale, da Genova al cuore del Parco marino di Portofino snodandosi lungo le più belle località della Riviera di Levante.
Ci voleva una imbarcazione particolare, c’era un’idea che era stata sviluppata in alcune università ma mai portata a compimento. Benedetto Piaggio entra nei dettagli. “La waterbike è costituita da uno scafo tipo canoa con sotto due ali portanti ed un sistema di propulsione a elica in grado di farla planare sull’acqua a una velocità di circa 10 nodi. La pedalata può essere potenziata grazie all’opzione motore elettrico”.
La versatilità del mezzo è stupefacente. Concorda Benedetto Carchen: “Perché si possono usare sia le gambe che le braccia (diventa una Trike) stando in posizione reclinata o seduta. Abbiamo pensato a tre versioni: la Sport completamente muscolare, per agonisti e chi vuole usarla in senso sportivo; la Touring per un’attività più escursionistica, da gitaioli, diciamo, quindi con pedalata assistita; infine la Lusso, con materiali di lusso e rifiniture pregiate”.
Non bastasse ancora, ci sono un atout e un’implementazione alle viste: “Per la versione Lusso vogliamo collaborare con gli storici Cantieri Sangermani Lavagna che nella lavorazione di scafi hanno un’esperienza pluridecennale”. E poi la ‘Blue Lane’ sarà nelle intenzioni una superstrada sulle acque. “Il percorso dalla partenza all’arrivo misura più o meno 25 km. Una distanza non alla portata di tutti i fisici ed esperienze. Si potrebbe organizzare un itinerario che non sia obbligatorio percorrere in un sol fiato, in poche ore. Pensiamo a cinque tappe di circa 5 km ciascuno, con postazioni a terra, delle stazioni di rifornimento, sul modello del bike sharing: partenza dal Porto Antico, Boccadasse, Bogliasco-Sori, Recco, Punta Chiappa, San Fruttuoso, arrivo a Portofino, all’interno dell’omonimo parco marino”.
Un fil bleu che unisce la Riviera di Levante, modulabile su diverse zone costiere, che raggruppa tradizione marinaresca e avveniristica disciplina. Orizzonte temporale per essere operativi? “Lo diciamo apertamente, puntiamo a Genova 2024, capitale dello sport”. E allora avanti tutta, anzi pedala a tutta.